(DOMANDE E RISPOSTE)
C’è al mondo una condizione di cui l’uomo possa vantarsi di essere veramente libero?
«No, perché ciascuno di voi, così il piccolo come il grande, ha bisogno degli altri».
826 - Ma, se non vi è, ci potrebbe essere?
«Sì, quella dell’eremita in un deserto; poiché non appena si trovano insieme due uomini, hanno diritti altrui da rispettare, e quindi non più libertà assoluta».
827 - L’obbligo di rispettare i diritti altrui toglie all’uomo quello di appartenere a se stesso?
«Niente affatto, perché questo è un diritto naturale».
828 - Come conciliare le opinioni liberali di alcuni col dispotismo che poi spesso esercitano essi stessi in famiglia e sui loro subordinati?
«Hanno l’intuito della legge naturale, ma questo è controbilanciato dall’orgoglio e dall’egoismo. Comprendono ciò che deve essere, quando i loro principi non sono una calcolata commedia ma non lo fanno».
- Nell’altra vita si terrà loro conto dei principi che professarono in questa?
«Quanto più l’uomo comprende un principio, tanto meno scusabile di non applicarlo a se stesso. In verità vi dico: l’uomo semplice, ma sincero, è più innanzi nella vita di Dio, che chi vuol comparire ciò che non è».
Schiavitù :
829 - Ci sono uomini destinati dalla natura ad essere proprietà di altri uomini?
«Ogni soggezione assoluta di un uomo verso un altro uomo è contraria alla
legge di Dio. La schiavitù è un abuso della forza, che scomparirà in forza del progresso, come a poco a poco scompariranno tutti gli altri abusi».
La legge umana, che sancisce la schiavitù, è contro natura perché assimila l’uomo al bruto, e lo degrada moralmente e fisicamente.
830 - Quando la schiavitù è nei costumi di un popolo, chi ne trae vantaggio conformandosi ad un uso che gli sembra naturale, è ugualmente colpevole?
«Il male è sempre male, e tutti i vostri sofismi non faranno che un’azione cattiva diventi buona; ma l’imputabilità del male è relativa ai mezzi che uno ha di comprenderlo. Chi trae profitto dalla legge di schiavitù è sempre colpevole di una violazione della legge naturale; ma anche in questa, come in ogni altra cosa, la colpa è relativa. Siccome la schiavitù fu, ed è ancor nei costumi di certi popoli, l’uomo ha potuto trarne vantaggio in
buona fede, e come di cosa che sembrava legittima; ma non appena la sua
ragione sia più sviluppata, e specie più illuminata dalla luce del progresso,che gli mostra
nello schiavo un suo uguale di fronte a Dio, egli non ha più scusa».
831 - La naturale disparità delle attitudini non pone certe razze umane sotto la dipendenza delle razze più intelligenti?
«Sì, per elevarle, ma non per abbrutirle maggiormente con la schiavitù. Gli uomini hanno da gran tempo considerato certe razze umane come animali da fatica muniti di braccia e di mani, che si credettero in diritto di vendere come bestie da soma. Si credono di un sangue più puro gli sciagurati che non vedono se non materia! Ora, non si tratta di sangue più o meno puro, ma di spirito»
832 - Alcuni, peraltro, trattano i loro schiavi con umanità, non lasciano mancar loro il necessario, e pensano che la libertà li esporrebbe a maggiori privazioni. Che dite di costoro?
«Dico che comprendono meglio i propri interessi, e che hanno anche gran cura dei loro buoi e dei loro cavalli per ritrarne maggior guadagno al mercato!Costoro non sono tanto colpevoli come quelli che li maltrattano; ma nondimeno li considerano come una mercanzia, privandoli del diritto di appartenere a se stessi».
Libertà di Pensiero :
833 - C’è qualche cosa nell’uomo, che sfugga a qualunque coercizione, e rispetto alla quale egli gode di assoluta libertà?
«Il pensiero, che sfida ceppi e catene. Si può opprimerlo, ma non soffocare».
834 - L’uomo è tenuto a rispondere del suo pensiero?
«Ne risponde a Dio, poiché Egli solo lo può conoscere, e quindi condannare od assolvere secondo la sua giustizia».
Libertà di Coscienza :
835 - La libertà di coscienza è conseguenza della libertà di pensiero?
«La coscienza è un pensiero intimo, che appartiene all’uomo come a tutti gli altri».
836 - Ha l’uomo diritto di costringere la libertà di coscienza?
«No, come non ne ha di costringere quella del pensiero. Questo diritto appartiene unicamente a Dio. Se l’uomo regola con le leggi umane i rapporti da uomo ad uomo, Dio con le leggi di natura regola quelli dell’uomo verso di Lui».
837 - Quale effetto ha il voler soffocare la libertà di coscienza?
«Quello di costringere gli uomini ad agire diversamente di come pensano, e quindi farne degli ipocriti. La libertà di coscienza è uno dei caratteri della vera civiltà e del vero progresso».
838 - E’ rispettabile ogni credenza, quando anche fosse notoriamente falsa?
«Ogni credenza è rispettabile quando è sincera e conduce alla pratica del bene. Biasimevoli sono quelle credenze che inducono al male».
839 - E’ riprovevole scandalizzare nella sua fede chi non pensa come noi?
«E’ mancare di carità e attentare alla libertà di pensiero».
840 - Lede la libertà di coscienza chi pone ostacoli alla diffusione di credenze che possono sconvolgere la società?
«Sì possono reprimere gli atti; ma la credenza intima è inaccessibile».
Reprimere gli atti esterni di una credenza, quando essi pregiudicano in qualche modo gli interessi degli altri, non è ledere la libertà di coscienza, perché tale repressione lascia
comunque alla credenza la sua piena libertà.
841 - Si deve forse lasciare, per rispetto alla libertà di coscienza, che si propaghino dottrine perniciose; oppure è lecito, senza tentare a questa libertà cercare di ricondurre sulla retta via chi si è smarrito per falsi principi?
«Senza dubbio è lecito, anzi doveroso; ma insegnate, secondo l’esempio di Gesù, con la dolcezza e con la persuasione; non con la violenza, il che sarebbe peggio della credenza erronea di colui che vorreste convertire. Il bene e la fratellanza si devono istillare con la dolcezza, non con la violenza: la convinzione non si impone mai».
842 - Tutte le dottrine pretendono di essere l’unica espressione della verità. Come possiamo riconoscere quella che abbia maggior diritto di proclamarsi tale?
«Sarà quella che formerà il maggior numero di onesti e il minor numero d’ipocriti; vale a dire, che insegnerà a praticare la legge d’amore e di carità nella sua massima purezza e nella sua più larga applicazione.
Da questo segno ne riconoscerete la bontà, poiché ogni dottrina che attizzi la discordia e stabilisca una distinzione tra i figli di Dio, non può essere che falsa e perniciosa».
Fonte Il Libro degli Spiriti (Allan Kardec )
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