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sabato 26 febbraio 2011

SEPARAZIONE DELL'ANIMA DAL CORPO


(domande e risposte )

 154 - E’ dolorosa la separazione dell’anima dal corpo?
Risposta: «No: il corpo soffre spesso assai più durante la vita che nel punto della morte. L’anima o Spirito poi non partecipa in modo alcuno a quei dolori; anzi, se è buona, ne gode, perché essi le annunziano il termine del suo esilio».

Kardec: Nella morte naturale, che avviene per lo sfinimento degli organi in conseguenza dell’età, l’uomo lascia la vita senza avvedersene: è una lampada, che si spegne per mancanza di alimento.

155 - Come avviene la separazione dell’anima dal corpo?
Risposta: «Rotti i legami, che ve la trattenevano, l’anima si scioglie dal corpo».
Domanda: - La separazione avviene istantaneamente senza preparazione? C’è un limite nettamente segnato fra la vita e la morte?
Risposta: «No. l’anima si svincola gradatamente, e non fugge come un uccello prigioniero restituito inaspettatamente alla libertà. La vita va a confondersi con la morte, sicché lo Spirito si libera a poco a poco dai lacci, che si sciolgono, sì, ma non si spezzano».

Kardec: Mentre dura la vita, lo Spirito è legato al corpo mediante il suo involucro semimateriale o perispirito; ora la morte è la distruzione o trasformazione del corpo, e non del perispirito, che se ne separa, quando in quello cessa la vita organica. L’osservazione insegna, che nel punto della morte il distacco del perispirito non si compie tutto d’un tratto, ma gradatamente e con più o meno lentezza secondo le persone; in alcuni è assai spedito, e a un di presso l’ora della morte è anche quella della liberazione; in altri, e specialmente in quelli la cui vita fu tutta materia e sensi, è di gran lunga più lento, e può durare giorni, settimane, od anche mesi, la qual cosa non implica nel corpo la menoma vitalità, né la possibilità di un ritorno alla vita, ma una semplice affinità fra esso e lo Spirito, affinità che è sempre in ragione della preponderanza che, durante la vita, lo Spirito ha concesso alla materia. Chiaro è infatti, e logico, che quanto più lo Spirito si è immedesimato con la materia, tanto più stenti a separarsene; mentre l’attività intellettuale e morale e la elevatezza dei pensieri fanno si che il distacco si inizi mentre il corpo è ancora in vita, sicché, avvenuta la morte, esso si compie quasi istantaneamente.
Questo è il risultato degli studi su gran numero di persone osservate all’istante del trapasso. Queste osservazioni provano inoltre che l’affinità persistente in alcuni ancora a lungo fra l’anima ed il corpo estinto è penosissima, poiché quella può provare l’orrore della decomposizione di questo. Un tal caso però forma eccezione, ed è particolare a certi generi di vita e a certi generi di morte; si avvera, per esempio,
in qualche suicida.

156 - La separazione definitiva dell’anima dal corpo può aver luogo prima che cessi completamente la vita
organica?
Risposta: «Nell’agonia l’anima qualche volta ha già lasciato il corpo, e quindi a questo non rimane che la vita
organica. L’uomo allora non ha più la coscienza di se stesso, e tuttavia gli resta ancora un soffio di vita. Il corpo è una macchina messa in moto dal cuore, e perciò esiste sino a che il cuore fa circolare il sangue nelle vene, per la quale funzione non ha bisogno dell’anima».
157 - In punto di morte l’anima talvolta non ha una aspirazione od estasi, che le fa intravedere il mondo che
l’aspetta?
Risposta: «Spesso l’anima, al rallentarsi dei legami che l’avvincono al corpo, fa ogni sforzo per romperli del tutto, e allora, già sciolta in parte dalla materia, vede svolgersi dinanzi l’avvenire, e gode anticipatamente lo stato di Spirito libero».
158 - L’esempio del bruco, che prima striscia sul suolo, e poi, chiuso nel bozzolo, diventa crisalide con l’apparenza della morte per poi tornare, splendida farfalla, all’esistenza, può darci un’idea della vita terrestre, del sepolcro, e della nostra vita novella?
Risposta: «In piccolo sì, poiché il paragone non è cattivo; ma badate poi di non prenderlo alla lettera, come troppo spesso vi accade».
159 - Quale sensazione prova l’anima, quando si riconosce nel mondo degli Spiriti?
Risposta: «Secondo i casi: se ha coscienza di aver fatto il male, ne è tutta vergognosa e dolente; se invece ebbe a scorta del vivere la virtù, è come sollevata da un gran peso, e gioisce senza tema di alcuno sguardo scrutatore».
160 - Lo Spirito ritrova coloro che ha conosciuto sulla terra, e che sono morti prima di lui?
Risposta: «Sì, secondo l’affetto ch’egli aveva per essi, e secondo quello ch’essi avevano per lui. Spesso gli Spiriti dei suoi cari già defunti vengono a riceverlo al suo rientrare nella patria comune, e lo aiutano a spogliarsi dell’involucro materiale. Egli ve ne riconosce inoltre molti dei quali aveva perduto le tracce durante il suo soggiorno sulla terra: vede quelli che sono erranti, e va a visitare quelli che sono incarnati».
161 - In caso di morte violenta e accidentale, quando gli organi non sono ancora indeboliti dall’età o dalle
malattie, la separazione dell’anima e la cessazione della vita accadono nello stesso tempo?
Risposta: «In generale sì: ma in ogni modo, l’istante che le separa è brevissimo».
162 - Dopo la decapitazione, per esempio, conserva l’uomo anche per poco, la coscienza di se stesso?
Risposta: «Fino a che la vita organica sia spenta. Spesso però l’apprensione della morte gli fa perdere quel sentimento ancora prima del supplizio».

Kardec: Qui si parla di coscienza che il giustiziato può avere di sé medesimo come uomo, per via degli organi, e non già come Spirito. Dunque pare che, se non l’ha perduta prima del supplizio, può conservarla qualche breve momento dopo, ma cessa necessariamente con la vita organica del cervello, la qual cosa tuttavia non implica che il perispirito sia sciolto affatto dal corpo. Accade anzi il contrario in tutti i casi di morte violenta, cioè non cagionata dalla progressiva consunzione delle forze vitali, dove i legami, che uniscono il corpo col perispirito, sono più tenaci e perciò più lenta è la compiuta separazione.

IL LIBRO DEGLI SPIRITI di Allan Kardec

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