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lunedì 14 marzo 2011

CAUSE ATTUALI DELLE AFFLIZIONI



4. Le vicissitudini della vita sono di due generi, o, se si vuole, hanno due origini ben diverse, che è necessario saper distinguere: le une hanno origine dalla vita attuale, le altre al di fuori di questa vita.
Risalendo alle fonti dei mali terrestri, sarà facile riconoscere che molti sono la conseguenza naturale del carattere e del comportamento di coloro che li soffrono.
Quanti uomini cadono per loro colpa! Quanti sono vittime della loro imprevidenza, del loro orgoglio, della loro am-bizione!
Quante persone sono rovinate dalla mancanza d’ordine, di perseveranza, per la
loro cattiva condotta o per non aver saputo porre limiti ai loro desideri!
Quante unioni infelici sono dovute al fatto di essere nate per calcolo di interesse o per vanità, senza essere giustificate dall’amore!
Quanti dissensi, quante liti funeste si sarebbero potute evitare con più moderazione e meno suscettibilità!
Quante malattie, quante infermità sono le conseguenze dell’intemperanza e degli eccessi di ogni genere!
Quanti genitori sono infelici a causa dei loro figli, perché non hanno saputo fin dal principio combatterne le cattive tendenze! Per debolezza o ignoranza, hanno lasciato che si sviluppassero in essi i germi dell’orgoglio e della sciocca vanità che inaridiscono il cuore, e poi, più tardi, quando raccolgono ciò che hanno seminato, si stupiscono e si affliggono per la loro mancanza di deferenza e per la loro ingratitudine.
Che tutti coloro che sono feriti dalle vicissitudini e dalle disillusioni della vita, interroghino imparzialmente la loro coscienza: che risalgano di tappa in tappa fino alle sorgenti dei mali che li affliggono e vedranno molto spesso che saranno costretti a dire:
Se io avessi fatto, o non avessi fatto, quella cosa, non sarei in questa situazione.
Con chi prendersela, dunque, per tutte queste afflizioni, se non con se stessi?
Cosí l’uomo, in moltissimi casi, è il creatore delle sue stesse disgrazie; ma, invece di riconoscerlo, trova più semplice e meno umiliante per la sua vanità, accusarne la sorte,la Provvidenza, il caso sfavorevole, la sua cattiva stella, quando la cattiva stella è solo la sua incuria.
I mali di questo genere costituiscono, certamente, un notevolissimo contingente nelle vicissitudini della vita: l’uomo potrà evitarli provvedendo al suo miglioramento morale ed intellettuale.
5. La legge umana scopre e punisce certe colpe: il condannato può dire, dunque,di subire le conseguenze di ciò che ha fatto. Ma la legge non può scoprire tutte le colpe, perseguita più specialmente quelle che recano pregiudizio alla società, non quelle che nuocciono a coloro stessi che le commettono. Ma Dio vuole il progresso di tutte le sue creature: per questo non lascia impunita nessuna deviazione dal dritto sentiero.
Non c’è una colpa, per leggera che essa sia, non c’è una infrazione alla sua legge che non abbia
conseguenze necessarie e inevitabili, più o meno spiacevoli; ne consegue che, nelle piccole cose, come nelle grandi, l’uomo è sempre punito dove ha peccato. Le sofferenze che ne derivano sono un avvertimento che ha agito male. Gli apportano dell’esperienza, gli fanno sentire la differen-za fra il bene e il male e la necessità di migliorare se stesso per evitare in futuro ciò che è stato per lui fonte di dolori.
Senza di esse non avrebbe nessuna ragione per emendarsi; fidando nell’impunità, ritarderebbe il suo progresso e quindi la sua futura felicità.
Ma l’esperienza talvolta giunge in ritardo, quando la vita è stata sciupata e turbata, le forze sono
esaurite,il male è senza rimedio. Allora l’uomo si dice: Se all’inizio della vita avessi saputo ciò che so adesso, quanti errori avrei evitato; se potessi ricominciare agirei in tutt’altro modo, ma ormai non c’è più tempo!
Come l’operaio ozioso dice: ho perduto la mia giornata, anche lui dice: ho perduto la mia vita.
Ma come per l’operaio il sole si leva l’indomani e comincia una nuova giornata che gli permetterà di riprendere il tempo perduto, cosí anche per lui, dopo che la notte sarà discesa, brilierà il sole di una nuova vita, nella quale potrà profittare dell’esperienza del passato emettere in atto le sue buone risoluzioni per l’avvenire.

IL LIBRO DEI MEDIUM (Allan Kardec )

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