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giovedì 17 marzo 2011

ERA DI TRANSIZIONE



22 - All’inizio dell’èra di transizione, la solida crosta granitica aveva uno
spessore limitato e offriva una resistenza assai debole all’effervescenza delle
materie ardenti che ricopriva e comprimeva. In essa si producevano allora
lacerazioni numerosissime, dalle quali si riversava la lava dell’interno, Il suolo
presentava soltanto dislivelli poco considerevoli.
Le acque, poco profonde, ricoprivano all’incirca tutta la superficie del globo,
ad eccezione delle parti sollevate, che formavano terre spesso sommerse.
L’aria si era purificata poco per volta dalle materie più pesanti,
momentaneamente allo stato gassoso; condensandosi per effetto del
raffreddamento, esse erano precipitate sulla superficie del suolo, ed erano
state trascinate via e disciolte dalle acque.
Quando si parla di raffreddamento riferendosi a questo periodo, bisogna
intendere la parola in un senso relativo, cioè in rapporto allo stato originario,
perché la temperatura, in effetti doveva essere ancora elevatissima.
I densi vapori acquosi che si levavano da ogni parte dell’immensa superficie
liquida ricadevano in piogge abbondanti e calde ed oscuravano l’aria. Tuttavia
i raggi del sole incominciavano ad apparire attraverso quell’atmosfera brumosa.
Una delle ultime sostanze di cui si purificò l’aria, poiché è naturalmente allo
stato gassoso, fu l’anidride carbonica, che allora ne formava una delle parti.
23 - A quell’epoca incominciarono a formarsi gli strati di terreni di
sedimento, depositati dalle acque cariche di limo e di materie diverse, adatte
alla vita organica.
Apparvero allora i primi esseri viventi del regno vegetale e del regno animale:
all’inizio in piccolo numero, nei luoghi in cui se ne trovano le tracce, sempre
più frequenti via via che si risalgono gli strati di questa formazione. E’
notevole che la vita si manifesti non appena le condizioni le sono propizie, e
che ogni specie nasca non appena si manifestano le condizioni adatte alla sua esistenza.
24 - I primi esseri organici che sono comparsi sulla terra sono i vegetali
dall’organizzazione meno complicata, designati in botanica con i nomi di
crittogame, acotiledoni, monocotiledoni, cioè i licheni, i funghi, i muschi, le
felci e le piante erbacee. Non vi si vedono ancora piante dal fusto legnoso, ma
piante del genere palma, il cui fusto spugnoso è analogo a quello delle erbe.
Gli animali di questo periodo, succeduti ai primi vegetali, sono
esclusivamente marini; all’inizio sono polipi, radiolari, zoofiti, animali
dall’organizzazione semplice, e per così dire rudimentale, si avvicina di molto
a quella dei vegetali; più tardi vengono crostacei e pesci appartenenti a specie che oggi non esistono più.
25 - Sotto il dominio del calore e dell’umidità, e in conseguenza all’eccesso di
anidride carbonica diffusa nell’aria, gas inadatto alla respirazione degli
animali terrestri, ma necessario alle piante, i terreni emersi si ricoprirono
rapidamente di una vegetazione potente, mentre nelle paludi si
moltiplicavano le piante acquatiche. Le piante appartenenti a questo genere,
al giorno d’oggi, sono semplici erbe di pochi centimetri: ma allora
raggiungevano altezze e grossezze prodigiose; vi erano perciò foreste di felci
arboree alte da 8 a 10 metri e grosse in proporzione; vi erano licopodi (piedidilupo,
un genere di muschio) della stessa taglia, e asperelle (pianta
palustre, chiamata comunemente coda di cavallo) di 4-5 metri, mentre oggi
raggiungono un metro al massimo, e un’infinità di altre specie che non
esistono più. Verso la fine di questo periodo incominciano ad apparire alcuni alberi del genere conifere,
simili ai pini.
26 - In seguito allo spostamento delle acque, i terreni che producevano queste
masse di vegetali vennero sommersi a più riprese, ricoperti da nuovi
sedimenti terrosi, mentre i terreni che emergevano si coprivano a loro volta di
una vegetazione assai simile. Vi furono così diverse generazioni di vegetali che
furono alternativamente annientate e rinnovate; la cosa non si ripeté invece
per gli animali i quali, essendo tutti acquatici, non erano sottoposti a queste alternative.
Durante una lunghissima successione di secoli, questi detriti formarono strati
di grande spessore. Sotto l’azione del calore, dell’umidità, della pressione
esercitata dai depositi terrosi posteriori, e senza dubbio dei diversi agenti
chimici, dei gas, degli acidi e dei sali prodotti dalle combinazioni degli
elementi primitivi, queste materie vegetali subirono una fermentazione che li
trasformò in carbon fossile o carbone di terra. Le miniere di carbon
fossile sono quindi il prodotto diretto della decomposizione di ammassi di
vegetali accumulatisi durante il periodo di transizione; è per questo che si
trovano più o meno in tutti i paesi (4).
(4) La torba si è formata nello stesso modo, per la decomposizione di masse
di vegetali in terreni paludosi; ma con questa differenza, che essendo assai
più recente, e senza dubbio in condizioni diverse, non ha avuto il tempo di carbonizzarsi.
27 - I resti fossili della poderosa vegetazione di quell’epoca si trovano oggi
sotto i ghiacci delle terre polari come nella zona torrida: bisogna quindi
concluderne che, siccome la vegetazione era uniforme, doveva essere
uniforme anche la temperatura. I poli, quindi, non erano ricoperti di ghiacci
come oggi. Il fatto è che allora la terra traeva calore da se stessa, dal fuoco
centrale che riscaldava in modo eguale tutto lo strato solido, ancora poco
spesso. Quel calore era assai superiore a quello che potevano dare i raggi
solari, del resto indeboliti dalla densità dell’atmosfera. Solamente più tardi,
quando il calore centrale non poté più esercitare, sulla superficie esterna del
globo, altro che una azione debole o nulla, divenne preponderante il calore del
sole, e le regioni polari, che ricevevano soltanto raggi obliqui, dispensatori di
scarso calore, si ricoprirono di ghiaccio. Si comprende che all’epoca di cui
parliamo, e per molto tempo ancora, il ghiaccio, sulla terra, era sconosciuto.
Questo periodo dovette essere lunghissimo, a giudicare dal numero e dallo
spessore degli strati carboniferi (5).
(5) Nella baia di Fundy (Nuova Scozia), M. Lyell ha trovato, su di uno
spessore di carbone di 400 metri, 68 livelli diversi, che presentavano tracce
evidenti di numerosi suoli di foreste, in cui i tronchi degli alberi erano
ancora dotati di radici (L. Figuier).
Supponendo che siano occorsi mille anni per la formazione di ciascuno di
quei livelli, questo solo strato carbonifero avrebbe impiegato ben 68.000
anni a formarsi.

LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI (Allan Kardec)

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