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lunedì 21 febbraio 2011

LA PENA DI MORTE



(domande e risposte)

760 - La pena di morte scomparirà un giorno dalla legislazione umana?
Risposta: «Senza dubbio, e la sua abolizione segnerà un progresso nella umanità. Allorché questa sarà più illuminata, della pena di morte sulla terra non rimarrà che un brutto ricordo, e gli uomini non avranno più bisogno di essere giudicati dagli uomini. Ma parlo di un tempo, che è ancora assai lontano da voi».

Kardec: Il progresso sociale oggi non è certamente quale sarà in un più lieto avvenire; ma sarebbe ingiusto verso la moderna società chi nelle restrizioni apportate alla pena capitale presso i popoli più colti e nella natura dei delitti, a cui se ne limita l’applicazione, non vedesse un progresso. Se paragoniamo le garanzie di cui la
giustizia, presso questi popoli, si sforza di circondare l’accusato, e l’umanità con cui lo tratta anche quando è riconosciuto colpevole, con quello che si praticava in tempi non molto lontani, non possiamo disconoscere il cammino progressivo, nel quale ormai si procede.
761 - La legge di conservazione concede all’uomo il diritto di preservare la propria vita: non è questo diritto che egli esercita estirpando dalla società un membro pericoloso?
Risposta: «E a vostra tutela dal pericolo non avete altri mezzi che quello di ucciderlo? Al reo bisogna aprire, non chiudere la porta del pentimento».
762 - Se la pena capitale potrà essere bandita in avvenire dalla società civile, non è stata però una necessità nei tempi passati?
Risposta: «Necessità giammai. L’uomo crede sempre necessaria una cosa, quando non sa fare diversamente; ma poi, a mano a mano che progredisce, comprende meglio e il giusto e l’ingiusto, e ripudia gli eccessi, che nei tempi di barbarie si commisero in nome della giustizia».
763 - La limitazione dei casi in cui si applica la pena di morte, è indizio di progresso nella civiltà?
Risposta: «Ne potete dubitare? Non sentite raccapriccio nel leggere il racconto dei macelli umani, che nei tempi andati si facevano in nome della giustizia, e spesso in onore della Divinità? Non rabbrividite al solo pensare alle torture, a cui veniva sottoposto il reo, ed anche il solo accusato, per strappargli con lo strazio del dolore la confessione di un delitto, che spesso non aveva commesso? Ebbene, se foste vissuti in quei tempi, avreste trovato la cosa naturalissima, e forse, se foste stati giudici, avreste fatto quello che i giudici di quei tempi facevano. Così, ciò che sembrava giusto in un tempo, sembra barbaro in un altro. Le leggi divine sole sono eterne; le umane cambiano col progresso, e cambieranno ancora fino a che non armonizzino con le divine».
764 - Gesù ha detto: Chi di spada ferisce perirà di spada. Queste parole non sanciscono forse la pena del
taglione? E la morte inflitta all’omicida non è applicazione di questa pena?
Risposta: «Badate! Avete preso abbaglio in queste, come in molte altre sue parole. Pena del taglione è la giustizia di Dio; Egli solo può applicarla. Voi tutti la subite ogni momento, perché siete puniti secondo questa legge, in questa vita, o in un’altra. Chi ha fatto soffrire i suoi simili verrà un giorno o l’altro nella condizione di dover soffrire quegli stessi dolori; ecco il senso delle parole di Gesù. Ma egli vi ha detto anche: Perdonate ai vostri nemici; e vi ha insegnato a pregare Iddio di rimettervi le vostre colpe come voi le rimettete, vale a dire nella stessa misura con la quale voi le perdonate agli altri».
765 - E la pena di morte inflitta in nome di Dio?
Risposta: «E’ delitto che equivale ad un omicidio. Chi, sostituendosi a Dio nella giustizia, infligge la pena di morte, mostra di comprendere assai poco la Divinità, e di avere molto da espiare. Ne renderà stretto conto».

Fonte : Il Libro degli Spiriti( Allan Kardec )

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