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domenica 16 settembre 2012

MEDIANITA’ NEGLI ANIMALI





MEDIANITA’ NEGLI ANIMALI

- Possono gli animali essere medium? A questa domanda, sembra che
certi fatti rispondano affermativamente. Ciò che soprattutto ha potuto
accreditare questa opinione sono i segni sorprendenti d’intelligenza di
qualche uccello ammaestrato, che sembra indovinare il pensiero, ed estrae da
un pacco di carte quelle che possono formare la risposta esatta ad una
domanda proposta. Abbiamo osservato queste esperienze con una cura tutta
particolare, e ciò che noi abbiamo ammirato è l’arte che si dovette impiegare
per l’istruzione di questi uccelli. Senza dubbio non si può ricusare loro una
certa dose d’intelligenza relativa, ma bisognerebbe concedere che in questa
circostanza la loro perspicacia sorpasserebbe di molto quella dell’uomo,
poiché non vi è persona che possa lusingarsi di fare ciò che essi fanno:
converrebbe perfino, per certe esperienze, supporre loro un dono di seconda
vista, superiore a quella dei sonnambuli più chiaroveggenti. Infatti, si sa che
la lucidità è essenzialmente variabile e che è soggetta a frequenti
intermittenze; in questi uccelli sarebbe invece permanente e funzionerebbe a
puntino, con una regolarità ed una precisione che non si vede in alcun
sonnambulo; in una parola, essa non verrebbe loro mai meno. La maggior
parte delle esperienze che noi abbiamo viste, sono del genere di quelle che
fanno i prestigiatori, e non potevano lasciarci dubbio alcuno sopra l’impiego
di qualcuno dei loro mezzi, specialmente di quello delle carte obbligate. L’arte
della prestidigitazione consiste nel dissimulare questi mezzi, senza di cui
l’effetto non avrebbe più attrattiva. Il fenomeno, anche ridotto a questa
proporzione, non è meno interessante e lascia sempre ammirare l’ingegno
dell’istruttore, come anche l’intelligenza dell’allievo, poiché la difficoltà da
vincersi è molto più grande che se l’uccello agisse soltanto in virtù delle
proprie facoltà; ora, fare in maniera che questi uccelli operino cose eccedenti
il limite del possibile per l’intelligenza umana, prova già di per sé l’impiego
d’un procedimento segreto. Vi è, d’altra parte, un fatto costante, ed è che
questi uccelli pervengono a questo grado di abilità soltanto dopo un certo
tempo, e con l’aiuto di cure particolari e perseveranti; il che non sarebbe
necessario se la loro intelligenza ne facesse da sola le spese. Non è più
straordinario avvezzarli ad estrarre le carte di quello che sia l’addestrarli a
ripetere canti e parole.
La stessa cosa accadde quando la prestidigitazione volle imitare la seconda
vista; si facevano fare al soggetto troppe cose perché l’illusione potesse durare
a lungo. Fin dalla prima volta che assistemmo ad una seduta di questo genere,
vi vedemmo solo una imperfettissima imitazione del sonnambulismo, che
rivelava l’ignoranza delle condizioni più essenziali di questa facoltà.
 - Tuttavia, la questione principale resta pur sempre non risolta sotto un
altro punto di vista; infatti nello stesso modo che l’imitazione del
sonnambulismo non gli toglie la facoltà di esistere, così anche l’imitazione
della medianità con il mezzo degli uccelli non proverebbe niente contro la
possibilità d’una facoltà analoga presso di loro, o presso altri animali. Si
tratterebbe dunque di sapere se gli animali sono atti, come gli uomini, a
servire da intermediari agli spiriti per le loro comunicazioni intelligenti.
Sembra anzi abbastanza logico il supporre che un essere vivente, dotato di
una certa dote di intelligenza, sia più adatto a questo effetto che un corpo
inerte, senza vitalità, come una tavola, per esempio. Tuttavia, questo è quanto
non succede.
- La questione della medianità degli animali si trova completamente
risolta nella seguente dissertazione, data da uno spirito di cui potemmo già
apprezzare la profondità e la sagacia, dalle citazioni che abbiamo fin qui avuto
occasione di fare. Per afferrare completamente il valore della sua
dimostrazione, è cosa essenziale riportarsi alla spiegazione che egli diede del
compito del medium nelle comunicazioni, e che abbiamo qui sopra riprodotta
Questa comunicazione fu data in seguito ad una discussione che ebbe luogo
su questo argomento nella società parigina di studi spiritici.
“Io entro quest’oggi nella questione della medianità degli animali, sollevata e
sostenuta da uno dei vostri più ferventi adepti. Egli pretende che, in virtù di
questo assioma: Chi può il più può il meno, noi possiamo medianizzare gli
uccelli e gli altri animali, e servircene nelle nostre comunicazioni con specie
umana. Ciò è quello che voi chiamate in filosofia, o piuttosto in logica,
puramente e semplicemente un sofisma.
“Voi animate, dice egli, la materia inerte, vale a dire una tavola, una sedia, un
piano; a fortiori voi dovete animare la materia già animata, e
particolarmente gli uccelli. Ebbene! Nello stato normale dello spiritismo ciò
non è; ciò non può essere.
“Prima di tutto intendiamoci bene sui fatti. Che cosa è un medium? E’
l’essere, è l’individuo che serve di punto d’unione agli spiriti liberi, affinché
questi possano comunicarsi con facilità con gli uomini, spiriti incarnati. In
conseguenza, senza medium, non vi sono comunicazioni tangibili, mentali,
fisiche, di scrittura, né di altro genere qualsiasi. Vi è un principio che, ne sono
sicuro, è ammesso da tutti gli spiritisti, cioè che i simili agiscono con i loro
simili e come i loro simili. Ora quali sono i simili degli spiriti, se non gli
spiriti, incarnati o no? Occorre forse ripeterlo ancora? Ebbene, io ve lo ripeterò. Il
vostro perispirito ed il nostro sono tratti dallo stesso ambiente, sono di
un’identica natura; in una parola, sono simili; essi posseggono una proprietà
di assimilazione più o meno sviluppata, di calamitazione più o meno vigorosa,
che permette a noi, spiriti ed incarnati, di metterci prontamente e facilmente
in relazione. Infine, la cosa che riguarda in particolare i medium, e che è
dell’essenza stessa della loro individualità, è un’affinità speciale, e nello stesso
tempo una forza d’espansione particolare che annientano in essi ogni
repulsione e stabiliscono tra loro una specie di corrente, una sorta di fusione
che facilita le nostre comunicazioni. D’altra parte, questa repulsione della
materia è quella che si oppone allo sviluppo della medianità nella maggior
parte di quelli che non sono medium.
“Gli uomini sono sempre portati ad esagerare tutto; gli uni, non parlo qui dei
materialisti, rifiutano un’anima agli animali; gli altri vogliono dargliene una,
per così dire, simile alla nostra. Perché voler così confondere il perfettibile
con l’imperfettibile? No, no. Siatene convinti, il fuoco che anima le bestie, il
soffio che le fa agire, muovere e parlare nel loro linguaggio, non ha, almeno al
presente, alcuna attitudine a mescolarsi, ad unirsi, a fondersi con il soffio
divino, con l’anima eterea, con lo spirito, in una parola, che anima l’essere
essenzialmente perfettibile, l’uomo, questo re della creazione. Ora non è
appunto questa condizione essenziale di perfettibilità, quello che forma la
superiorità della specie umana sulle altre specie terrestri? Ebbene.
Riconoscete dunque che non si può assimilare all’uomo, solo perfettibile in se
stesso e nelle sue opere, nessun individuo delle altre razze viventi sulla terra.
“Il cane che, per la sua intelligenza superiore fra gli animali, fu destinato ad
essere l’amico dell’uomo, è forse perfettibile per se stesso e di sua iniziativa
personale? Nessuno oserebbe sostenerlo, poiché il cane non fa progredire il
cane, e colui che è il più abile fra di essi è sempre ammaestrato dal suo
padrone. Da che mondo è mondo, la lontra ha sempre fabbricato la sua
capanna sulle acque, seguendo sempre le stesse proporzioni ed una regola
invariabile; gli usignoli e le rondini hanno sempre costruito i loro nidi nella
stessa forma e maniera dei loro padri. Il nido di passeri antidiluviani, come
un nido di passeri dell’epoca moderna, è sempre un nido di passeri, edificato
nelle stesse condizioni e con il medesimo sistema di fili d’erba e di briciole
intrecciate, raccolte in primavera all’epoca degli amori. Le api e le formiche,
queste piccole repubbliche di massaie, non hanno mai variato nelle loro
abitudini di approvvigionamento, nei loro portamenti, nei loro costumi, nelle
loro produzioni. Infine, il ragno tesse sempre la sua tela nello stesso modo.
“D’altra parte, però, se voi cercate le capanne di foglie e le tende delle prime
età della terra, troverete al loro posto i palazzi ed i castelli della civiltà
moderna; i vestiari di rozze pelli furono sostituiti con i tessuti d’oro e di seta;
infine, ad ogni passo troverete la prova di questo cammino incessante
dell’umanità verso il progresso.
“Da questo progresso costante, invincibile, irrecusabile della specie umana, e
da questo stazionamento indefinito delle altre specie animate, dovete dedurre
che, se esistono principi comuni a ciò che vive ed a ciò che si muove sulla
terra, il soffio e la materia, non è men vero che voi soli, spiriti incarnati, siete
sottomessi a questa inevitabile legge dal progresso, che vi spinge fatalmente
avanti e sempre avanti. Dio ha messo gli animali ai vostri fianchi, come
ausiliari, per nutrirvi, vestirvi, assecondarvi. Egli diede loro una certa dose
d’intelligenza, poiché per aiutarvi dovevano capirvi, ed ha proporzionato la
loro intelligenza ai servizi che sono chiamati a rendere; ma nella sua sapienza
non ha voluto che fossero assoggettati alla medesima legge del progresso;
quali furono creati, tali restarono e tali resteranno sino alla estinzione delle
loro razze.
“Si è detto: gli spiriti medianizzano e fanno muovere la materia inerte, sedie,
tavole, pianoforti; fanno muovere, sì, ma non medianizzano! Ripetiamo
ancora che, senza medium, nessuno di questi fenomeni potrebbe prodursi.
Che cosa può esservi di straordinario se con l’aiuto di uno o molti medium noi
facciamo muovere la materia inerte passiva, la quale, proprio in ragione della
sua passività e della sua inerzia, è atta a subire i movimenti e gli impulsi che
desideriamo imprimerle? Per questo noi abbiamo bisogno di medium, è
positivo; ma non è necessario che il medium sia presente o cosciente, poiché
noi possiamo agire con gli elementi che ci fornisce a sua insaputa e fuori della
sua presenza, soprattutto nei fatti di tangibilità e di apporti. Il nostro
involucro fluidico, più imponderabile e più sottile, del più sottile ed
imponderabile dei vostri gas, unendosi, accoppiandosi, combinandosi con
l’involucro fluidico ma animalizzato del medium, la cui proprietà di
espansione e di penetrabilità non può essere afferrata dai vostri sensi
grossolani, e che è quasi inesplicabile per voi, ci permette di muovere dei
mobili, ed anche d’infrangerli in locali inabitati.
“Certamente gli spiriti possono rendersi visibili e tangibili per gli animali, e
spesso certi spaventi improvvisi da cui sono presi, e che a voi non sembrano
motivati, sono causati dalla vista di uno o di molti di questi spiriti
malintenzionati verso gli individui presenti, o per coloro a cui appartengono
questi animali. Molto spesso voi vedete cavalli che non vogliono né avanzare
né retrocedere o che si impuntano davanti ad un ostacolo immaginario;
ebbene, siate certi che l’ostacolo immaginario è spesso uno spirito, o un
gruppo di spiriti, che si compiace di impedire loro di avanzare. Ricordatevi
l’asina di Balaam, che vedendo un angelo davanti a sé e temendo la sua spada
fiammeggiante, si ostinava a non muoversi; ciò si spiega perché prima di
manifestarsi visibilmente a Balaam, l’angelo aveva voluto rendersi visibile al
solo animale; ma, lo ripeto, noi non medianizziamo direttamente né gli
animali, né la materia inerte; ci occorre sempre il concorso cosciente o
incosciente di un medium umano, poiché è necessaria l’unione di fluidi
omogenei, il che non troviamo negli animali e neppure nella materia bruta.
“M. T. dice di avere magnetizzato il suo cane; a che risultato è pervenuto? Lo
ha ucciso. Questo infelice animale, infatti, è morto dopo essere caduto in una
specie di atonia e di languore, conseguenza della sua magnetizzazione.
Inondandolo di un fluido attinto in una essenza superiore all’essenza speciale
della sua natura, egli lo ha schiacciato ed ha agito sopra di lui, quantunque
più lentamente, alla maniera del fulmine. Dunque, non essendovi
assimilazione possibile tra il nostro perispirito e l’involucro fluidico degli
animali propriamente detti, noi li schiacceremmo istantaneamente
medianizzandoli.
“Ciò posto, riconosco pienamente che presso gli animali esistono attitudini
diverse; che certi sentimenti, certe passioni analoghe alle passioni ed ai
sentimenti umani si sviluppano in essi; che essi sono sensibili e riconoscibili,
vendicativi e pieni di odio, a seconda che si agisca con essi bene o male.
Infatti, Dio, il quale non fa nulla d’incompleto, ha dato agli animali, compagni
e servitori dell’uomo, qualità di sociabilità che mancano interamente agli
animali selvaggi abitanti le solitudini. Ma da ciò, al poter essi servire da
intermediari per la trasmissione del pensiero degli spiriti, vi è un abisso: la
differenza delle nature.
“Voi sapete che noi attingiamo nel cervello del medium gli elementi necessari
per dare al nostro pensiero una forma sensibile e da voi raggiungibile; è con il
mezzo dei materiali che il medium possiede che egli traduce il nostro pensiero
nel linguaggio volgare; ebbene! Quali elementi troveremmo noi nel cervello di
un animale? Vi sono forse delle parole, dei numeri, delle lettere, dei segni
qualunque somiglianti a quelli che esistono nell’uomo, anche il meno
intelligente? Tuttavia, direte voi, gli animali capiscono il pensiero dell’uomo;
essi lo indovinano persino; sì, gli animali ammaestrati capiscono certi
pensieri, ma ne avete mai visti riprodurli? No! Concludete dunque che gli
animali non possono servirci da interpreti.
“Per riassumermi: i fatti medianici non possono manifestarsi senza il
concorso cosciente od incosciente dei medium, ed è solamente presso gli
incarnati, spiriti come noi, che possiamo trovare individui che possano
servirci da medium. In quanto all’ammaestrare i cani, gli uccelli, od altri
animali, nell’eseguire determinati esercizi, è affare vostro e non nostro”.
(ERASTO)

Tratto dal Libro dei Medium di Allan Kardec

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