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giovedì 8 dicembre 2011

CHICO XAVIER


    "  Vivere è dire sempre agli altri che
        sono importanti. Che li amiamo,
       perché un giorno loro se ne andranno
       e resteremo con l'impressione di
        non averli amati a sufficienza
       (Chixo Xavier)  "              
                                                                                  


Piccola biografia di un apostolo del bene

La maggior parte degli uomini niente costruisce e vuole essere deificata. Francisco Cândido Xavier ha messo la sua vita a servizio delle nobili cause, e secondo Carlos A. Baccelli, nell’opera: “Chico Xavier, Medianità e Cuore”, dice di essere stato soltanto un granello di polvere. Indicato per il Premio Nobel della Pace e considerato, per i più di cento titoli di cittadinanza ricevuti, come cittadino del mondo, Chico intanto riconosce che niente siamo in Terra se non semplici depositari dei doni che Dio ci ha dato.

Nato il 2 aprile 1910 a Pedro Leopoldo - Stato di Minas Gerais, era un bambino povero e fino ad oggi la sua vita fu una sequenza di prove, che ha saputo affrontare con pazienza e rassegnazione proprie delle anime nobili. Nella introduzione della sua prima opera a scrittura psicografica, “Parnaso dopo la Morte”, dettata da Spiriti Diversi, lui così si esprime: “non vengo nel campo della pubblicità per farmi un nome, perché il dolore, molto tempo fa, mi ha già convinto dell’inutilità delle futili cose che ancora sono stimate in questo mondo”.

Le sue prove sono cominciate all’età di 5 anni, quando rimase orfano di madre, la signora Maria João de Deus, essendo obbligato a vivere con la madrina Rita, che lo picchia 3 volte al giorno, sempre alla stessa ora. Quando gli sorgono le prime visioni, questa stessa matrigna, su raccomandazione del prete locale, lo obbliga a pregare mille ave maria e a mettersi una pietra di 15 kg sulla testa durante le processioni, oltre ad alcune bottiglie come “premio di consolazione”, le cui cicatrici sono rimaste fino ad oggi. Tuttavia non si è mai sentito Chico lamentarsi contro la madrina. Il temperamento di lei era classificato da lui, come “benevolo”.

Contatto con Emmanuel

La prima esperienza di Chico nel campo della medianità fu la conversazione con lo Spirito di Maria João de Deus, che gli consigliò di avere molta pazienza per sopportare anche le sevizie che sarebbero venute, essendo ad esempio di ciò quella occasione in cui la madrina lo obbligò a leccare, durante il digiuno, una ferita che un altro suo figlio adottivo aveva sulla gamba. Dopo le tre settimane seguenti, Chico vide Maria collocare una polvere sulla ferita che poco tempo dopo guarì.

Dopo aver vissuto 2 anni con la madrina, suo padre João Cândido Xavier sposò una ragazza di nome Cidalia, che ha cercato di riunire sotto la sua custodia, i 9 figli del primo matrimonio di João. Furono 10 anni di pace di comprensione e di tenerezza. In questo contesto famigliare ha il primo contatto con Emmanuel, suo Spirito Guida; dopo altri contatti Chico viene a conoscere di più di lui, viene a sapere che fu Publio Lentulus, che si disincarnò a Pompei durante l’eruzione del vulcano Vesuvio, ed anni più tardi si reincarnò come Nestorio, schiavo romano cristiano gettato tra i leoni del Circo Massimo. La più recente incarnazione di Emmanuel fu come prete Maneul da Nobrega.

Fin dall’età di 8 anni, Chico Xavier lavora per aiutare e sostenere la famiglia. Fu operaio in una fabbrica di tessuti, inserviente in una filatura, aiutante in cucina, cassiere in un magazzino, e da ultimo ispettore agricolo. Oggi è funzionario pubblico in pensione, con uno stipendio irrisorio; siccome gli spiriti missionari non si reincarnano con l’ambizione del guadagnare grandi sostanze, per loro il denaro rimane soltanto uno strumento per ciò che è strettamente necessario.

Il proprio bene incarnato

Con una vita piena di tribolazioni, Chico non ha avuto l’opportunità di andare avanti con gli studi; non ha concluso neanche il 4° anno del corso delle elementari. Questo è uno degli aspetti che più attestano la veridicità delle comunicazioni medianiche che lui riceveva, attraverso la psicografia; molti di questi trasformati in libri con traduzioni in spagnolo, esperanto, francese, greco, inglese, giapponese, cecoslovacco e trascrizioni per il Braille, che ci trasmettono informazioni nelle più diverse aree della conoscenza umana, molte di queste sconosciute al medium.

Oltre alle attività medianiche, nel Gruppo Spiritista della Preghiera (Grupo Espírita da Prece), a Uberaba - Stato di Minas Gerais, Chico sviluppa anche un esteso lavoro nel campo della carità. A Uberaba distribuisce minestra ai poveri, generi alimentari e giocattoli durante il Natale alle famiglie e ai bambini bisognosi; visita tutto anno il “Lar da Caridade” e altri istituzioni assistenziali, a Uberaba e in altri stati brasiliani. Concede anche il suo nome per la realizzazione di spettacoli con finalità caritatevoli, oltre a donare totalmente i diritti di autore delle opere da lui psicografate ai soli fini assistenziali.

Nell’inizio dell’opera “Parnaso dopo la Morte”, Chico definisce con proprietà la sua estesa produzione medianica: ”Ho avuto tre periodi diversi nella mia vita medianica. Il primo, di completa incomprensione per me, è quelle dai 5 anni di età, quando vedevo mia madre proteggermi, fino ai 17 anni, quando la dottrina spiritica è penetrata nella nostra casa. Il secondo dal 1928 al 1931, in cui ho fatto la psicografia di centinaia di messaggi che i benefattori spirituali, più tardi, decisero fossero inutilizzati perché nella loro opinione erano soltanto abbozzi ed esercizi. Il terzo periodo comincia con la presenza del nostro abnegato Emmanuel, che dal 1931 ha assunto l’incarico di orientare tutte le attività medianiche fino ad ora.

Con 60 anni di medianità (1), completati l’8 luglio scorso, Francisco Cândido Xavier è l’esempio del proprio BENE incarnato, una personalità sempre a servizio del Più Alto e con volontà sottomessa alla Volontà Maggiore. Fino ad ora sono state già pubblicate 300 opere, ricevute attraverso la sua psicografia, essendo: opere di comunicazione famigliare: “Speranza ed Allegria”; opere di messaggi: “Abbi buon Animo” e “Tema della Vita”.

                Altamirando Carneiro

(1) Articolo estratto dalla rivista: Chico Xavier - 60 anni di medianità, 2ª edizione, ottobre-1991. Chico è morto nel 2002 con più di 400 opere pubblicate.


                                                      STORIE DI CHICO


1) SUICIDIO
Una signora cercò Chico con un bambino in braccio e gli disse:
- Chico, mio figlio è nato sordo, muto, cieco e senza le due braccia. Adesso ha una malattia nelle gambe e i medici vogliono amputarle entrambe per salvare la sua vita.
C’è una risposta per me nello Spiritismo?
Emmaunuel, lo Spirito Guida di Chico ha risposto:
- Chico, spiega alla nostra sorella che questo nostro fratello nelle sue braccia si è ucciso nelle dieci ultime incarnazioni e ha chiesto, prima di nascere, che gli fossero tolte tutte le possibilità di uccidersi nuovamente. Ma, adesso che ha più o meno cinque anni, cerca un fiume, un precipizio per gettarsi. Avvisa nostra sorella che gli amici medici hanno ragione.
Le sue due gambe saranno amputate, per il suo beneficio, affinché rimanga più tempo sulla Terra, per diminuire l'idea del suicidio.

2) E CONTINUÓ ACCUDENDO
Diciassette agosto 1985. Sono più o meno le due del mattino e la fila di persone sembra interminabile.
Un signore passa davanti a Chico, dice alcune parole nelle sue orecchie, dopo esce dicendo:
-Perdonami, Chico.Perdonami...Perdonami...
Alcune persone passano, e non resistono alla curiosità e domandano:
-Perché quell’uomo ti chiedeva perdono tante volte?
Chico ha abbassato il tono di voce e mi ha sussurrato:
-Lui ha detto che è venuto per uccidermi, ma non ha avuto il coraggio. Portava un revolver dentro la camicia.
Lo spavento e la sorpresa furono così grandi per me che a malapena ho potuto domandargli:
-E cosa tu hai detto a lui?
-Sia fatta la volontà di Dio.
E continuò accudendo la moltitudine come se niente fosse successo.

3) IL SERPENTE
Un giorno Chico stava andando al lavoro e trovò un serpente nel percorso che faceva. Tentò di sviare, ma il rettile strisciava, circondandolo.
La prima cosa che qualsiasi persona avrebbe fatto era cercare una pietra, un pezzo di legno per schiacciare il serpente. Ma Chico, no.
Il suo dialogo con esso è qualcosa che ci commuove.
-Guarda, mia sorella, sto andando al lavoro ed è necessario che tu mi lasci passare.
Il serpente lo guardò con meno aggressività, ma non uscì dal cammino.
-Guarda, mia sorella, ha ripetuto lui, sto andando più presto perché se io andassi in autobus il denaro mi mancherebbe alla fine del mese, poiché ho una famiglia numerosa che ha bisogno di aiuto. Presto l'autobus uscirà da Pedro Leopoldo e io starò ancora qui, perché il coraggio per ucciderti non ce l'ho. Dunque, tu sarai certamente schiacciato ed io non vorrei che ciò ti succedesse.
Il serpente lo guardò per un po’ di tempo e se ne andò nella boscaglia.
Chico ha potuto allora passare e arrivare in tempo al lavoro.

                                              Il culto del Vangelo nel focolare

Una coppia di amici di Chico cominciò a fare il culto del Vangelo nel focolare e fu informata che se avessero perseverato con fede, quando fossero passati sei anni, Gesù gli avrebbe inviato un regalo.

Quando si completò il sesto anno, erano ansiosi aspettando il regalo.

Finirono il culto e rimasero ad aspettare fino alla mezzanotte. Ma non succedeva niente.

Nel giorno seguente, quando si svegliarono, scoprirono che i ladri erano entrati nella loro casa, portando, tra le altre cose, un valorosissimo e storico diamante.

Un poco increduli e delusi, andarono a cercare Chico.

La risposta non poteva essere più lucida:

-Ma il regalo era esattamente questo. Il valore di quel diamante era incalcolabile e furono commessi tanti crimini e tanti suicidi per causa di esso, che voi stavate con quasi un centinaio di spiriti cattivi dentro al focolare. Molti furono addottrinati e illuminati con il culto, ma ventotto stavano induriti e l'unico modo di ritirarli dalla vostra casa, fu quello di fare in modo che il diamante andasse via e loro accompagnarono il gioiello.


                                    SUO NOME ERA AMORE (Chico Xavier)

Parlare di Francisco Cândido Xavier è un compito difficile e meraviglioso allo stesso tempo.

Biografie esistono in tanti siti, principalmente sui siti brasiliani, in lingua portoghese e in altre lingue.

L’ho conosciuto di persona e posso dirvi, come tante altre persone che l’hanno conosciuto, che era un uomo meraviglioso, allegro, semplice e umile.

Con tutti i suoi problemi di salute, aveva sempre una parola di ottimismo a chi si rivolgeva a lui, una voce dolce e tenera.

Ho avuto l’opportunità di parlare con lui alcune volte a Uberaba, San Paolo, Santos, Guarujá e altre città in belle pomeriggi di autografo e anche di visitare sua casa a Uberaba, oggi trasformata in museo dopo sua morte. E in quelle pomeriggi di autografo dei suoi libri, ricevuti attraverso la psicografia, pomeriggi che diventavano notti e albe di autografo, lui, nonostante la stanchezza, non lasciava di parlare con nessuno e offrire una rosa.

Chico ha dedicato sua vita alle persone bisognose fosse di aiuto materiale, che di aiuto spirituale. Donava tanto amore e semplicità che la voglia di tutti era rimanere insieme a lui per tutta la vita, a causa delle sue vibrazioni positive.

Emmanuel, suo Spirito Guida, gli ha chiesto, per il lavoro medianico che doveva fare, 3 richieste:disciplina, disciplina e disciplina e per questo e tanti altri motivi, Chico era il grande medium che tutti amavano.

Chico è morto a 30 giugno 2002, con 92 anni, dopo di 75 anni dedicati a medianità, principalmente a psicografia e più di 400 libri scritti, di cui ha mai ricevuto una moneta riguardo ai diritti di autore. E è morto come voleva: in un girono in cui il Brasile stesse molto felice e questo giorno, 30 giugno 2002 è stato il giorno in che la squadra brasiliana di calcio ha vinto la copa del mondo, un giorno felice per tutti.

Vi invito a leggere Duemila Anni Fa e altri libri di Chico che avrete l’opportunità di leggere, perché portano una conoscenza senza limiti.

Emmanuel, lo Spirito Guida di Chico Xavier, ha scritto tanti libri attraverso la sua medianità che parlino su tanti temi e altri libri in forma di romanzo come oltre Duemila Anni Fa, Cinquantanni Dopo, Rinuncia, Paolo e Stefano e Ave Cristo. Emmanuel, dopo la reincarnazione come Publio Lentulus a Duemila Anni Fa, come lo schiavo Nestório a Cinquatanni Dopo, come il Prete Damiano a Rinuncia, ha avuto una incarnazione dove era il Prete Manuel da Nobrega, il gesuita che fondò la città di San Paolo in Brasile, a 25 gennaio 1554.



(Orleide Felix de Matos)



                                                   TU MI CHIAMASTI ?

La vita di Chico fu sempre un sacrificio costante.
Quelli che lo cercavano perché soffrivano non sapevano quanto lui aveva sofferto.
Un giorno lui ci disse: lo spiritista piange nascosto, poi lava il viso e va ad accudire la moltitudine sorridendo.
E fu in un'epoca come quella in cui la sofferenza gli bussò più fortemente alle porte dell'anima che è accaduto quello di cui parleremo in seguito:
Dopo una giornata di lavoro, quando si preparava per dormire le sue due o quattro ore di sonno, gli apparve una figura diabolica e gli domandò:
-Tu mi chiamasti?
La voce faceva rabbrividire e quando Chico stava per rispondere, ascoltò lo Spirito Emmanuel dirgli:
-Non dire di no.
È rimasto a pensare cosa dire per un minuto, e i minuti davanti ad una creatura di quel tipo sembrano secoli, disse Chico.
-Tu mi chiamasti?
tornò a domandare la creatura.
-Chiamai, sì, signore, rispose Chico.
-E cosa tu vuoi?
-È che la vita è così difficile per me attualmente che io vorrei che Lei mi benedicesse in nome di Dio o in nome delle forze che Lei crede.
Lo spirito lo guardò in modo enigmatico e disse:
-Eh! Chico Xavier, con te è molto difficile. E sparì.

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