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venerdì 18 marzo 2011

ERA TERZIARIA


33 - Con l’era terziaria incomincia per la terra un nuovo ordine di cose: le
condizioni della sua superficie cambiano completamente: le condizioni della
vitalità vengono modificate profondamente e si avvicinano allo stato attuale. I
primi tempi di questo periodo sono contraddistinti da un arresto della
produzione vegetale e animale: tutto porta le tracce di una distruzione quasi
generale degli esseri viventi; e successivamente appaiono specie nuove, la cui
organizzazione più perfetta è adattata alla natura dell’ambiente in cui esse sono chiamate a vivere.
34 - Durante i periodi precedenti, la crosta solida del globo, a causa del suo
scarso spessore, presentava, come è già stato detto, una resistenza assai
debole all’azione del fuoco interiore: questo involucro, che si lacerava
facilmente, permetteva alle materie in fusione di espandersi liberamente sulla
superficie del suolo. Non fu più così, invece, quando la crosta ebbe assunto un
certo spessore: le materie ardenti compresse da ogni parte, come l’acqua in
ebollizione dentro a un recipiente chiuso, finirono per provocare una specie di
esplosione: la massa granitica, violentemente spezzata in una grandissima
quantità di punti, fu squarciata da crepacci, come un vaso rotto. Sul
percorso di questi crepacci la crosta solida, sollevata e raddrizzata, formò
i picchi, le catene di montagne e le loro ramificazioni. Certe parti
dell’involucro, non lacerate, furono semplicemente sollevate, mentre, in altri
punti, si produssero abbassamenti e affossamenti.
La superficie del suolo diventò allora assai diseguale: le acque che, fino a quel
momento, lo ricoprivano in modo pressoché uniforme per la maggior parte
della sua estensione, vennero respinte nelle parti più basse, e lasciarono allo
scoperto vasti continenti o le vette di montagne isolate che formarono delle isole.
Questo è il grande fenomeno che si è realizzato nel periodo terziario e che ha
trasformato l’aspetto del globo terrestre. Non si è prodotto né
istantaneamente né simultaneamente in tutti i punti, ma in successione, in
epoche più o meno distanti tra loro.
35 - Una delle prime conseguenze di questi sollevamenti è stata, come si è
detto, l’inclinazione degli strati di sedimenti che in origine erano orizzontali, e
che sono rimasti in quest’ultima posizione in tutti i luoghi in cui il suolo non è
stato sconvolto. E’ quindi sui fianchi nelle montagne e nelle loro vicinanze che
queste inclinazioni sono più pronunciate.
36 - Nelle zone in cui gli strati di sedimento hanno conservato la loro
posizione orizzontale, per raggiungere quelli che si sono formati per primi è
necessario attraversare tutti gli altri, spesso fino ad una profondità
considerevole, in fondo alla quale si trova inevitabilmente la roccia granitica.
Ma quando tali strati sono stati sollevati fino a formare montagne sono stati
portati al di sopra del loro livello normale, e talvolta fino ad altezze
grandissime, in modo che, se si pratica un taglio verticale nel fianco di una
montagna, gli strati si mostrano alla luce del giorno in tutto il loro spessore,
sovrapposti come i piani di un edificio.
E’ per questa ragione che è possibile trovare a grandi altezze, considerevoli
banchi di conchiglie, formatisi in origine in fondo ai mari. Al giorno d’oggi è
universalmente riconosciuto che il mare non poté mai raggiungere, in
qualsiasi epoca, una simile altezza, perché tutte le acque che esistono sulla
terra non basterebbero a tanto, neppure se fossero cento volte più
abbondanti. Bisognerebbe quindi supporre che la quantità d’acqua sia
diminuita, e allora ci si dovrebbe chiedere dove è finita la parte che è
scomparsa. I sollevamenti della terra, che oggi sono un fatto accertato
incontestabilmente, spiegano in modo logico quanto rigoroso i depositi
marini che si incontrano su certe montagne (7).
(7) Sono stati trovati strati di calcare contenenti conchiglie sulle Ande, in
America, a 5000 metri sul livello dell’Oceano.
37 - Nelle zone in cui il sollevamento della roccia primitiva ha prodotto una
lacerazione completa del suolo, sia per la sua rapidità, sia per la forma,
l’altezza ed il volume della massa sollevata, il granito è apparso messo a nudo
come un dente che trapassa una gengiva. Gli strati che lo coprivano,
sollevati, spezzati, rialzati, sono stati messi allo scoperto; e in questo modo i
terreni appartenenti alle formazioni più antiche, e che si trovavano nella loro
posizione primitiva a una profondità grandissima, oggi formano invece il suolo di certi territori.
38 - La massa granitica, dislocata per effetto dei sollevamenti, ha lasciato in
certe zone fessure dalle quali fuoriesce il fuoco interiore e colano le materie in
fusione: sono i vulcani. I vulcani sono come le ciminiere di questa immensa
fornace, o meglio ancora sono gli sfiatatoi di sicurezza, che lasciano uno
sfogo all’eccesso di materie ignee, preservano da sconvolgimenti che
altrimenti sarebbero terribili; si può dire quindi che il numero dei vulcani in
attività è una garanzia di sicurezza per l’insieme della superficie del globo.
Ci si può fare un’idea dell’intensità di questo fuoco pensando che molti
vulcani si aprono addirittura in seno al mare, e che la massa di acqua che li
ricopre non basta a spegnerli.
39 - I sollevamenti operatisi nella massa solida hanno spostato
necessariamente le acque, che sono state spinte di conseguenza nelle parti
cave, diventate ancora più profonde a causa dell’innalzamento dei terreni
emersi e dell’affossamento. Ma anche questi bassifondi, sollevati a loro volta
ora in una zona, ora in un’altra, hanno scacciato le acque, che sono rifluite
altrove, e così via, fino a quando le acque stesse hanno potuto assumere un assetto più stabile.
I successivi spostamenti di questa massa liquida hanno forzatamente lavorato
e tormentato la superficie del suolo. Le acque, scorrendo, hanno trascinato via
una parte dei terreni di formazione anteriore, messi allo scoperto dai
sollevamenti, hanno spogliato certe montagne che ne erano ricoperte, hanno
messo a nudo la loro base granitica o calcarea: valli profonde sono state
scavate e molte altre, invece, sono state colmate.
Vi sono quindi montagne formate direttamente dall’azione del fuoco centrale,
e sono soprattutto le montagne granitiche; ve ne sono altre dovute all’azione
delle acque, che trascinando via le terre mobili e le materie solubili, hanno
scavato vallate attorno ad una base resistente, calcarea o no.
Le materie trascinate via dalla corrente delle acque hanno formato gli strati
del periodo terziario, che si distinguono facilmente da quelli precedenti, non
tanto per la loro composizione, che è pressoché eguale, quanto per la loro disposizione.
Gli strati del periodo primario, di transizione e secondario formatisi sopra
una superficie poco accidentata, sono più o meno uniformi in tutta la terra:
quelli del periodo terziario, al contrario, formatisi su basi assai diseguali, e a
causa dell’azione delle acque, hanno un carattere più locale. Ovunque,
scavando ad una certa profondità, si trovano tutti gli strati anteriori
nell’ordine stesso della loro formazione; ma il terreno terziario non si trova
dovunque, e non sempre, anche dove è presente, si trovano tutti i suoi strati.
40 - Durante gli sconvolgimenti del suolo che ebbero luogo all’inizio di questo
periodo, è facile comprendere che la vita organica dovette subire una battuta
d’arresto, cosa che si riconosce esaminando i terreni privi di fossili. Ma, non
appena sopravvenne uno stato più calmo, riapparvero sia i vegetali che gli
animali. Le condizioni di vitalità erano cambiate, l’atmosfera era più pura, e
perciò si formarono nuove specie dell’organizzazione più perfetta.
Le piante, dal punto di vista della loro struttura, differiscono ben poco da quelle di oggi.
41 - Durante i due periodi precedenti, i terreni non coperti dalle acque
presentavano una estensione piuttosto limitata, e per giunta erano paludosi e
frequentemente sommersi: ecco perché non vi erano altro che animali
acquatici o anfibi. Il periodo terziario, che ha visto la formazione di vasti
continenti, è caratterizzato dall’apparizione degli animali terrestri.
Come il periodo di transizione aveva visto nascere una vegetazione colossale e
il periodo secondario aveva visto nascere invece rettili mostruosi, in questo
periodo si produssero mammiferi giganteschi come l’elefante, il
rinoceronte, l’ippopotamo, il paleoterio, il megaterio, il dinoterio, il
mastodonte, il mammuth e così via. Questi ultimi due, che erano varietà di
elefanti, avevano una altezza da cinque a sei metri, e i loro denti arrivavano
fino a quattro metri di lunghezza. Questo periodo vide nascere anche gli
uccelli, e la maggior parte delle specie che vivono ancora ai giorni nostri.
Talune delle specie di questa epoca sono sopravvissute ai cataclismi
posteriori; altre, che sono state designate con la denominazione comune di
animali antidiluviani, sono scomparse completamente, oppure sono state
sostituite da specie analoghe, dalle forme meno pesanti e meno massicce,
delle quali i primi tipi costituivano, per così dire, gli abbozzi; per esempio il
felis speloea, un animale carnivoro grande come un toro, che aveva le
caratteristiche anatomiche della tigre e del leone; i cervus megaceron, una
varietà di cervo, le cui corna, lunghe tre metri, erano spaziate, all’estremità
superiore, di tre-quattro metri.

LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI (Allan Kardec)

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