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domenica 28 ottobre 2012

Suicidio e delinquenza


Ogni fiume nasce da una semplice sorgente. La maggior parte degli incendi sorge da una scintilla. Lo stesso avviene con il suicidio e la deliquenza:

la protesta troppo insistente;

il grido inaspettato che incrina l'equilibrio emozionale di chi lo ode;

il gesto di irritazione;

la frasedi critica;

l'esplosione di gelosia;

il confronto infelice;

il lamento eccessivo;

la pretesa senza ragione;

la parola di insulto;

la risposta di scherno;

l'impegno non rispettato...
Uno qualunque di questi atteggiamenti, apparentemente senza importanza, può essere l'inizio di uno spiacevole turbamento e suscitare, a volte, processi ossessivi per cui l'essere umano cade nella delinquenza o nell'aggressione contro se stesso. E l'unico rimedio che al momento conosciamo contro simili sventure, da usare a favore delle possibili vittime di suicidio o in aiuto di quelli che lo provocano, è l'esercizio della comprensione e dell'amore, avvolti nella pazienza.
Conserva la fede in Dio e in te stesso.

Dal Libro PAZIENZA ( CHICO XAVIER/ EMMANUEL

domenica 14 ottobre 2012

Considerazioni generali DELLE EVOCAZIONI

 

Gli spiriti possono comunicare spontaneamente o venire alla nostra
chiamata, vale a dire, in seguito ad evocazione. Vi sono persone le quali
credono che dobbiamo astenerci dall’evocare il tale o il tal altro spirito, e che è
preferibile l’aspettare quello che vuole mettersi in contatto spontaneamente.
Esse si basano sull’opinione che, chiamando uno spirito determinato, non si è
certi che sia proprio quello colui che si presenta, mentre lo spirito che viene
spontaneamente, prova meglio la sua identità, poiché rivela così il suo
desiderio di intrattenersi con noi. Secondo la nostra opinione, questo è un
errore; prima di tutto perché vi sono sempre intorno a noi spiriti, il più delle
volte di bassa lega, che non domandano di meglio che comunicare; in secondo
luogo, e per questa ultima ragione principalmente, il non chiamare alcuno in
particolare, è come aprire la porta a tutti quelli che vogliono entrare. In
un’assemblea, il negare la parola a tutti, è come il lasciarla a tutti, e si conosce
quello che ne risulta.
La chiamata diretta fatta ad uno spirito determinato stabilisce un legame fra
lui e noi; lo chiamiamo con il nostro desiderio, opponendo così una specie di
barriera agli intrusi. Senza una chiamata diretta, uno spirito non avrebbe
spesso alcun motivo di venire a noi, se non è il nostro spirito familiare.
Queste due maniere di operare hanno, sia l’una che l’altra, i loro vantaggi, e
l’inconveniente sarebbe soltanto nella esclusione assoluta dell’una o dell’altra.
Le comunicazioni spontanee non hanno nessun inconveniente quando si è
padroni degli spiriti e si è certi di non lasciar prendere alcuna iniziativa ai
cattivi; allora è spesso cosa utile aspettare la disponibilità di quelli che si
vogliono manifestare, poiché il loro pensiero non subisce alcuna contrarietà;
si possono, in questo modo, ottenere cose notevolissime; mentre poi non è
proprio stabilito che lo spirito da voi chiamato sia disposto a parlare o capace
di farlo nel senso che si desidera. L’esame scrupoloso che abbiamo consigliato
è d’altra parte una garanzia contro le cattive comunicazioni. Nelle riunioni
regolari, in quelle soprattutto in cui ci occupiamo di un lavoro consecutivo, vi
sono sempre spiriti abituali, che si trovano all’appuntamento senza che
alcuno li chiami, per il solo motivo che vi sono preparati a causa della
regolarità delle sedute. Essi prendono spesso la parola spontaneamente per
trattare un soggetto qualunque, sviluppare un concetto o prescrivere ciò che
si deve fare, ed allora si riconoscono facilmente, sia per la forma del loro
linguaggio, che è sempre identico, sia per la loro scrittura, sia per certe
abitudini che sono loro familiari.
- Allorquando si desidera di comunicare con uno spirito determinato,
conviene necessariamente evocarlo (vedi n. 203). Se può venire, si ottiene
generalmente per risposta: “Sì”; oppure: “Io sono qui”; oppure anche: “Che
cosa desiderate da me?” Qualche volta egli entra direttamente in materia
rispondendo anticipatamente alle domande che ci si proponeva di
indirizzargli.
Allorché uno spirito è evocato per la prima volta, conviene designarlo con
qualche precisione. Nelle domande che gli sono dirette, conviene evitare le
forme secche ed imperative, che sarebbero per lui un motivo per allontanarsi.
Queste forme debbono essere affettuose o rispettose a seconda dello spirito,
ed in ogni caso debbono testimoniare la benevolenza dell’evocatore.
 - Si resta spesso sorpresi dalla prontezza con cui uno spirito evocato si
presenta, anche per la prima volta. Si direbbe che sia stato preavvisato:
infatti, questo accade quando ci preoccupiamo antecedentemente della sua
evocazione. Questa preoccupazione è una specie di evocazione anticipata, e
poiché noi abbiamo sempre i nostri spiriti familiari che si identificano con il
nostro pensiero, essi preparano le vie in maniera tale che, se niente vi si
oppone, lo spirito che si vuole chiamare è già presente. Nel caso contrario, è lo
spirito familiare del medium o quello dell’interrogante, od uno dei presenti
che va a cercarlo, e perciò non è necessario molto tempo. Se lo spirito evocato
non può venire all’istante, il messaggero (i pagani avrebbero detto Mercurio)
assegna una dilazione, talvolta di cinque minuti, di un quarto d’ora, di un’ora
ed anche di molti giorni; allorché egli è giunto, dice: “E’ qui”, ed allora si
possono iniziare le domande che gli si vogliono porre.
Il messaggero non è sempre un intermediario necessario, giacché la chiamata
dell’evocatore può essere intesa direttamente dallo spirito, come è detto qui
appresso, al n. 282, domanda 5, sul modo di trasmissione del pensiero.
Quando diciamo di fare l’evocazione in nome di Dio, intendiamo che la nostra
raccomandazione deve essere presa sul serio, e non alla leggera: quelli che vi
vedessero solamente una formula senza conseguenza, farebbero meglio ad
astenersi.
- Le evocazioni presentano spesso per i medium maggiori difficoltà che
non i dettati spontanei, soprattutto quando si tratta di ottenere risposte
precise a domande circostanziate. Per ottenere ciò, occorrono medium
speciali flessibili e positivi ad un tempo; e si è visto (vedi n. 193) che questi
ultimi sono abbastanza rari, giacché, come abbiamo detto, i rapporti fluidici
non si stabiliscono sempre in modo istantaneo con il primo spirito venuto. E’
perciò utile che i medium non si dedichino alle evocazioni particolareggiate se
non dopo essersi assicurati dello sviluppo della loro facoltà e della natura
degli spiriti che li assistono, poiché, per quelli che sono male coadiuvati, le
evocazioni non possono avere alcun carattere di autenticità.
 - I medium sono generalmente molto più ricercati per le evocazioni di
interesse privato, che non per le comunicazioni di interesse generale; ciò
viene spiegato dal desiderio naturale che si ha di intrattenersi con le persone
che ci sono care. Noi crediamo a questo proposito di dover fare molte
raccomandazioni importanti ai medium. Prima di tutto, quella di non
accondiscendere a questo desiderio se non con riserva, di fronte a persone
della cui sincerità non si sia perfettamente sicuri, e di mettersi in guardia
contro le insidie che potrebbero tendere le persone malevole. In secondo
luogo, di non prestarvisi sotto alcun pretesto, se notano uno scopo di curiosità
e di interesse materiale, e non un’intenzione seria nell’evocatore; di rifiutarsi
ad ogni domanda oziosa, o che dovesse uscire dal circolo di quelle che
ragionevolmente si possono indirizzare agli spiriti. Le domande debbono
essere poste con chiarezza, esattezza e senza reticenze, quando si vogliono
ottenere risposte categoriche. Bisogna dunque rigettare tutte quelle che
avessero un carattere insidioso, poiché sappiamo che gli spiriti non amano
quelle domande che hanno per scopo di metterli alla prova: voler insistere su
domande di tale natura, è come voler essere ingannati. L’evocatore deve
andare francamente ed apertamente allo scopo, senza sotterfugi e senza mezzi
indiretti: se teme di spiegarsi, farebbe meglio ad astenersi.
Conviene infine non fare, se non con molta prudenza, evocazioni in assenza
delle persone che ne fanno domanda, e spesso è anche preferibile astenersene
del tutto, essendo queste persone le sole adatte a giudicare le risposte, a
riconoscere l’identità, a provocare schiarimenti, se ce ne è bisogno, ed a fare le
domande accidentali volute dalle circostanze. Inoltre, la loro presenza è un
legame che attira lo spirito, spesso poco disposto a comunicare con estranei,
per i quali non ha affatto simpatia. Il medium, in una parola, deve evitare
tutto ciò che potrebbe trasformarlo in agente di consulti, ciò che agli occhi di
molte persone è sinonimo di ciarlatano e imbroglione.        

Tratto dal Libro dei Medium di Allan Kardec    

DOMANDE SULLA NATURA e L'IDENTITA' DEGLI SPIRITI


 1) Da quali segni possiamo noi riconoscere la superiorità o
l’inferiorità degli spiriti?
“Dal loro linguaggio; nella stessa maniera che distinguete uno stordito da un
uomo assennato. Abbiamo già detto che gli spiriti superiori non si
contraddicono mai e non dicono che cose buone; essi vogliono soltanto il
bene; questa è la loro preoccupazione.
“Gli spiriti inferiori sono ancora sotto il peso delle idee materiali; i loro
discorsi si risentono delle loro ignoranza e della loro imperfezione. Soltanto
agli spiriti superiori è dato di conoscere ogni cosa e di giudicarla senza
passione”.
2) La scienza in uno spirito è sempre un segno certo di elevazione?
“No, poiché se egli è ancora sotto l’influenza della materia, può avere i vostri
vizi ed i vostri pregiudizi. Certe persone in questo mondo sono
eccessivamente gelose ed orgogliose; credete che esse smettano questi difetti
appena lasciano il mondo? No; dopo la separazione dal corpo, e soprattutto
quelle che ebbero passioni spiccate, si trovano in una sorta di atmosfera che le
avvolge e lascia in loro tutte queste cattive cose.
“Questi spiriti semi-imperfetti sono assai più da temersi che i cattivi spiriti,
poiché la maggior parte riunisce l’astuzia e l’orgoglio all’intelligenza. Con il
loro preteso sapere, essi si impongono ai semplici ed agli ignoranti che
accettano senza sindacare le loro teorie assurde e menzognere. Quantunque
queste teorie non possano prevalere contro la verità, esse fanno tuttavia un
male temporaneo, dal momento che fanno ostacolo al cammino dello
spiritismo, ed i medium si illudono volentieri sul merito di ciò che è loro
comunicato. E’ questo che richiede un grandissimo studio per parte degli
spiritisti illuminati e dei medium; infatti, occorre porre ogni attenzione a
distinguere il vero dal falso”.
3) Molti spiriti protettori si designano sotto il nome di santi o di personaggi
conosciuti; che cosa dobbiamo credere a questo riguardo?
“Tutti i nomi dei santi e dei personaggi conosciuti non basterebbero a fornire
un protettore ad ogni uomo; fra gli spiriti ve ne sono pochi che hanno un
nome conosciuto sulla terra; ecco perché molto spesso non si presentano; ma
quasi sempre voi volete un nome, ed allora, per soddisfarvi, essi prendono
quello di un uomo che voi conoscete e che rispettate”.
4) Questo nome preso in prestito non potrebbe essere considerato come una
frode?
“Sarebbe una frode da parte di un cattivo spirito che volesse abusarne, ma
quando si opera a fin di bene, Dio permette che ciò accada fra gli spiriti dello
stesso ordine, perché vi è tra di loro solidarietà e similitudine di pensieri”.
5) Così, quando uno spirito protettore dice di essere San Paolo, per esempio,
non è cosa certa che sia presente lo spirito stesso o l’anima dell’apostolo di
questo nome?
“Non è affatto certo, poiché voi trovate migliaia di persone alle quali fu detto
che il loro angelo custode è San Paolo o un altro; ma che cosa importa a voi,
se lo spirito che vi protegge è tanto elevato quanto San Paolo? Ve l’ho già detto:
voi avete bisogno di un nome, ed essi ne prendono uno per farsi chiamare e
farsi riconoscere, come voi prendete dei nomi di battesimo per farvi
distinguere dagli altri membri della vostra famiglia. Essi possono anche
prendere quello dell’arcangelo Raffaele, di San Michele, ecc., senza che ciò
possa avere conseguenze. Del resto, quanto più uno spirito è elevato, tanto
più il suo irradiamento è multiplo; dunque, uno spirito protettore di un ordine
superiore può avere sotto la sua tutela centinaia di incarnati. Voi ne avete un
esempio sulla vostra terra, dove alcuni notai si incaricano degli affari di cento
e duecento famiglie; perché vorreste che noi fossimo, spiritualmente
parlando, meno atti alla direzione morale degli uomini, di quello che essi
siano alla direzione materiale dei loro interessi?”
6) Perché gli spiriti comunicanti prendono così spesso il nome dei santi?
“Essi si identificano con le abitudini di coloro ai quali parlano, e prendono
nomi che sono adatti a fare sull’uomo la più grande impressione in ragione
delle sue credenze”.
7) Alcuni spiriti superiori che si evocano, vengono sempre in persona,
oppure, come qualcuno crede, incaricano un altro di trasmettere il loro
pensiero?
“Perché non verrebbero essi in persona se lo possono? Ma se lo spirito non
può venire, invierà per forza un altro che lo rappresenti”.
8) Il sostituto è sempre sufficientemente illuminato per rispondere come lo
farebbe lo spirito che lo invia?
“Gli spiriti superiori sanno a chi confidano la cura di sostituirli. D’altra parte,
più gli spiriti sono elevati e più si confondono in un pensiero comune, in
maniera tale che, per essi, la personalità è una cosa indifferente, e lo stesso
deve essere per voi. Credete dunque che non vi siano nel mondo spiriti
superiori all’infuori di quelli da voi conosciuti sulla terra capaci d’istruirvi?
Voi siete talmente portati a considerarvi come i prototipi dell’universo, che
credete sempre che non vi sia più niente fuori del vostro mondo. Voi
rassomigliate perfettamente a quei selvaggi che non sono mai usciti dalla loro
isola e credono che il mondo si limiti ad essa”.
9) Noi intendiamo che debba essere così quando si tratta di un
insegnamento serio; ma come mai gli spiriti elevati permettono a spiriti
inferiori di rivestirsi di nomi rispettabili per indurre in errore con massime
spesso perverse?
“Essi non lo fanno con il permesso dei superiori; e, d’altra parte, ciò non
accade pure tra voi? Quelli che così ingannano ne saranno puniti, credetelo
bene, e la loro punizione sarà proporzionata alla gravità dell’impostura.
“D’altronde, se voi non foste imperfetti, non avreste intorno a voi che buoni
spiriti, e se voi siete ingannati, dovete prendervela contro voi stessi. Dio
permette che così sia, per provare la vostra perseveranza ed il vostro giudizio,
ed insegnarvi a distinguere la verità dall’errore; se non lo fate, è perché non
siete abbastanza elevati ed avete ancora bisogno delle lezioni dell’esperienza”.
10) Non accade talvolta che vengano delegati spiriti poco avanzati, ma
animati da buone intenzioni e dal desiderio di progredire per surrogare uno
spirito superiore, onde fornire loro l’occasione di esercitarsi
all’insegnamento?
“Mai nei grandi centri; intendo dire nei centri seri, e per un insegnamento
generale. Quelli che vi si prestano lo fanno sempre di loro spontanea volontà,
e, come voi dite, per esercitarsi; è perciò che le loro comunicazioni,
quantunque buone, portano sempre le tracce della loro inferiorità. Quando
sono delegati, lo sono solamente per le comunicazioni poco importanti e per
quelle che si possono chiamare personali”.
11) Le comunicazioni spiritiche ridicole sono talvolta intercalate da ottime
massime; come si può conciliare questa anomalia, che sembrerebbe indicare
la presenza simultanea di spiriti buoni e di spiriti cattivi?
“Gli spiriti cattivi o leggieri si divertono anche a dare sentenze senza troppo
vederne la portata od il significato. Tutti quelli che sentenziano fra di voi,
sono uomini superiori? No: gli spiriti buoni e quelli cattivi non fanno lega
assieme. Soltanto dalla costante uniformità delle comunicazioni positive, voi
riconoscerete la presenza degli spiriti buoni”.
12) Gli spiriti che inducono in errore lo fanno sempre scientemente?
“No; vi sono spiriti buoni ma ignoranti, e che possono ingannarsi in buona
fede; quando hanno la coscienza della loro insufficienza, ne convengono e non
dicono che quello che sanno”.
13) Allorché uno spirito dà una falsa comunicazione, lo fa sempre con
intenzioni malevole?
“No; quando lo spirito è leggiero, egli si diverte a prendere in giro senza altro
scopo”.
14) Giacché certi spiriti possono ingannare con il loro linguaggio, possono
anche prendere una apparenza falsa agli occhi d’un medium veggente?
“Ciò può accadere, ma assai difficilmente. In tutti i casi, può aver luogo
soltanto per uno scopo che gli stessi spiriti cattivi non conoscono. Essi
servono da strumento per dare una lezione. Il medium veggente può vedere
spiriti leggieri e mentitori, nello stesso modo che altri li sentono o scrivono
sotto la loro influenza. Gli spiriti leggieri possono approfittare di questa
disposizione per sedurlo con false apparenze, ciò dipende dalle qualità del
proprio spirito”
15) Per non essere ingannato, basta essere animato da buone intenzioni? E
gli uomini veramente seri, che non mescolano con i loro studi alcun
sentimento di curiosità, sono anche essi esposti ad essere ingannati?
“Evidentemente meno che altri; ma l’uomo ha sempre qualche imperfezione
che attira gli spiriti burloni; si crede forte e spesso non lo è; deve dunque
diffidare della debolezza che nasce dall’orgoglio e dai pregiudizi. Non si tiene
abbastanza conto di queste due cause di cui approfittano gli spiriti;
lusingando le varie manie essi sono sicuri di riuscire”.
16) Perché Dio permette che spiriti cattivi possano comunicare e dicano
cose cattive?
“Anche in quello che vi è di più cattivo, si trova un insegnamento; sta a voi
saperlo trovare. E’ necessario che vi siano comunicazioni di ogni genere per
insegnarvi a distinguere gli spiriti buoni dai cattivi, e servire così di specchio a
voi stessi”.
17) Gli spiriti possono, attraverso comunicazioni scritte, ispirare ingiuste
diffidenze contro certe persone ed inimicare degli amici?
“Gli spiriti perversi e gelosi possono fare in male tutto ciò che possono fare gli
uomini; ecco perché conviene stare in guardia. Gli spiriti superiori sono
sempre prudenti e riservati quando debbono biasimare; non dicono mai
male; avvertono con bella maniera. Qualora volessero che due persone cessassero,
nel loro interesse, di vedersi, faranno nascere degli incidenti che, le
separeranno in modo naturale. Un linguaggio proprio a seminare la discordia
è sempre il fatto di un cattivo spirito, qualunque sia il nome di cui si riveste.
Così, accettate con gran circospezione il male che uno spirito può dire di
qualcuno di voi, soprattutto quando uno spirito buono ve ne ha detto bene, e
diffidate anche di voi stessi e delle vostre prevenzioni. Nelle comunicazioni
degli spiriti prendete soltanto ciò che vi è di buono, di grande, di razionale, e
ciò che la vostra coscienza approva”.
18) Stante la facilità con cui gli spiriti cattivi si immischiano nelle
comunicazioni, non sembrerebbe di non essere mai certi di avere la verità?
“Sì; poiché avete un giudizio per apprezzarle. Alla lettura di una lettera,
sapete ben riconoscere se colui che vi scrive è uno zotico od un uomo educato,
uno sciocco od un sapiente: perché non potreste egualmente regolarvi quando
sono gli spiriti che vi scrivono? Se voi riceveste una lettera da un amico
lontano, chi vi prova che sia proprio sua? La sua scrittura, direte voi: ma non
vi sono forse falsari che imitano tutte le scritture? Poco di buono i quali
possono conoscere i vostri affari? Tuttavia, vi sono dei segni sui quali voi non
potreste errare. Lo stesso vale per gli spiriti. Figuratevi dunque che sia un
amico che vi scrive, oppure figuratevi di leggere l’opera d’uno scrittore, e
giudicate con gli stessi mezzi”.
19) Gli spiriti superiori potrebbero impedire agli spiriti cattivi di prendere
nomi falsi?
“Certamente lo possono; ma quanto più gli spiriti sono cattivi, tanto più sono
restii ad obbedire, e sovente resistono alle ingiunzioni. Dovete pur sapere che
vi sono persone alle quali gli spiriti superiori si interessano più che ad altre, e
che quando lo giudicano necessario, sanno preservarle dagli attacchi della
menzogna; contro queste persone gli spiriti ingannatori sono impotenti”.
20) Qual è il motivo di questa parzialità?
“Non è affatto parzialità, ma giustizia; gli spiriti buoni si interessano a quelli
che mettono a profitto i loro avvisi, e lavorano seriamente al loro proprio
miglioramento; quelli sono i loro preferiti e li secondano; ma si preoccupano
poco di quelli con i quali perdono il loro tempo in belle parole”.
21) Perché Iddio permette agli spiriti di commettere il sacrilegio di prendere
falsamente dei nomi venerati?
“Voi potreste anche domandare perché Dio permette agli uomini di mentire e
di bestemmiare. Gli spiriti, come gli uomini, hanno il loro libero arbitrio nel
bene come nel male; ma la giustizia di Dio non verrà meno né per gli uni né
per gli altri”.
22) Vi sono forse formule efficaci per scacciare gli spiriti ingannatori?
“La formula è materia; un buon pensiero verso Dio vale assai di più”.
23) Alcuni spiriti hanno detto di avere dei segni grafici inimitabili, specie di
emblemi, che possono farli riconoscere e constatare la loro identità. E’ vero?
“Gli spiriti superiori non hanno altri segni per farsi riconoscere che la
superiorità delle loro idee e del loro linguaggio. Qualunque spirito può
imitare un segno materiale. Quanto agli spiriti inferiori, essi si tradiscono in tante
maniere che bisogna essere ciechi per lasciarsi ingannare”.
24) Gli spiriti ingannatori non possono imitare il pensiero?
“Essi imitano il pensiero come gli scenari di teatro imitano la natura”.
25) E’ dunque sempre facile scoprire l’inganno con uno studio attento?
“Non dubitatene. Gli spiriti ingannano soltanto quelli che si lasciano
ingannare. Ma bisogna avere occhi di esperto in diamanti, per distinguere la
pietra vera dalla falsa; ora colui che non sa distinguere la pietra fina dalla
falsa deve indirizzarsi al gioielliere”.
26) Vi sono persone che si lasciano sedurre da un linguaggio enfatico; che si
stimano paghe di parole più che di idee; che prendono anche le idee false e
volgari per idee sublimi; come questa gente, che non è neppure capace di
giudicare le opere degli uomini, può giudicare quelle degli spiriti?
“Allorché queste persone hanno abbastanza modestia per riconoscere la loro
insufficienza, non si fidano di loro stessi; quando poi per orgoglio si credono
più capaci di quanto lo siano in realtà, allora portano la pena della loro vanità.
Gli spiriti ingannatori sanno bene a chi si rivolgono; vi sono individui
semplici e poco istruiti più difficili da ingannare che non altri, i quali hanno ingegno e
sapere. Lusingando le passioni, fanno dell’uomo tutto quello che vogliono”.
27) Nella scrittura gli spiriti cattivi si tradiscono qualche volta con segni
materiali involontari?
“Gli abili non lo fanno; gli inesperti si fuorviano. Qualunque segno inutile e
puerile è un indizio certo d’inferiorità. Gli spiriti elevati non fanno nulla di
inutile”,
28) Molti medium riconoscono i buoni ed i cattivi spiriti dall’impressione
gradevole o penosa che risentono al loro avvicinarsi. Noi domandiamo se
l’impressione sgradevole, l’agitazione convulsiva, il malessere, in una
parola, sono sempre indizi della cattiva natura degli spiriti che si
manifestano.
“Il medium prova le sensazioni dello stato nel quale si trova lo spirito che
viene a lui. Quando lo spirito è felice, egli è tranquillo, leggiero, posato;
quando è infelice, egli è agitato, febbrile, e questa agitazione passa
naturalmente nel sistema nervoso del medium. Del resto, la stessa cosa
accade all’uomo sopra la terra. Colui che è buono, è anche calmo e tranquillo;
colui che è cattivo, è sempre agitato”.
Osservazione. - Vi sono medium di una impressionabilità nervosa più o
meno grande, e dunque l’agitazione non potrebbe essere riguardata come una
regola assoluta; conviene invece tenere qui, come in ogni cosa, conto delle
circostanze. Il carattere penoso e sgradevole dell’impressione è un effetto di
contrasto, perché, se lo spirito del medium simpatizza con lo spirito cattivo
che si manifesta, ne sarà poco o punto alterato. Dei resto, non conviene
confondere la rapidità della scrittura, che va unita all’estrema flessibilità di
certi medium, con l’agitazione convulsiva che i medium più lenti possono
provare al contatto di spiriti imperfetti.

Dal Libro dei Medium di Allan kardec