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mercoledì 2 marzo 2011

UNIONE DELL'ANMA COL CORPO


(domande e risposte)

344 - Quando avviene l’unione dell’anima col corpo?
Risposta: «Essa incomincia alla concezione, ma non è perfetta che al momento della nascita. Dall’istante della
concezione, lo Spirito che abiterà in quel corpo, vi è unito per un legame fluidico, che diviene sempre più forte fino al punto nel quale il bambino vede la luce. Il grido che allora sfugge al neonato annunzia che egli fa parte dei viventi e dei servi di Dio».
345 - L’unione dello Spirito col corpo è indissolubile dal momento della concezione? Durante il periodo della
gestazione potrebbe lo Spirito rinunziare ad incarnarsi in quel corpo?
Risposta: «L’unione è indissolubile nel senso che nessun altro Spirito potrebbe sostituirsi al designato. Siccome, però, i legami di questa unione sono debolissimi, vengono facilmente rotti, anche per volontà dello Spirito stesso, il quale indietreggi dinanzi alla prova che ha scelto: e allora il neonato cessa di vivere».
346 - Che fa lo Spirito se il corpo da lui scelto muore prima di nascere?
Risposta: «Ne sceglie un altro».
Domanda: - Qual è l’utilità di queste morti premature?
Risposta: «Per lo più nessuna, poiché sono determinate dalle imperfezioni della materia
347 - Che vantaggio può trarre uno Spirito dalla sua incarnazione in un corpo che muore pochi giorni dopo la
nascita?
Risposta: «Pochissimo, o nessuno, poiché, non avendo egli ancora, può dirsi, coscienza della vita, l’importanza della morte è quasi nulla per lui; mentre, come vi abbiamo detto, questa è spesso una prova per i genitori».
348 - Conosce lo Spirito con precedenza che il corpo che sceglie non ha probabilità di vita?
Risposta: «Qualche volta sì; ma se lo sceglie per questa ragione, vuol dire che recede dalla prova».
349 - Quando, per un motivo qualsiasi fallisce allo Spirito il mezzo di incarnarsi, vi rimedia egli subito, scegliendo un altro corpo in formazione?
Risposta: «Non subito, salvo che la reincarnazione istantanea sia stata effetto di una previdente determinazione
anteriore».
350 - Accade qualche volta che dopo l’unione indissolubile col suo nuovo corpo, lo Spirito si dolga della scelta che ha fatto?
Risposta: «Che, come uomo, si lagni della vita che fa, e la desideri diversa, sì; ma che, come Spirito, si penta della sua scelta, no, poiché egli, incarnato che sia, non ne ha più coscienza. Può invece trovare troppo grave il peso della sua esistenza: e allora, credendolo superiore alle proprie forze, lo sciagurato ricorre al suicidio».
351 - Nell’intervallo che passa fra la concezione e la nascita, gode lo Spirito di tutte le sue facoltà?
Risposta: «Più o meno, secondo il tempo, poiché egli non è ancora incarnato, ma solo collegato col corpo. All’atto della concezione di questo, lo Spirito è colto dal turbamento che lo avverte che è venuto il tempo di cominciare una nuova esistenza, e questo turbamento va crescendo fino alla nascita, nel quale intervallo lo stato dello Spirito è press’a poco quello di un incarnato durante il sonno del corpo. A mano a mano che l’istante del nascere si avvicina, gli s’intorbidano sempre più le idee e si cancellano le memorie del passato, del quale, nato che sia alla vita terrena, non ha più coscienza, ma che poi gli risovvengono a poco a poco alla mente, quando sia tornato nel mondo degli Spiriti».
352 - Alla nascita del corpo lo Spirito riacquista immediatamente la pienezza delle sue facoltà?
Risposta: «No: esse si svolgono gradatamente insieme con gli organi. Siccome lo Spirito entra in una esistenza nuova, ha bisogno di imparare a servirsi dei suoi strumenti. Le idee gli ritornano a poco a poco come in un uomo che esce dal sonno, e si trova in una condizione differente da quella in cui era prima di addormentarsi».
353 - Poiché l’unione dello Spirito col corpo non è realmente compiuta se non dopo la nascita di questo, il feto deve considerarsi come animato, o no?
Risposta: «Lo Spirito, che dovrà animarlo, esiste fuori del corpo, cosicché, a rigore di termini, esso non ha ancora anima; ma poiché l’incarnazione sta per avvenire, il feto è già legato a quell’anima che è sul punto di acquistare».
354 - Come si spiega la vita uterina?
Risposta: «Come quella della pianta, che vegeta. Il feto vive della vita animale. L’uomo ha in sé la vita animale e la vita vegetativa, che poi si compiono alla nascita di lui con la vita spirituale».
355 - La scienza insegna che spesso vengono concepiti dei feti, che già nel seno della madre non sono vitali: è
vero? E, se sì, a quale scopo?
Risposta: «Verissimo, e Dio lo permette come prova tanto per i genitori quanto per lo Spirito, che vi si dovrebbe incarnare».
356 - Fra i bambini nati morti ce ne sono forse alcuni, che non erano stati destinati alla incarnazione di uno
Spirito?
Risposta: «Sì, ce ne sono di quelli che non erano destinati all’incarnazione di uno Spirito, e in questo caso la morte è una prova per i genitori».
Domanda: - Un essere simile può nascere a tempo?
Risposta: «Qualche volta sì; ma non vive mai».
Domanda: - Dunque, ogni bambino che nasce vivo, e sopravvive alla nascita, ha necessariamente incarnato in sé uno Spirito?
Risposta: «Senza dubbio, altrimenti non sarebbe un essere umano».
357 - Che cosa è, rispetto allo Spirito, l’aborto?
Risposta: «Un’esistenza nulla, che deve essere ricominciata».
358 - L’aborto procurato è un delitto in ogni tempo della gestazione?
Risposta: «Sempre, poiché trasgredisce la legge di Dio chi impedisce ad un’anima di sopportare le prove di cui il corpo doveva essere lo strumento».
359 - Nel caso in cui la vita della madre corresse pericolo durante i travagli del parto, è delitto sacrificare il
bambino per salvare la madre?
Risposta: «No: è meglio sacrificare l’essere che ancora non esiste, all’essere che esiste già».
360 - E’ giusto avere in ogni caso per il feto gli stessi riguardi che si hanno per il corpo di un bambino, della cui vitalità si fosse già sicuri?
«Inchinatevi sempre ai decreti di Dio, e non trattate con leggerezza cose di tanta gravità. Perché non rispettereste le opere della creazione, anche se qualche volta rimangano incompiute per volontà del Creatore? Ciò sta nei suoi disegni, che nessuno ha il diritto di giudicare».


IL LIBRO DEGLI SPIRITI di Allan Kardec

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