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mercoledì 2 marzo 2011

L'ANIMA NELL'INFANZIA DI UN BAMBINO



(domande e risposte)

379 - Lo Spirito che anima il corpo di un fanciullo, è tanto sviluppato quanto quello di un adulto?
Risposta: «Può essere di più se più progredito; ma gli organi imperfetti gl’impediscono di manifestarsi quale è: agisce in ragione dello strumento di cui è obbligato a servirsi».
380 - Nella età infantile del corpo, lo Spirito, all’infuori dell’ostacolo che il suo libero manifestarsi incontra nella imperfezione degli organi, pensa come un fanciullo, o come un adulto?
Risposta: «E’ naturale che nell’infanzia gli organi dell’intelligenza, perché poco evoluti, non possono dargli tutta l’intuizione che ha un adulto. Infatti egli ha un’intelligenza limitatissima, fino a che la sua ragione non sia giunta a maturità: il turbamento che accompagna l’incarnazione, non cessa d’un tratto al nascere del corpo, ma si dissipa gradatamente a mano a mano che gli organi si sviluppano».

Kardec: Una osservazione corrobora tale risposta, ed è che i sogni di un fanciullo non hanno il carattere di quelli di un adulto; il loro oggetto è quasi sempre puerile, il che mostra di quale natura siano i pensieri dello Spirito.

381 - Alla morte di un fanciullo il suo Spirito riacquista immantinente l’antico vigore?
Risposta: «Non subito appena lasciato l’involucro carnale; riacquista piena la sua lucidità, quando la separazione è compiuta, cioè quando non esiste più alcun legame fra lo Spirito e il corpo».
382 - Lo Spirito incarnato soffre nell’infanzia per la limitazione dei suoi organi imperfetti?
Risposta: «No, poiché quello stato è necessario, naturale, e secondo i disegni della Provvidenza è un periodo di riposo per lo Spirito».
383 - Quale utilità trae lo Spirito dal passare per lo stadio dell’infanzia?
Risposta: «Poiché si incarna allo scopo di perfezionarsi, in quella età è più accessibile alle impressioni che riceve e che possono agevolarne il progresso, e a questo progresso devono contribuire coloro che sono incaricati della sua educazione».
384 - Perché sono di dolore i primi vagiti del bambino?
Risposta: «Per eccitare l’interesse della madre, e ottenere le cure che gli sono necessarie. Se in quei momenti in cui egli non può ancora esprimersi, non avesse che gridi di gioia, ci daremmo noi pensiero dei suoi bisogni? Ammirate in tutto la sapienza del Creatore».
385 - Da che proviene il cambiamento che si opera nel carattere dell’uomo, specialmente all’uscire
dall’adolescenza? E’ forse lo Spirito che si modifica?
Risposta: «Lo Spirito non si modifica, ma riprende la sua natura, e si mostra qual è. Voi non conoscete il segreto che celano i bambini nella loro innocenza; non sapete chi siano e non conoscete né il loro passato, né il loro futuro: eppure li amate teneramente, come se fossero una parte di voi stessi, e l’amore di una madre per i suoi figli viene considerato come il più grande amore, che un essere possa portare a un altro essere. Ora, donde nasce la dolce affezione, la tenera benevolenza, che gli estranei sentono per il fanciullo? Lo sapete voi? No. Dunque ascoltate: i bambini sono gli esseri che Dio manda a fruire di nuove esistenze, e perché essi non gli possano rimproverare una severità troppo grande, Egli li protegge con l’egida di un aspetto di tanta innocenza, che anche in quelli di cattiva indole si scusano le colpe con
l’inconsapevolezza degli atti. Questa infantile innocenza tuttavia non li rende in realtà superiori allo stato in cui si trovavano prima d’incarnarsi; ma è soltanto l’immagine di come dovrebbero essere: se tali non sono, è loro la colpa. Però, non solamente per sé ebbero da Dio quelle irresistibili attrattive, ma anche, e specialmente, per i loro genitori, il cui affetto è necessario alla loro debolezza, poiché questo affetto sarebbe singolarmente affievolito dalla vista di un carattere intrattabile e maligno, mentre, credendo i propri figli docili e buoni, li colmano di amore, e li circondano delle cure più delicate. Quando, per altro, i figli non abbisognano più della protezione e dell’assistenza godute sino ai quindici o ai venti anni, il loro carattere vero e personale ricompare in tutta la sua schiettezza: resta buono, se in fondo era buono; ma lascia intravedere sempre, agli occhi di un attento osservatore, i suoi istinti e le sue cattive inclinazioni.
Considerate inoltre che lo Spirito di un vostro bambino può venire da un mondo da cui porta abitudini ben diverse dalle terrene; e come voi vorreste che stesse in mezzo a voi quel nuovo essere con passioni, tendenze e gusti differenti dai vostri? Come vorreste che entrasse a far parte del vostro numero in modo diverso di come Iddio ha stabilito, cioè passando per la trafila dell’infanzia? In questa sola si confondono e si assimilano tutti i pensieri, tutti i caratteri, tutte le varietà di esseri vissuti nella moltitudine dei mondi, in cui crescono e si sviluppano le creature. E voi medesimi, dopo la morte, vi trovate in una condizione simile a quella che è l’infanzia sulla terra, in mezzo a nuovi fratelli, e nella nuova esistenza extraterrena, ignorate le consuetudini, i costumi, i rapporti di quel nuovo mondo, e parlate con difficoltà una lingua, che non avete abituale, lingua molto più viva e più rapida di quanto sia sulla terra il vostro pensiero (vedi n. 319). L’infanzia, infine, ha pure un altra utilità: siccome gli Spiriti entrano nella vita corporea allo scopo di perfezionarsi e migliorarsi, la debolezza della prima età li rende duttili ai consigli dell’esperienza di coloro,che devono farli progredire, sicché è facile, durante questa età, riformarne il carattere e reprimerne le cattive tendenze.
E’ questo il dovere imposto da Dio ai parenti, compito sacro, del quale dovranno rendere stretto conto. Così l’infanzia è utile e necessaria, ed è conseguenza naturale delle leggi, che Dio ha stabilite, e che reggono l’universo».


IL LIBRO DEGLI SPIRITI di Allan Kardec

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