CONTATORE VISITE

♥-BENVENUTI IN CHAT-- CLICCATE SUL NIK CHE VI DA LA CHAT E INSERITE IL VOSTRO NOME , GRAZIE ♥

mercoledì 7 dicembre 2011

EPILOGO DELL'INSEGNAMENTO DEGLI SPIRITI - MASSIME ESTRATTE DALL'INSEGNAMENTO DEGLI SPIRITI


Epilogo dell'insegnamento degli Spiriti

"

1° Dio è l’intelligenza suprema, causa prima di tutte le cose. Dio è eterno, unico, immateriale, immutabile, onnipossente, sommamente giusto e buono. Egli debb’essere infinito nelle sue perfezioni, perché se fosse possibile supporre imperfetto un solo dei suoi attributi, non sarebbe più Dio.

"

2° Dio creò la materia che costituisce i mondi, creò del pari gli esseri intelligenti che appelliamo spiriti, perfettibili per la loro natura, incaricati di guidare i mondi materiali secondo le leggi immutabili della creazione. Perfezionandosi, essi s’accostano alla divinità.

3° Lo spirito, propriamente detto, è il principio intelligente; la sua intima natura ci è sconosciuta; per noi esso è immateriale, non avendo alcuna analogia con ciò che noi diciamo materia.

4° Gli spiriti sono esseri individuali; hanno un involucro etereo, imponderabile chiamato perispirito, specie di corpo fluidico, tipo della forma umana. Popolano lo spazio che percorrono colla rapidità del baleno, e costituiscono il mondo invisibile.

5° Non conosciamo l’origine e come siano stati creati gli spiriti, sappiamo soltanto che furono creati semplici ed ignoranti, vale a dire privi di scienza e della conoscenza del bene e del male, ma con eguale attitudine per tutto, imperocché Dio nella sua giustizia non poteva esentare gli uni dal lavoro imposto agli altri per giungere alla perfezione. Sulle prime sono in una specie di infanzia senza volontà propria, e senza conoscenza perfetta di loro esistenza.

6° Negli spiriti il libero arbitrio accompagnando lo sviluppo delle loro idee, Dio disse: «Tutti potrete arrivare alla felicità suprema, allorquando vi sarete procacciate le cognizioni che vi mancano e adempito il còmpito che vi assegno. Lavorate pertanto pel vostro avanzamento: ecco la meta; voi vi perverrete seguendo le leggi che scolpii nella vostra coscienza». In conseguenza del loro libero arbitrio, gli uni procedono pel cammino diretto, che è quello del bene; gli altri pel più lungo, che è quello del male.

7° Dio non creò il male; stabilì le leggi, e queste sono sempre buone, perché egli è sommamente buono; colui che fedelmente le osservasse sarebbe perfettamente beato; ma gli spiriti, col loro libero arbitrio, non sempre le osservarono, e il male fu il risultato della disobbedienza loro. Puossi adunque dire che il bene è tutto quanto è conforme alla legge di Dio, e il male tutto quanto ne è contrario.

8° Per concorrere come agenti della potenza divina all’opera dei mondi materiali, vestono gli spiriti temporariamente un corpo materiale. Col lavoro imposto dalla loro esistenza corporea, perfezionano l’intelligenza, ed acquistano coll’osservanza della legge di Dio i meriti che li condurranno alla eterna felicità.

9° L’incarnazione da principio non è imposta allo spirito come una punizione: essa è necessaria al suo sviluppo ed al compimento delle opere di Dio, e tutti debbonla subire, sia che s’incamminino nel bene o nel male; soltanto quelli che proseguiranno nel cammino del bene, avanzando più presto, giungeranno più sollecitamente alla meta, e vi perverranno con condizioni meno penose.

10° Gli spiriti incarnati costituiscono l’umanità, che non è già limitata alla terra, ma che popola tutti i mondi sparsi nello spazio.

11° L’anima dell’uomo è uno spirito incarnato. Per assecondarlo nell’adempimento del suo còmpito Dio gli concesse come ausiliari gli animali che gli sono sommessi, l’intelligenza ed il carattere dei quali sono relativi ai suoi bisogni.

12° Il perfezionamento dello spirito è il frutto della sua propria opera, e della sua arrendevolezza agli aiuti che gli vengono dati dal Signore e dai suoi ministri, i buoni spiriti; non potendo in una sola esistenza corporea acquistare tutte le qualità morali e intellettuali che devono condurlo allo scopo, egli vi arriva per una successione d’esistenze, in ciascuna delle quali s’avanza di qualche passo nella via del progresso.

13° In ciascuna esistenza corporea deve lo spirito sottostare ad un còmpito proporzionato al suo sviluppo; quanto più esso è aspro e faticoso, altrettanto esso ha merito nell’adempirlo. Ogni esistenza è in tale modo una prova che lo ravvicina allo scopo. Il numero di queste esistenze è indeterminato. Sta nella volontà dello spirito lo accorciarla lavorando attivamente al suo perfezionamento morale, come sta nella volontà dell’operaio incaricato d’un lavoro, l’accorciare il numero dei giorni che vi dovrebbe impiegare.

14° Allorché una esistenza fu male impiegata, non reca profitto veruno allo spirito, che deve ricominciarla in condizioni più o meno aspre, in ragione della sua negligenza e della sua cattiva volontà; come nella vita terrestre possiamo essere costretti a fare nel domani quanto nell’oggi non volemmo fare.

15° La vita spirituale è la vita normale dello spirito: essa è eterna; la vita corporale è transitoria e passeggera: non è che un istante nell’eternità.

16° Nell’intervallo delle sue esistenze corporali, lo spirito è errante. Il suo errare non ha durata determinata; in questo stato lo spirito è felice o sventurato, secondo il buono o cattivo uso che avrà fatto dell’ultima sua esistenza; medita sulle cause che affrettarono o ritardarono il suo avanzamento; prende le risoluzioni che procurerà porre in atto nella sua prossima incarnazione, e sceglie ben soventi esso medesimo le prove che crede più acconce al suo avanzamento; ma alcuna volta s’inganna o soccombe, non osservando come uomo le risoluzioni prese come spirito.

17° Lo spirito colpevole è punito con sofferenze morali nel mondo degli spiriti, e con pene fisiche nella vita corporale. Le sue afflizioni sono la conseguenza delle sue colpe, cioè delle infrazioni alla legge di Dio, di modo che esse sono a una volta una espiazione del passato, ed una prova per l’avvenire: in tal modo l’orgoglioso può avere una esistenza d’umiliazione, il tiranno di servaggio, di miseria il ricco egoista.

18° Vi sono mondi appropriati ai differenti gradi d’avanzamento degli spiriti, ove l’esistenza corporea si trova in diverse condizioni. Meno lo spirito è avanzato, più il corpo in cui è involto è pesante e materiale: a misura che esso si purifica, procede in mondi superiori moralmente e fisicamente. La terra non è né il primo né l’ultimo, ma è uno dei più arretrati.

19° Gli spiriti colpevoli sono incarnati nei mondi meno avanzati, nei quali espiano colle tribolazioni della vita le loro colpe. Questi mondi sono per essi veri purgatorii, ma sta in loro mano l’affrettare l’uscita coll’opera del loro avanzamento morale. La terra è uno di questi mondi.

20° Dio sommamente giusto e buono non danna le sue creature a castighi perpetui per colpe temporanee; in ogni tempo offre loro il modo di progredire e di riparare il male che fecero. Dio perdona, ma vuole il pentimento, la riparazione e il ritorno al bene; dimodochè la durata del castigo è proporzionata alla persistenza dello spirito nel male, e per conseguenza il castigo sarebbe eterno per chi eternamente perseverasse nella cattiva via; ma tostochè un barlume di pentimento si fa strada al cuore del colpevole, allora prova gli effetti della misericordia di Dio. L’eternità delle pene devesi considerare in senso relativo e non assoluto.

21° Incarnandosi gli spiriti recano con sé quanto acquistarono nelle precedenti esistenze; egli è per questo che gli uomini mostrano istintivamente attitudini speciali, inclinazioni triste o buone che sembrano innate in essi.

Le cattive tendenze naturali sono i rimasugli delle imperfezioni dello spirito, delle quali non s’è in tutto spogliato; sono anche le conseguenze delle colpe commesse, e il vero peccato originale. In ciascuna esistenza dee l’uomo purificarsi di qualche sozzura.

22° L’obblio delle esistenze antecedenti è un benefizio di Dio che nella sua bontà volle risparmiare all’uomo ricordi il più delle volte penosi. A ogni nuova esistenza l’uomo è ciò che egli stesso s’è formato; è per esso un nuovo punto di partenza; conosce le sue imperfezioni attuali, sa che queste sono la conseguenza di quelle che avea, ne deduce il male che poté commettere, e ciò gli basta per spingerlo a correggersi. Se in altri tempi possedeva difetti che poté lasciare, non dee darsene pensiero: avrà sempre a sufficienza imperfezioni attuali.

23° Se l’anima non ha puranco vissuto, vuol dire che essa fu creata contemporanea al corpo; in questo supposto, essa non può avere alcuna relazione con quelle che la precedettero. Ora si domanda come Dio sommamente giusto e buono può averla resa responsale d’un fallo del padre dell’uman genere, aggravandola d’un peccato originale da essa non commesso. Dicendo all’incontro che essa reca nel rinascere il germe delle imperfezioni delle esistenze antecedenti; che subisce nella attuale le conseguenze delle colpe passate, si dà al peccato originale una spiegazione logica, che ognuno può comprendere e ammettere, imperocché l’anima non è solidaria che delle proprie opere.

24° La varietà delle attitudini innate morali e intellettuali è una prova che l’anima ha già vissuto; se fosse stata creata contemporaneamente al corpo attuale, non sarebbe consono alla bontà e all’assoluta giustizia di Dio l’aver creati gli uni più avanzati degli altri. Perché selvaggi e inciviliti, buoni e tristi, goffi e ingegnosi? Nel dire che gli uni acquistarono col vivere più degli altri, tutto si spiega.

25° Ove l’esistenza attuale fosse unica e dovesse sola decidere dell’anima per l’eternità, quale sarebbe la sorte dei fanciulli che soccombono in tenera età? Non avendo essi operato né bene né male, non meritano né premio né castigo. Giusta la parola di Cristo, essendo ognuno ricompensato in misura delle azioni sue, essi non avrebbero diritto alla perfetta felicità degli angeli, e non meriterebbero di esserne privati. Dite che ciò che non fecero nella esistenza interrotta, sarà da essi compiuto in un’altra successiva, e le eccezioni scompaiono.

26° Per la stessa causa quale sarebbe la sorte dei cretini, degli idioti? Non avendo coscienza del bene e del male non possono essere risponsabili delle loro azioni. Sarebbe Dio buono e giusto creando anime stupide per condannarle ad una esistenza miserabile priva di compenso? All’incontro ammettete che l’anima del cretino, dell’idiota sia in punizione in un corpo incapace a esprimere le sue idee, nel quale essa stia come un uomo fra ritorte, e più nulla avrete che non sia conforme alla giustizia divina.

27° Lo spirito spogliandosi gradatamente in queste successive incarnazioni delle sue impurità, e perfezionato dalla fatica, giunge al fine delle sue esistenze corporee; fa parte allora dell’ordine dei puri spiriti o angeli, e gioisce a una della vista completa di dio e d’una inalterabile felicità eterna.

28° Essendo gli uomini in espiazione sulla terra, Dio da buon padre non li abbandona a se stessi C76senza guida. In primo luogo essi hanno i loro spiriti protettori o angeli custodi che vegliano su di essi e procurano di condurli nel retto sentiero; hanno anche gli spiriti in missione sulla terra, spiriti elevati incarnati di tempo in tempo fra gli uomini a far progredire l’umanità, illuminando colle opere loro il cammino. Abbenchè Iddio abbia scolpita la sua legge nella coscienza, credette necessario il formularla in maniera esplicita; primieramente mandò Mosè, ma le leggi di Mosè erano adattate agli uomini del suo tempo: non parlò che della vita terrena, delle pene e delle ricompense terrene; Gesù venne in seguito a completare la legge di Mosè con un insegnamento più elevato: la pluralità delle esistenze, la vita spirituale, le pene e le ricompense morali. Mosè imponeva col timore, Gesù coll’amore e colla carità.

29° Lo spiritismo, meglio inteso oggidì, aggiunge per gl’increduli l’evidenza alla teoria; prova l’avvenire con fatti patenti; dice in termini chiari e senza equivoci quando Gesù espresse con parabole; spiega le verità sconosciute o mal interpretate; rivela la esistenza del mondo invisibile o degli spiriti, e inizia l’uomo ai misteri della vita futura. Esso combatte il materialismo, che è una ribellione contro la podestà di Dio; stabilisce infine fra gli uomini il regno della carità e della solidarietà annunciato da Cristo. Mosè smosse il terreno, Gesù vi sparse la semente, lo spiritismo s’appresta a raccogliere.

30° Lo spiritismo non è una luce nuova, ma una luce più viva perché essa sorge da tutti i punti del globo dalla voce di coloro che vissero. Mettendo in evidenza ciò che era oscuro, pon fine alle interpretazioni erronee, e deve rannodare gli uomini a una stessa credenza, un solo Dio essendovi, le cui leggi sono le stesse per tutti; egli segna infine l’èra dei tempi predetti da Cristo e dai Profeti.

31° I mali che colpiscono gli uomini sulla terra sono prodotti dall’orgoglio, dall’egoismo e da tutte le altre cattive passioni. Col contatto dei loro vizi gli uomini si rendono reciprocamente disgraziati e si puniscono a vicenda gli uni col mezzo degli altri; la carità e l’umiltà subentrino all’egoismo e all’orgoglio, allora più non cercheranno a nuocersi, rispetteranno i diritti di ognuno, e la concordia e la giustizia avranno fra essi i loro regno.

32° Ma in qual modo sradicare l’egoismo e l’orgoglio che paiono innati nel cuore umano? L’egoismo e l’orgoglio allignano nel cuore degli uomini perché questi sono spiriti che s’incamminarono si da principio nel sentiero del male, e che furono esigliati sulla terra per punizione dei loro vizi; è sempre il peccato originale di cui molti non si spogliarono puranco. Col mezzo dello spiritismo Dio invia loro un nuovo appello alla pratica della legge di Cristo: la legge dell’amore e della carità.

33° Essendo arrivato il tempo fissato alla terra per divenire il soggiorno della felicità e della pace, Dio non permette che i cattivi spiriti incarnati seguitino a portarvi il disordine a pregiudicio dei buoni, epperò dovranno sparire dalla sua faccia. Essi espieranno il loro indurimento in mondi meno avanzati, ove lavoreranno di nuovo al loro perfezionamento in una serie d’esistenze più disgraziate e penose che sulla terra.

Essi formeranno in questi mondi una nuova razza più illuminata, il cui còmpito sarà di far progredire, colla scorta delle cognizioni acquistate, gli esseri ritardati che li abitano. Non ne usciranno fino a quando l’avranno meritato, e così fin a che abbiano raggiunta la completa purificazione. Se la terra era per essi un purgatorio, questi mondi saranno loro un inferno, ma un inferno dal quale la speranza non è mai bandita.

34° Mentre la generazione proscritta andrà rapidamente scomparendo dalla terra, una nuova generazione sorgerà, le cui credenze saranno basate sullo spiritismo cristiano. Noi assistiamo alla transizione, preludio del rinnovamento morale di cui lo spiritismo segna l’avvenimento.


Massime estratte dall'insegnamento degli Spiriti

35° Lo scopo essenziale dello spiritismo è il miglioramento degli uomini; non vi si cerchi che quanto può aiutare il progresso morale ed intellettuale.

36° Il vero spiritista non è quello che crede nelle manifestazioni, ma colui il quale pone a profitto l’insegnamento degli spiriti. A nulla serve il credere, ove non faccia avanzare d’un passo l’uomo nella via del progresso morale, e nol renda migliore a pro del suo prossimo.

37° L’egoismo, l’orgoglio, la vanità, l’ambizione, la cupidigia, l’odio, l’invidia, la gelosia, la maldicenza, sono per l’anima erbe velenose, delle quali ogni giorno conviene strappare qualche foglia, e che hanno per antidoto la carità e l’umiltà.

38° La credenza nello spiritismo non è proficua che a colui del quale puossi dire: Oggi è migliore di ieri.

39° L’importanza che l’uomo dà ai beni temporali è in proporzione inversa della sua fede nella vita spirituale; è il dubbio dell’avvenire che lo spinge a cercare i godimenti di questo mondo, soddisfacendo le sue passioni a costo anche del danno del suo prossimo.

40° Le afflizioni della terra sono il farmaco dell’anima; esse la salvano per l’avvenire, come una operazione dolorosa del chirurgo salva la vita e rende la salute al malato. Cristo lo disse: «Beati gli afflitti, perchè saranno consolati».

41° Nelle afflizioni vostre abbassate lo sguardo al di sotto di voi, non al di sopra; pensate a quelli che soffrono ancor più di voi.

42° La disperazione è naturale per colui il quale crede, tutto finire colla vita del corpo; è un controsenso per chi ha fede nell’avvenire.

43° Spesse volte quaggiù l’uomo è l’artefice della propria infelicità; rimonti alla fonte delle sue disgrazie, e rinverrà essere quelle quasi sempre la conseguenza della sua imprevidenza, del suo orgoglio, della sua avidità, e per conseguenza dell’infrazione alle leggi di Dio.

44° La preghiera è un atto di adorazione. Pregar Dio è pensare a lui; è avvicinarsi a lui; è porsi in comunicazione con lui.

45° Colui il quale prega con fervore e con confidenza acquista maggior forza contro le tentazioni del male, e Dio gli manda buoni spiriti per assisterlo. E’ un aiuto che non è mai rifiutato, quando è chiesto con sincerità.

46° L’essenziale non è il pregar molto, ma il pregar bene. Certuni credono che tutto il merito consista nella prolissità della preghiera, e chiudono gli occhi sui loro proprii difetti. Per costoro la preghiera è una occupazione, un impiego del tempo, ma non una meditazione su loro stessi.

47° Colui che chiede a Dio perdono delle sue colpe, non l’ottiene che mutando condotta. Le buone azioni sono la più bella delle preghiere, perocchè i fatti valgono meglio delle parole.

48° Tutti i buoni spiriti raccomandano la preghiera; essa è anche domandata dagli spiriti imperfetti come mezzo d’alleviare le loro pene.

49° La preghiera fa sì che gli spiriti sofferenti si sentono meno derelitti, meno infelici al vedere che si ha interesse per loro; essa rialza il loro coraggio, eccita in essi il desiderio di rialzarsi col pentimento e colla riparazione, e può distoglierli dai cattivi pensieri. E’ in questo senso che la preghiera non solo può alleviare le loro sofferenze, ma eziandio accorciarle.

50° Pregate secondo le vostre convinzioni e nel modo che voi credete più acconcio, imperocché la forma è un nulla, il pensiero, l’intenzione il tutto; cosa essenziale è la purità, l’umiltà, la sincerità d’intenzione, la fede. Un buon pensiero conta meglio di innumerevoli parole, simili al rumoreggiare di un molino, e nelle quali il cuore è estraneo.

51° Dio creò i forti e i possenti a sostegno dei deboli; il forte oppressore del debole è maledetto da Dio: incontra spesso il suo castigo in questa vita senza pregiudizio dell’avvenire.

52° Le dovizie sono un deposito di cui il possessore non ha che l’usufrutto, imperocché non le porta seco lui nella fossa; e dovrà rendere un conto severo dell’impiego fattone.

53° Le dovizie sono una prova più difficile della povertà, perché servono d’incitamento all’abuso ed all’eccesso, essendo cosa meno facile l’esser moderato che rassegnato.

54° L’ambizioso che trionfa, il dovizioso che si pasce di godimenti materiali debbono ben più inspirare compianto che invidia, imperocché verrà l’ora del redde rationem. Lo spiritismo coi terribili esempi di coloro che vissero e che vengono a sollevare il velo sulla loro sorte, dimostra la verità delle parole di Cristo: «Chiunque s’innalza sarà abbassato, e chiunque s’abbassa sarà innalzato».

55° La carità è la legge suprema di Cristo: «Amatevi gli uni e gli altri come fratelli; amate il vostro prossimo come voi stessi; perdonate ai vostri nemici; non fate agli altri ciò che non vorreste che a voi fosse fatto»: tutto ciò si concentra nella parola carità.

56° La carità non consiste solo nell’elemosina, imperciocchè èvvi la carità di pensieri, di parole e di opere. Carità di pensiero è in colui che commisera con indulgenza i falli del suo prossimo, e cerca di migliorarlo con amore; carità di parole è in chi si astiene dal nulla dire che possa recare nocumento al prossimo; caritatevole in opere è chi assiste il suo prossimo nella misura che le sue forze gli permettono.

57° Il poverello che spezza il suo pane con uno più povero ancora, è ben più caritatevole agli occhi di Dio, ed ha maggior merito di colui che senza alcuna privazione dà il suo superfluo.

58° Chiunque nutre contro il suo prossimo sentimenti d’animosità, d’odio, di gelosia, di rancore, manca di carità; mente dicendosi cristiano, e reca offesa a Dio.

59° Uomini di tutte le caste, di tutte le sètte, di tutti i colori, voi siete tutti fratelli, perché Dio tutti vi chiama a sè; stringetevi dunque la mano, qualunque siasi il vostro modo d’adorarlo, e non scagliatevi l’anatema, imperocché l’anatema è la negazione della legge di carità proclamata da Cristo.

60° Coll’egoismo, gli uomini sono in perpetua lotta; colla carità, saranno in pace. La carità, formando la base delle loro instituzioni, può sola assicurare in questo mondo la felicità; secondo le parole di Cristo essa sola può eziandio assicurare la felicità futura, racchiudendo implicitamente essa tutte le virtù che possono condurre alla perfezione. Colla vera carità, quale fu insegnata da Cristo, svanisce l’egoismo, l’orgoglio, l’odio, la gelosia, la maldicenza, l’attacco smodato ai beni di questo mondo. Egli è perciò che lo spiritismo cristiano assunse per massima:

                                                                                     "SENZA CARITÀ NON VI È SALUTE."

Increduli! Voi potete ridere degli spiriti, beffarvi di coloro i quali credono alle loro manifestazioni; ridete, se vi basta l’animo, di questa massima che essi c’insegnarono, e che è una vostra propria salvaguardia, imperocché gli uomini si dilanierebbero essi stessi, ove la carità fosse proscritta dalla terra, e voi forse potreste esserne le prime vittime. L’epoca non è lontana in cui questa massima, apertamente proclamata in nome degli spiriti, sarà simbolo di garanzia e titolo di confidenza per coloro che la porteranno scolpita nel cuore.

Uno spirito disse: «Si rise delle tavole semoventi; non si riderà della filosofia e della morale che da esse derivarono». Infatti in ora, dopo alcuni anni soltanto, siamo già lungi da quei primitivi fenomeni che servirono per un istante di distrazione agli oziosi ed ai curiosi. «Questa morale, voi dite, è antica. Gli spiriti dovrebbero essere abbastanza forniti di spirito per procurarci qualche cosa di nuovo» (frase spiritosa di più d’un critico). Tanto meglio! la sua antichità prova che essa è di tutti i tempi, e gli uomini non avendola praticata, sono maggiormente colpevoli, non essendovi verità più vere di quelle che sono eterne. Lo spiritismo la richiama loro, non con una rivelazione isolata fatta ad un solo uomo, ma per voce degli spiriti, che, simile alla tromba finale, esclama: «Credete che coloro i quali chiamate morti sono vivi meglio di voi, imperocché essi vedono quanto voi non vedete, intendono quanto voi non intendete; riconoscete in coloro che parlano i vostri congiunti, i vostri amici, coloro che avete prediletti sulla terra, e che, credeste perduti per sempre; disgraziati coloro che credono tutto finire colla materia, perché arriverà la loro ora del disinganno; disgraziati coloro che mancheranno di carità, perchè essi soffriranno quanto fecero soffrire agli altri! Porgete l’orecchio alla voce di coloro che soffrono e che vi dicono: Noi soffriamo per avere sconosciuto la grandezza di Dio e dubitato della infinita sua misericordia; noi soffriamo pel nostro orgoglio, pel nostro egoismo, pella nostra avarizia e per tutte le male passioni che non seppimo reprimere; noi soffriamo del male cagionato al nostri simili dalla trascuranza della legge di carità».

Nessun commento:

Posta un commento