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domenica 27 febbraio 2011

LA PROVVIDENZA


20 - La provvidenza è la sollecitudine di Dio per le sue creature. Dio è dovunque, vede tutto, presiede a tutto, anche alle più piccole cose: è in questo che consiste l’azione provvidenziale.
«Come può Dio, tanto grande, tanto potente, tanto superiore a tutto, interessarsi a particolari infimi, preoccuparsi delle più piccole azioni e dei più piccoli pensieri di ogni individuo?» E’ la domanda che si rivolge l’incredulo; e conclude che, ammettendo l’esistenza di Dio, la sua azione deve estendersi soltanto sulle leggi generali dell’universo, e l’universo funziona da tutta l’eternità in virtù di queste leggi cui è sottomessa ogni creatura nella propria sfera di attività, senza che vi sia bisogno del concorso incessante della Provvidenza.
21 - Nel loro attuale stato di inferiorità, gli uomini possono difficilmente comprendere Dio infinito, perché essi stessi sono finiti e limitati, per questo se lo raffigurano finito e limitato quanto loro; lo rappresentano come un
essere circoscritto, e se ne fanno un’immagine che somiglia a loro. I nostri dipinti che lo presentano sotto aspetto umano contribuiscono non poco a mantenere questo errore ben radicato nello spirito delle masse, le quali adorano in lui più la forma che il pensiero. Per la stragrande maggioranza, egli è un potente sovrano assiso su di un trono inaccessibile, perduto nell’immensità dei cieli; e poiché le loro facoltà e le loro percezioni sono limitate,costoro non comprendono che Dio possa degnarsi di intervenire direttamente nelle piccole cose.
22 - Poiché l’uomo si trova nell’impossibilità di comprendere l’essenza stessa della Divinità, può farsene soltanto un’idea approssimativa, ricorrendo a paragoni necessariamente imperfetti, ma che comunque possono mostrargli la possibilità di quanto, a prima vista, gli appare impossibile.
Immaginiamo un fluido tanto sottile da penetrare tutti i corpi; essendo privo d’intelligenza, agisce meccanicamente e con le sole forze materiali; ma se noi immaginiamo che questo fluido sia dotato d’intelligenza, di facoltà sensitive e percettive, esso agirà non più ciecamente, ma con discernimento, volontà e
libertà; vedrà, udirà e sentirà.
23 - Le proprietà del fluido perispiritico possono darcene un’idea. Non è intelligente di per se stesso, poiché è materia; ma è il veicolo del pensiero, delle sensazioni e delle percezioni dello Spirito. Il fluido perispiritico non è il pensiero dello Spirito, bensì l’agente e l’intermediario di questo pensiero; poiché lo trasmette, ne resta in qualche modo impregnato; e dato che noi siamo nell’impossibilità di isolarlo, sembra che il pensiero formi una cosa sola con il fluido, così come il suono sembra formare una sola cosa con l’aria, in modo che possiamo, per così dire, materializzarlo. Come diciamo che l’aria diviene sonora, potremmo, scambiando l’effetto per la causa, dire che il fluido diviene intelligente.
24 - Sia o non sia così il pensiero di Dio, agisca cioè direttamente o attraverso la mediazione di un fluido, per comprendere meglio rappresentiamolo sotto la forma concreta di un fluido intelligente che riempie l’universo infinito e compenetra tutte le parti della creazione: l’intera natura è immersa nel fluido divino. Ora, in virtù del principio per cui le parti di un tutto sono della stessa natura, e hanno le stesse proprietà del tutto, ogni atomo di questo fluido, se ci si può esprimere così, possiede il pensiero, cioè gli attributi essenziali della Divinità, e questo fluido è dovunque: quindi tutto è sottoposto alla sua azione intelligente, alla sua preveggenza, alla sua sollecitudine; non vi è un solo essere, per quanto infimo, che non ne sia saturato in qualche modo.
Noi siamo quindi, costantemente, alla presenza della Divinità; non una sola delle nostre azioni può venire sottratta al suo sguardo; a ragione si afferma che Dio legge nelle pieghe più profonde del nostro cuore. Noi siamo in lui, come egli è in noi, secondo le parole del Cristo. Per estendere la sua sollecitudine a tutte le sue creature, Dio non ha perciò bisogno di abbassare lo sguardo dall’alto dell’immensità; le nostre preghiere, per essere udite da lui, non hanno bisogno di varcare lo spazio, né di essere pronunciate con voce sonante perché i nostri pensieri si ripercuotono continuamente in lui. I nostri pensieri sono come i rintocchi di una campana
che fanno vibrare tutte le molecole dell’aria dell’ambiente.
25 - Non intendiamo affatto materializzare la Divinità; l’immagine del fluido universale intelligente non è altro, sia chiaro, che un paragone; e tuttavia riesce a dare di Dio un’idea più giusta dei dipinti che lo raffigurano sotto l’aspetto umano; ha lo scopo di far comprendere perché Dio è dappertutto e può occuparsi di tutto.
26 - Noi abbiamo continuamente sotto gli occhi un esempio che può darci un’idea del modo in cui l’azione di Dio può esercitarsi sulle parti più intime di tutti gli esseri, e come di conseguenza, le impressioni più sottili della nostra anima giungano fino a lui. Questo è tratto dall’insegnamento dato al riguardo
da uno Spirito.
27 - «L’uomo è un piccolo mondo, diretto dallo Spirito, e in cui il corpo è il principio che viene diretto. In questo universo, il corpo rappresenterà una creazione il cui Spirito sarà Dio. (Voi comprenderete che qui si tratta di una questione di analogia, non di identità). Le membra di questo corpo, i diversi organi che lo compongono, i suoi muscoli, i suoi nervi, le sue articolazioni, sono altrettante individualità materiali, se così si può dire, localizzate in uno speciale luogo del corpo; sebbene il numero delle sue parti costituenti, tanto
varie e diverse per natura, sia considerevole, nessuno può dubitare che può produrre movimenti, che una qualunque impressione non può avere luogo in un punto particolare senza che lo Spirito ne abbia coscienza. Vi sono sensazioni diverse, simultaneamente, in più punti? Lo Spirito le sente tutte, le discerne, le analizza, assegna a ciascuna la sua causa e il suo luogo d’azione, attraverso la mediazione del fluido perispiritico.
«Un fenomeno analogo avviene tra le creature e Dio. Dio è dovunque, nella natura, come lo Spirito è dovunque nel corpo; tutti gli elementi della creazione sono in rapporto costante con lui, come tutte le cellule del corpo umano sono in contatto immediato con l’essere spirituale; non c’è quindi ragione perché fenomeni dello stesso ordine non si producano nello stesso modo nell’uno e nell’altro caso.
«Un arto si agita: lo Spirito lo sente; una creatura pensa: Dio lo sa. Tutte le membra sono in movimento, i diversi organi vibrano; lo Spirito sente ogni manifestazione, le distingue e le localizza. Le diverse creazioni, le diverse creature si agitano, pensano, agiscono in modi diversi, e Dio sa tutto ciò che avviene, assegna a ciascuna ciò che le spetta.
«Si può dedurre nello stesso modo la solidarietà della materia e dell’intelligenza, la solidarietà di tutti gli esseri di un mondo, quella di tutti i mondi, e infine quella delle creazioni e del Creatore»
28 - Noi comprendiamo l’effetto, e questo è già molto; dall’effetto risaliamo alla causa, e ne giudichiamo la grandezza dalla grandezza dell’effetto; ma la sua essenza intima ci sfugge, come ci sfugge quella delle cause di una quantità di fenomeni. Noi conosciamo gli effetti dell’elettricità, del calore, della luce,della gravitazione; li calcoliamo, eppure ignoriamo la natura intima del principio che li produce. E’ quindi più razionale negare il principio divino, solo perché non lo comprendiamo?
29 - Nulla impedisce di ammettere, per il principio d’intelligenza sovrana, un centro d’azione, un focolaio principale che risplende incessantemente, inondando l’universo dei suoi effluvi come il sole l’inonda di luce. Ma dov’è questo focolaio? Questo non può dirlo nessuno. E’ probabile che non sia fisso in un punto determinato, così come non è fissa la sua azione, e che percorra incessantemente le regioni dello spazio sconfinato. Se i semplici Spiriti possiedono il dono dell’ubiquità, tale facoltà, in Dio, deve essere senza limiti.
Poiché Dio riempie l’universo, si potrebbe anche ammettere, a titolo d’ipotesi, che questo focolaio non ha bisogno di spostarsi, e che si formi su tutti i punti in cui la volontà sovrana ritenga giusto prodursi; e quindi si potrebbe dire che è dovunque e non è in nessun luogo.
30 - Di fronte a questi problemi insondabili, la nostra ragione deve inchinarsi. Dio esiste: non possiamo dubitarne; è infinitamente giusto e buono: è la sua essenza; la sua sollecitudine si estende a tutto: noi lo
comprendiamo; quindi non può volere che il nostro bene, e perciò dobbiamo avere fiducia in lui: questo è l’essenziale; per il resto, aspettiamo di essere degni di comprenderlo.

Fonte :Le Rivelazioni degli Spiriti  ( Allan Kardec )

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