. La qualifica di mondi inferiori e mondi superiori è piuttosto relativa che
assoluta. Un mondo è inferiore o superiore in rapporto a quelli che sono al di sotto o al
di sopra di esso nella scala del progresso.
Prendendo la terra come paragone, ci si può fare un’idea dello stato di un mondo
inferiore, supponendo che l’uomo vi si trovi al grado di razze selvagge o di nazioni
barbare, come se ne trovano ancora sulla terra, e che sono i residui del suo stato
primitivo. Nei mondi ancora più arretrati, gli esseri che li abitano sono in qualche modo
rudimentali: hanno la forma umana, ma senza nessuna bellezza; gli istinti non vi sono
temperati da nessun senso di delicatezza o di benevolenza, né dalle nozioni di giusto e
ingiusto: la forza bruta è la sola legge che li governa. Senza industrie, senza invenzioni,
gli abitanti non si occupano nella loro vita che della conquista del cibo. Tuttavia, Dio
non abbandona mai nessuna delle sue creature: la fundo alle tenebre dell’intelligenza,
giace, sempre latente, più o menu sviluppata, la vaga intuizione di un essere supremo.
Questo istinto basta a renderli superiori gli uni agli altri e prepara il loro sbocciare in
una vita più completa: perché essi non sono essere degradati, ma bambini che crescono.
Fra questi stati inferiori e quelli più elevati vi sono innumerevoli gradini, e
sarebbe difficile riconoscere negli Spiriti puri, smaterializzati e risplendenti nella loro
gloria, quelli che furono questi esseri primitivi; cosí come sarebbe difficile riconoscere
l’embrione nell’uomo adulto.
9. Nei mondi che hanno raggiunto un grado superiore le condizioni di vita
morali e materiali sono del tutto diverse, anche da quelle sulla terra. La forma del corpo
è sempre, come ovunque, la forma umana, ma abbellita, perfezionata e soprattutto più
pura. Il corpo non ha più nulla della materialità terrestre e non è soggetto, in
conseguenza, né ai bisogni, né alle malattie, né al deterioramento che è originato dal
predominio della materia. I sensi, più raffinati, hanno delle percezioni che quaggiù
vengono soffocate dalla grossolanità degli organi; la legerezza del peso del corpo rende
la locomozione facile e spedita; invece di trascinarsi penosamente sul suolo, il loro
corpo scivola, per cosí dire, sulla superficie, o si libra al di sopra di essa nell’atmosfera,
senza altro sforzo che quello della volontà. Allo stesso modo con cui si rappresentano
gli angeli o con cui gli Antichi si immaginavano i mani nei Campi Elisi. Gli uomini
conservano a loro volontà la fisionomia che hanno avuto nelle loro migrazioni passate
ed appaiono ai loro amici come questi li hanno conosciuti, ma illuminati da una luce
divina, trasfigurati dalle impressioni interiori che sono sempre nobilmente elevate.
lnvece di avere volti oscuri, segnati dalle sofferenze e dalle passioni, sul loro viso
l’intelligenza e la vita irraggiano quella luminosità che i pittori hanno dipinto con il
nimbo o l’aureola dei santi.
La scarsissima resistenza che la materia presenta per degli Spiriti già
avanzatissimi, fa sí che lo sviluppo del corpo sia rapido e l’infanzia breve, quasi nulla;
la vita, esente da preoccupazioni o angosce, è, in proporzione, molto più lunga che non
sulla terra. In principio, la longevità é proporzionata al grado di progresso del mondo in
cui sono. La morte non risente affatto degli orrori della decomposizione; lungi
dall’essere una causa di spavento, è considerata come una felice trasformazione, perché
in quello stato non esistono dubbi sul futuro. Durante la vita l’anima, non essendo
rinserrata da una materia pesante, è raggiante e gode di una lucidità che le consente uno
stato quasi permanente di emancipazione, permettendole la libera trasmissione del
pensiero.
10. La questi mondi felici i rapporti fra popoli, sempre amichevoli, non son
turbati mai dall’ambizione di asservire il vicino, né dalla guerra chie di questa
ambizione é la conseguen-cia. Non vi sono né padroni né schiavi, né privilegi di nascita;
la superiorità morale e dell’intelligenza è la sola che fissa le differenze di condizioni e
costituisce la supremazia. L’autorità è sempre rispettata perché non proviene che dal
merito e perché si esercita sempre con giustizia. L’uomo non cerca mai di innalzarsi
sopra l’uomo, ma soltanto al di sopra di se stesso, perfezionandosi. Il suo fine è quello
di raggiungere il grado di Spirito puro, ma questo desiderio incessante non è mai un
tormento ma una nobile ambizione che lo fa studiare con ardore per arrivare ad
eguagliare il suo ideale. Tutti i sentimenti teneri ed elevati della natura umana, si
trovano elevati e purificati: l’odio, le gelosie meschine, le basse cupidigie dell’invidia,
non ezistono. Un legame d’amore e di fraternità unisce tutti gli uomini, e i più forti
aiutano i più deboli. Essi possiedono, più o meno, quanto hanno acquisito grazie alla
loro intelligenza, ma nessuno soffre per la mancanza di ciò che gli è necessario, perché
non ha da espiare nulla. In una parola: non esiste il male.
11. Nel vostro mondo voi avete bisogno del male per intendere il bene, della
notte per ammirare la luce, della malattia per apprezzare la salute. Là, invece, questi
contrasti non sono necessari: la luce eterna, l’eterna bellezza, la calma eterna
dell’anima, procurano una gioia eterna che non è turbata né dalle angosce della vita
materiale, né dai contatti con i malvagi che non possono accedervi. Ecco ciò che lo
spirito umano non può comprendere: è stato abile nel dipingere i tormenti dell’inferno
ma non è stato mui capace di rappresentare le gioie del cielo: perché? Perché, essendo
inferiore non ha sofferto che pene e miserie, ma non ha mai intraveduto gli splendori
celesti, e non può parlare di ciò che non conosce: ma, a misura che si innalza e si
purifica, il suo orizzonte s’illumina ed esso comprende il bene che gli si offre innanzi,
come ha capito il male che ha superato.
12. Tuttavia, questi mondi fortunati non sono affatto mondi privilegiati, perché
Dio non fa parzialità per nessuno dei suoi figli; dà a tutti gli stessi diritti e la stessa
facilità per ottenerli; li fa partire tutti da un eguale inizio e non accorda a nessuno
maggiori doti che agli altri: tutti possono accedere ai primi ranghi, sta a loro conquistarli
col loro lavoro, raggiungerli il più presto possibile o languire per secoli e secoli nei
bassi fondi dell’umanità. (Riassunto dell’insegnamento di tutti gli Spiriti superiori).
Il Vangelo secondo gli Spiriti ( Allan Kardec)
Nessun commento:
Posta un commento