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sabato 15 settembre 2012

AZIONE DEGLI SPIRITI SULLA MATERIA


- Eliminata l’opinione materialista come condannata dai fatti e dalla
ragione, tutto si riassume nel sapere se l’anima, dopo la morte, può
manifestarsi ai vivi. La questione ridotta così alla sua più semplice
espressione, si trova singolarmente semplificata. E prima di tutto si potrebbe
domandare, perché esseri intelligenti, che vivono in certo qual modo nel
nostro ambiente, quantunque per loro natura invisibili, non potrebbero
attestare la loro presenza in una maniera qualunque? La semplice ragione
dice che a ciò nulla vi è di assolutamente impossibile, ed è già qualche cosa.
Questa credenza ha, d’altra parte, l’assenso di tutti i popoli, poiché la si
ritrova dappertutto ed in tutte le epoche; ora, un’intuizione non potrebbe
essere tanto generale, né sopravvivere ai tempi, senza riposare su qualche
cosa. Essa è inoltre sanzionata dalla testimonianza dei libri sacri e dei Padri
della Chiesa, e ci vollero lo scetticismo ed il materialismo del nostro secolo
per relegarla fra le idee superstiziose; se noi siamo nell’errore, lo sono pure queste
autorità.
Ma tali considerazioni sono soltanto morali. Una causa ha soprattutto
contribuito a rafforzare il dubbio, in un’epoca così positiva come la nostra, in
cui si tiene a rendersi conto di tutto, in cui si vuole sapere il perché ed il come
d’ogni cosa, e questa è l’ignoranza della natura degli spiriti ed i mezzi con i
quali possono manifestarsi. Una volta acquistata questa conoscenza il fatto
delle manifestazioni non ha più niente di sorprendente e rientra nell’ordine
dei fatti naturali
- L’idea che ci formiamo degli spiriti rende, a tutta prima incomprensibile
il fenomeno delle manifestazioni. Queste manifestazioni possono aver luogo
soltanto per l’azione dello spirito sulla materia; è per questo che coloro i quali
credono che lo spirito è l’assenza di ogni materia, si domandano, con qualche
apparenza di ragione, come mai può esso agire materialmente. Ora, ecco
l’errore: poiché lo spirito non è un’astrazione, bensì un essere definito,
limitato, circoscritto. Lo spirito incarnato nel corpo costituisce l’anima:
allorché lo lascia, al giungere della morte, non ne esce spoglio di qualunque
inviluppo. Tutti ci dicono che conservano la forma umana, e infatti, allorché ci
appaiono, è sempre sotto il sembiante che già conoscevamo.
Osserviamoli attentamente al momento in cui lascialo la vita: tutto è confuso
intorno a loro perché sono in uno stato di turbamento; essi vedono il loro
corpo sano o mutilato secondo il genere di morte che hanno subito; d’altra
parte, si vedono e si sentono vivere: e qualche cosa dice loro che questo corpo
appartiene a loro, e non possono capacitarsi di esserne separati. Continuano a
vedersi sotto la loro forma primitiva, e questa vista produce in qualcuno,
durante un certo tempo, una singolare illusione, cioè quella di credersi ancora
vivi: ed è necessario che acquistino l’esperienza del loro nuovo stato, per
convincersi della sua realtà. Dissipato questo primo momento di turbamento,
il corpo diventa per essi un vecchio abito di cui si sono spogliati e che non
rimpiangono: si sentono più leggeri e come sbarazzati di un carico: non
provano più dolori fisici, e sono tutti felici di potersi elevare, percorrere lo
spazio, come avevano già avuto occasione di fare molte volte nei loro sogni

(1) Se il lettore vuol ricordare tutto ciò che abbiamo detto nel Libro degli
Spiriti sui sogni e sullo stato dello spirito durante il sonno (numeri 400 e
418), egli capirà che simili sogni comuni a tutti, nei quali pare di essere
trasportati quasi volando attraverso lo spazio, non sono altro che un
ricordo
della sensazione provata dallo spirito allorché, durante il sonno, esso aveva
abbandonato momentaneamente il suo corpo materiale. Non portando seco
il corpo fluidico, o perispirito, quello cioè che egli conserverà dopo la morte.
Questi sogni possono dunque darci un’idea dello stato dello spirito quando
sarà liberato dalle pastoie che lo trattengono sulla terra.
Tuttavia, malgrado l’assenza del corpo, essi constatano la loro personalità;
essi hanno una forma, ma una forma che non ha peso, né l’imbarazza. Hanno
infine la coscienza del loro io e della loro individualità. Che cosa dobbiamo
concludere? Che l’anima non lascia tutto nella tomba, che qualcosa si porta
con sé.
- Numerose osservazioni e fatti irrecusabili, di cui avremo a parlare più
tardi, condussero a questa conseguenza; cioè, che vi sono nell’uomo tre cose:
1) l’anima o spirito, principio intelligente, nel quale risiede il senso morale;
2) il corpo, involucro grossolano, materiale, di cui egli è provvisoriamente
rivestito per il compimento di certi scopi provvidenziali;
3) il perispirito, involucro fluidico, semi materiale, che serve di legame fra
l’anima ed il corpo.
La morte e la distruzione, o meglio, la disgregazione dell’involucro
grossolano, di quello cioè che viene abbandonato dall’anima; l’altro si scioglie
da quest’ultimo involucro e segue l’anima, che a questo modo si trova sempre
in possesso di un involucro. Questo, poi, benché fluidico, etereo, vaporoso,
invisibile per noi nel suo stato normale, è sempre materia, quantunque sino
ad ora non abbiamo potuto ancora rendercene padroni al punto di
sottometterla all’analisi.
Dunque, questo secondo involucro dell’anima, o perispirito, esiste anche
durante la vita corporale; esso è l’intermediario di tutte le sensazioni che
percepisce lo spirito, quello per mezzo del quale lo spirito trasmette
all’esterno la sua volontà ed agisce sugli organi. Per servirci d’un paragone
materiale, egli è il filo elettrico conduttore, che serve a ricevere e a
trasmettere
il pensiero; esso è infine l’agente misterioso, impalpabile, designato con il
nome di fluido nervoso, il quale ha una parte così importante nell’economia e
di cui non si tiene abbastanza conto nei fenomeni fisiologici e patologici. La
medicina, considerando unicamente l’elemento materiale ponderabile, si
priva, nell’apprezzamento dei fatti, d’una causa incessante d’azione. Ma non è
qui il luogo di esaminare tale questione: faremo solamente osservare che la
conoscenza del perispirito è la chiave d’una quantità di problemi finora
inesplicati.
Il perispirito non è già una di quelle ipotesi a cui si è qualche volta ricorsi
nella scienza, per la spiegazione d’un fatto: la sua esistenza fu rivelata non
solo dagli spiriti, ma è un risultato d’osservazioni, come avremo occasione di
dimostrare. Intanto, per non anticipare sui fatti che noi dovremo riportare, ci
limitiamo a dire che, sia durante la sua unione col corpo, sia dopo la sua
separazione, l’anima non va mai disgiunta dal suo perispirito.
- Si dice che lo spirito è una fiamma, una scintilla: ciò si deve intendere per
lo spirito propriamente detto, come principio intellettuale e morale, al quale
non si saprebbe attribuire una determinata forma; ma, a qualunque grado egli
si trovi, è sempre rivestito d’un involucro o perispirito, la cui natura si eterizza
a misura che egli si purifica e si eleva nella gerarchia; in maniera che, per noi,
l’idea di forma è inseparabile da quella di spirito, e non possiamo concepire
l’una senza l’altro. Il perispirito, dunque, forma parte integrante dello spirito,
come il corpo fa parte integrante dell’uomo; ma il perispirito da solo non è
maggiormente spirito di quello che il corpo da solo sia l’uomo, giacché il
perispirito non pensa: esso è per lo spirito quello che il corpo è per l’uomo,
cioè l’agente o lo strumento della sua azione.
- La forma del perispirito è la forma umana, ed allorché egli ci appare,
riveste generalmente quella che aveva durante la vita terrena. Si potrebbe
credere, dietro quest’ultimo fatto, che il perispirito, sciolto da tutte le parti del
corpo, si modelli in certa qual maniera su questo e ne conservi l’impronta; ma
non sembra questa la versione precisa.
La forma umana, con qualche gradazione di particolari, e salve le
modificazioni organiche richieste dall’ambiente nel quale l’essere è chiamato
a vivere, si ritrova presso gli abitanti di tutti i globi; ciò, almeno, al dire degli
spiriti. E’ anche la forma di tutti gli spiriti non incarnati e che hanno il solo
perispirito. E’ quella sotto la quale in ogni tempo si rappresentarono gli angeli
o puri spiriti; dal che dobbiamo concludere che la forma umana è la forma di
tutti gli esseri umani, a qualunque grado appartengano. Ma la materia sottile
del perispirito non ha né la tenacità, né la rigidità della materia compatta del
corpo: essa è, se ci è lecito così esprimerci, flessibile ed espansibile. Ecco
perché la forma che essa prende, quantunque modellata su quella del corpo,
non è assoluta: essa si piega alla volontà dello spirito, che può darle
apparenza a suo piacimento, mentre invece l’involucro solido vi opponeva una
insuperabile resistenza.
Sbarazzato da quest’ostacolo che lo comprimeva, il perispirito si estende o si
restringe, si trasforma; in una parola, si presta a tutte le metamorfosi,
secondo la volontà che agisce su di lui. E’ appunto mediante questa proprietà
del suo involucro fluidico che lo spirito, il quale desidera farsi riconoscere,
quando ciò gli sia necessario, può prendere non solo l’aspetto esatto che aveva
durante la vita terrena, ma ancora quello dei segni corporali che possono
servire di riconoscimento.
Gli spiriti, come si vede da ciò, sono dunque esseri simili a noi, che formano
intorno a noi una completa popolazione invisibile nello stato normale.
Abbiamo detto nello stato normale, perché, come vedremo in seguito, questa
invisibilità non è assoluta.
- Ma ritorniamo alla natura del perispirito, perché ciò è essenziale per la
spiegazione che ne dovremo dare. Abbiamo detto che, quantunque fluidico,
esso è una specie di materia, e questo risulta dal fatto delle apparizioni
tangibili, circa le quali ci intratterremo più tardi. Sotto l’influenza di certi
medium, si videro apparire mani dotate di tutte le proprietà delle mani
viventi, che ne avevano il calore, che si potevano toccare, che offrivano la
resistenza d’un corpo solido, che vi stringevano, e che tutto in una volta
svanivano come un’ombra. L’azione intelligente di queste mani, che
obbediscono evidentemente ad una volontà eseguendo certi movimenti, e
persino suonando pezzi musicali sopra uno strumento, prova che esse sono la
parte visibile d’un essere intelligente ed invisibile. La loro tangibilità, la loro
temperatura, in una parola, l’impressione che fanno sui sensi (se ne videro,
infatti, di quelle che lasciarono la loro impronta sopra la pelle, che diedero
colpi dolorosi, o che carezzarono delicatamente), provano che esse sono di
una materia qualunque. La loro sparizione istantanea prova, inoltre, che
questa materia è eminentemente sottile e si comporta come certe sostanze
che possono alternativamente passare dallo stato solido allo stato fluidico, e
viceversa.
- La natura intima dello spirito propriamente detto, vale a dire dell’essere
pensante, ci è interamente sconosciuta; esso si rivela a noi soltanto per i suoi
atti, ed i suoi atti non possono colpire i nostri sensi materiali, se non con il
mezzo di un intermediario materiale. Lo spirito ha, dunque, bisogno di
materia per agire sopra la materia. Esso ha per strumento diretto il suo
perispirito, come l’uomo ha il suo corpo; ora il suo perispirito è materia, come
abbiamo già detto. Esso ha in seguito, come agente intermediario, il fluido
universale, specie di veicolo sul quale agisce come noi facciamo con l’aria per
produrre certi effetti con l’aiuto della dilatazione, della compressione, della
propulsione o delle vibrazioni.
Considerata in questo modo, l’azione dello spirito sulla materia si capisce
facilmente; ed allora si capisce che tutti gli effetti che ne risultano rientrano
nell’ordine dei fatti naturali, e nulla hanno di meraviglioso. Sono apparsi
soprannaturali soltanto perché non se ne conosceva la causa; conosciuta
questa, il meraviglioso scompare, e questa causa si vede tutta intera nelle
proprietà semi materiale del perispirito. E’ questo un nuovo ordine di fatti che
una legge per noi nuova viene a spiegare, e di cui nessuno fra qualche tempo
si farà più meraviglia.
 - Ci si domanderà forse come può accadere che lo spirito, con il semplice
aiuto d’una materia tanto sottile, possa agire su corpi pesanti e compatti,
sollevare tavoli, ecc... Non abbiamo noi forse, sotto i nostri occhi, analoghi
esempi? Non è forse nei gas più rarefatti, nei fluidi imponderabili, che
l’industria trova i suoi motori più possenti? Quando si vede l’aria abbattere
case, il vapore trascinarsi dietro masse enormi, la polvere gassificata sollevare
delle rocce, l’elettricità rompere alberi e bucare muri, non si può trovare tanto
strano l’ammettere che lo spirito, con l’aiuto del suo perispirito, possa
sollevare una tavola, quando soprattutto si conosce che questo perispirito può
diventare visibile, tangibile e comportarsi come un corpo solido.

Tratto dal Libro dei Medium Allan Kardec

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