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giovedì 17 marzo 2011

ERE GEOLOGICHE



1 - La terra porta in sé le tracce evidenti della sua formazione: se ne possono
seguire le fasi con una precisione matematica nei terreni diversi che
costituiscono la sua ossatura. Il complesso di questi studi forma la scienza che
viene chiamata geologia, nata in questo secolo: è la scienza che ha fatto luce
sul problema tanto controverso dell’origine della terra e degli esseri viventi
che l’abitano. Qui non siamo nel campo delle ipotesi: ci troviamo di fronte ai
risultati rigorosi dell’osservazione dei fatti, e non sono ammessi dubbi quando
ci si trova davanti ai fatti. La storia della formazione del globo terrestre è
scritta negli strati geologici in modo assai più certo di quanto sia scritta nei
libri pieni di preconcetti, poiché è la stessa natura che parla, che si mostra allo
scoperto, e non l’immaginazione degli uomini che ha creato dei sistemi. Dove
si scorgono le tracce del fuoco, si può affermare con assoluta certezza che lì è
esistito il fuoco; dove si vedono quelle dell’acqua, si può dire con certezza non
minore che vi è stata l’acqua; là dove si osservano tracce degli animali, si
comprende che vi hanno vissuto degli animali.
La geologia è quindi una scienza basata interamente sull’osservazione: trae
conclusioni soltanto da ciò che vede; non formula affermazioni sui punti
dubbi; si limita invece ad avanzare opinioni discutibili la cui soluzione
definitiva verrà data da osservazioni più complete. Senza le scoperte della
geologia, come del resto senza le scoperte dell’astronomia, la
Genesi del mondo sarebbe tuttora avvolta nelle tenebre della
leggenda. Grazie alla geologia, invece, oggi l’uomo conosce la storia della sua
dimora, e l’impalcatura delle favole che attorniava la sua origine è crollata per non risollevarsi mai più.
2 - Dovunque esistono, nel suolo, tagli o scavi naturali oppure praticati dagli
uomini, si osservano quelle che vengono chiamate stratificazioni, cioè strati
sovrapposti. I terreni che presentano questa disposizione vengono designati
con il nome di terreni stratificati. Tali strati hanno uno spessore molto
variabile, che va da pochi centimetri fino a cento metri e più, e si distinguono
gli uni dagli altri per il colore e la natura delle sostanze che li compongono. I
lavori della terra, gli scavi dei pozzi, lo sfruttamento delle cave e soprattutto
delle miniere hanno permesso di osservarli fino ad una profondità assai notevole.
3 - Gli strati sono generalmente omogenei; vale a dire che ciascuno di essi è
formato da una stessa sostanza, oppure da diverse sostanze che sono esistite
insieme e che hanno formato un tutto compatto. La linea di separazione che li
isola gli uni dagli altri è sempre tagliata nettamente, come i piani di un
edificio; mai li vediamo mescolarsi e perdersi l’uno nell’altro ai rispettivi
confini, come avviene invece, per esempio, per i colori del prisma e dell’arcobaleno.
Grazie a questi caratteri, si può riconoscere che gli strati si sono formati
successivamente, e si sono depositati gli uni sugli altri in condizioni diverse e
per cause diverse; quelli più profondi, naturalmente, si sono formati prima, e
quelli più superficiali si sono formati invece in epoche posteriori. L’ultimo
strato, quello che si trova alla superficie, è lo strato di terra vegetale, che deve
le sue proprietà ai detriti delle materie organiche derivanti dalle piante e dagli animali.
4 - Gli strati inferiori, sistemati al di sotto dello strato vegetale, in geologia si
chiamano rocce, designazione che, nella sua accezione, non implica sempre
l’idea di una sostanza pietrosa, ma significa un letto o banco di una sostanza
qualunque di minerale. Alcune sono formate di sabbia, di argilla o di creta, di
marmo, di ciottoli; altre sono costituite da pietre vere e proprie, più o meno
dure, come i calcari o pietre da calce, il grès, i marmi, il gesso, le pietre molari,
i carboni fossili, gli asfalti e così via. Si dice che una roccia è più o meno
potente a seconda del suo spessore più o meno considerevole.
Per mezzo dell’esame della natura di queste rocce e da questi strati si
riconosce, da segni certi, che gli uni provengono da materie fuse e talvolta
vetrificate dall’azione del fuoco; altri da sostanze terrose depositate dalle
acque; alcune di queste sostanze sono rimaste disgregate, come le sabbie;
altre, all’inizio allo stato pastoso, sotto l’azione di certi agenti chimici o di
altre cause si sono indurite e hanno acquisito, con l’andare del tempo, la
consistenza della pietra. I banchi di pietre sovrapposte stanno a indicare
depositi successivi. Il fuoco e l’acqua hanno quindi avuto la loro parte nella
formazione dei materiali che compongono l’impalcatura solida del globo.
5 - La posizione normale degli strati terrosi o pietrosi provenienti da depositi
acquosi è la direzione orizzontale. Quando si scorgono quelle immense
pianure che si estendono talvolta a perdita d’occhio, in una orizzontalità
perfetta, unite come se fossero state livellate con un rullo compressore, o quei
fondovalle piani quanto la superficie di un lago, si può essere certi che in
un’epoca più o meno lontana, quei luoghi sono rimasti a lungo coperti da
acque tranquille che, ritirandosi, hanno lasciato in secco le terre che avevano
depositato durante la loro permanenza. Dopo che le acque si furono ritirate,
quelle terre si sono ricoperte di vegetazione. Se, anziché terre grasse,
limacciose, argillose o marnose, atte ad assimilare i principi nutritivi, le acque
hanno depositato soltanto sabbie silicee, senza aggregazione, si hanno allora
quelle pianure sabbiose ed aride che costituiscono le lande ed i deserti. I
depositi lasciati dalle inondazioni parziali e quelli che formano gli
interramenti alle foci dei fiumi possono darne, in piccolo, un’idea abbastanza chiara.
6 - Sebbene l’orizzontalità sia la posizione normale e più generale delle
formazioni acquose, si vedono assai di frequente, su distese vastissime nei
paesi montuosi, rocce dure la cui natura indica formate dalle acque: sono
collocate in posizione inclinata e talvolta addirittura verticale. Ora, poiché,
secondo le leggi dell’equilibrio dei liquidi e del peso, i depositi acquosi non
possono formarsi se non in piani orizzontali, dato che quelli che hanno luogo
su piani inclinati vengono trascinati verso il basso dalle correnti e dal loro
stesso peso, resta evidente che questi depositi hanno dovuto venire sollevati
da una forza qualunque, dopo la loro solidificazione o trasformazione in pietre.
Sulla base di queste considerazioni, si può concludere con certezza che tutti
gli strati pietrosi provenienti da dei depositi acquosi in una posizione
perfettamente orizzontale, sono stati formati nel corso dei secoli da acque
tranquille; ogni volta che hanno, invece, una posizione inclinata, ciò è
avvenuto perché il suolo è stato tormentato e dislocato successivamente da
sconvolgimenti generali o parziali più o meno considerevoli.
7 - Un fatto caratteristico della massima importanza per la testimonianza
irrefutabile che fornisce, consiste nei detriti fossili di animali e di vegetali
che si trovano in quantità innumerevole nei diversi strati; e poiché questi
detriti si trovano anche nelle pietre più dure, bisogna concluderne che
l’esistenza di quegli esseri è anteriore alla formazione delle pietre stesse;
orbene, se si considera il numero prodigioso di secoli che è stato necessario
per operarne l’indurimento e per portarle nello stato in cui si trovano ormai
da tempo immemorabile, si giunge per forza di cose a questa conclusione:
l’apparizione degli esseri organici sulla terra si perde nella notte dei tempi ed
è di conseguenza assai anteriore alla data fissata dalla Genesi (1).
(1) Fossile, dal latino fossilia, fossilis, derivato da fossa e da fodere, scavare
la terra. Questa parola, in geologia, indica corpi o residui di corpi
organizzati, provenienti da esseri che vivevano prima dei tempi storici. Per
estensione, si dice anche di sostanze minerali che portano le tracce della
presenza di esseri organizzati, come le impronte di vegetali o di animali.
La parola pietrificazione si usa soltanto per i corpi trasformati in pietra
dall’infiltrazione di materia silicea o calcarea nei tessuti organici. Tutte le
pietrificazioni sono necessariamente fossili, ma non tutti i fossili sono pietrificazioni.
Gli oggetti che si rivestono di uno strato pietroso, quando vengono immersi
in certe acque cariche di sostanze calcaree, come quelle del ruscello di Saint-
Allyre, presso Clermont in Alvernia, non sono pietrificazioni vere e proprie, ma semplici incrostazioni.
I monumenti, le iscrizioni e gli oggetti che provengono dall’attività umana
appartengono invece all’archeologia.
8 - Tra i detriti di vegetali e di animali, ve ne sono parecchi che sono stati
compenetrati in tutte le parti della loro sostanza, senza che la forma ne
risultasse alterata, da materie silicee o calcaree che li hanno trasformati in
pietre, alcune delle quali hanno la durezza del marmo; sono le pietrificazioni
propriamente dette. Altri sono stati semplicemente avvolti dalla materia
ancora molle: vengono ritrovati intatti, spesso addirittura interi, dentro le
pietre più dure. Altri, infine, hanno lasciato soltanto impronte, ma di una
chiarezza e di una delicatezza perfette. All’interno di certe pietre si trovano
persino le impronte delle orme, e dalla forma del piede, delle dita e delle
unghie, si è potuto riconoscere a quale specie di animale appartenevano
9 - I fossili di animali comprendono soltanto, come è facile immaginare, le
parti solide e resistenti, cioè le ossa, le scaglie e le parti cornee; qualche volta
si rinvengono scheletri completi, ma più spesso si tratta soltanto di parti
staccate, di cui è tuttavia facile riconoscere la provenienza. Dall’esame di una
mascella, di un dente, si può comprendere subito se appartenevano ad un
animale erbivoro o carnivoro. Poiché tutte le parti dell’animale hanno tra loro
una necessaria correlazione, la forma ,della testa, di una scapola, di un osso
della zampa, di un piede basta per determinare la taglia, la forma generale, il
genere di vita dell’animale in questione (2).
(2) Al punto in cui Georges Cuvier ha portato la scienza paleontologica,
spesso basta un solo osso per determinare il genere, la specie, la forma di un
animale, le sue abitudini, e per ricostruirlo interamente.
Gli animali terrestri hanno un’organizzazione che impedisce di confonderli
con gli animali acquatici. I pesci e le conchiglie fossili sono estremamente
numerosi; solo le conchiglie formano qualche volta interi banchi di spessore
grandissimo. Dalla loro natura, si può riconoscere senza difficoltà se si tratta
di animali marini o di acqua dolce.
10 - I ciottoli arrotondati, che in certe zone costituiscono rocce potenti,
stabiliscono un indice inequivocabile della loro origine. Sono arrotondati
come i sassolini che si trovano in riva al mare, segno certo dello sfregamento
che hanno subito per effetto delle acque. Le zone in cui vengono ritrovati
sepolti in masse considerevoli sono state incontestabilmente occupate
dall’oceano o comunque dalle acque per molto tempo.
11 - I terreni delle diverse formazioni sono caratterizzati, inoltre, dalla natura
stessa dei fossili che racchiudono; i più antichi contengono specie animali o
vegetali che sono scomparse completamente dalla superficie del globo. Certe
specie più recenti sono egualmente scomparse, ma hanno conservato i loro
analoghi, che ne differiscono soltanto per la grandezza e per qualche
sfumatura di forma. Altre, infine, di cui noi vediamo gli ultimi rappresentanti,
tendono evidentemente a scomparire in un futuro più o meno prossimo, come
gli elefanti, i rinoceronti, gli ippopotami e così via. In tal modo, via via che gli
strati terrestri si avvicinano alla nostra èra, le specie animali e vegetali si
avvicinano anch’esse a quelle che esistono al giorno d’oggi.
Le perturbazioni, i cataclismi che hanno avuto luogo sulla terra a partire dalla
sua origine ne hanno quindi cambiato le condizioni di capacità del
sostentamento della vita, e hanno fatto scomparire intere generazioni di esseri viventi.
12 - Interrogando la natura degli strati geologici, si può sapere, nel modo più
positivo, se all’epoca della loro formazione, la zona che li racchiude era
occupata dal mare, da laghi o da foreste e pianure popolate da animali
terrestri, che contengono alternativamente fossili marini, terrestri e di acqua
dolce, ripetuti più volte, questo dimostra inconfutabilmente che tale zona è
stata invasa più volte dal mare, è stata coperta di laghi e poi è riemersa.
E quanti secoli dei secoli, forse quante migliaia di secoli sono stati necessari
perché si compisse ciascuno di quei periodi! Quale forza potentissima è stata
necessaria per spostare l’Oceano e per sollevare le montagne! Quante
rivoluzioni fisiche, quanti sconvolgimenti violentissimi ha dovuto subire la
terra prima di diventare quale noi la vediamo dall’inizio dei tempi storici! E
c’è chi vorrebbe che tutto questo fosse stato compiuto in un tempo minore di
quello che è indispensabile per fare spuntare una pianta!
13 - Lo studio degli strati geologici attesta, come è già stato detto, formazioni
successive che hanno modificato l’aspetto del globo, e dividono la sua storia in
diverse epoche. Queste epoche costituiscono quelle che vengono chiamate ere
geologiche: la loro conoscenza è essenziale per la fondazione della Genesi. Se
ne contano sei principali, che sono state designate con i nomi di èra primaria,
di transizione, secondaria, terziaria, del diluvio, post-diluviale o attuale. I
terreni formatisi nel corso di ogni èra si chiamano quindi terreni primitivi, di
transizione, secondari, ecc. Si dice in tal modo che il tale strato o la tale roccia
o il tale fossile si trovano nei terreni della tale èra.
14 - Ha importanza essenziale ricordare che il numero di queste ère, questi
periodi, non è affatto assoluto, e dipende dai sistemi di classificazione. Nei sei
principali citati più sopra vengono compresi soltanto quelli contraddistinti da
un cambiamento notevole e generale nello stato del globo; ma l’osservazione
dimostra che numerose formazioni successive si sono operate entro la durata
di ogni periodo; ecco perché si usa suddividerli in sottoperiodi, caratterizzati
dalla natura dei terreni, che portano a ventisei il numero delle formazioni
generali ben caratterizzate, senza contare quelle che derivano da
modificazioni dovute a cause puramente locali.

LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI (Allan Kardec ) 

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