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martedì 22 febbraio 2011

- LEGGE DI PROGRESSO - Stato di Natura - Cammino del Progresso -

(domande e risposte)

Stato di Natura :

776 - Stato di natura e legge naturale sono la stessa cosa?
Risposta: «No; stato di natura è lo stato primitivo, con cui la civiltà è incompatibile, mentre la legge naturale
contribuisce al progresso dell’umanità».

Kardec: Lo stato di natura è l’infanzia dell’umanità, il punto di partenza del suo sviluppo intellettuale e morale. L’uomo, essendo perfettibile e portando in sé il germe del suo miglioramento, non è destinato a vivere in perpetuo nello stato di natura, cioè in una perpetua infanzia: lo stato di natura è transitorio, e l’uomo ne esce per mezzo del progresso e della civiltà. La legge naturale, invece, regge l’umanità intera, e
l’uomo si migliora a mano a mano che meglio capisce, e meglio pratica questa legge.

 777 - Nello stato di natura l’uomo, poiché sente minor numero di bisogni, non ha tutte le tribolazioni che si crea col progresso. Avrebbero dunque ragione coloro, che riguardano questo stato come quello della più perfetta felicità in terra?
Risposta: «Sì, purché intendano la felicità della bestia; e molti, purtroppo, non ne comprendono altra. Anche i fanciulli sono più felici degli adulti».
778 - L’uomo può retrocedere verso lo stato di natura?
Risposta: «No, perché deve progredire senza posa. Se egli, contro la volontà di Dio, potesse ritornare allo stato d’infanzia, sarebbe distrutta la legge del progresso».

Cammino del Progresso :

779 - L’uomo possiede in sé la forza progressiva, o il progresso è il prodotto di un insegnamento?
Risposta: «L’uomo si svolge naturalmente da sé; ma non tutti progrediscono nello stesso tempo e nella stessa
maniera».
780 - Il progresso morale segue sempre quello intellettuale?
Risposta: «Ne è la conseguenza; ma non sempre lo segue immediatamente».
Domanda: - Come può il progresso intellettuale condurre al progresso morale?
Risposta: «Col far comprendere il bene e il male: e l’uomo, allora, può scegliere. Lo sviluppo del libero arbitrio segue quello dell’intelligenza, ed accresce la responsabilità degli atti». (Vedi numeri 192 – 365).
Domanda: - Come va, allora, che i popoli più illuminati sono spesso i più corrotti?
Risposta: «Il progresso armonico è la mèta; ma i popoli, come gli individui, non vi giungono che passo passo: fino a che in essi non sia svolto abbastanza il senso morale, possono anche valersi della propria intelligenza per fare il male. La morale e l’intelligenza sono due forze che si equilibrano solo col tempo». (Vedi numeri 375 - 751).
781 - Può l’uomo arrestare il cammino del progresso?
Risposta: «No; ma talvolta lo può ritardare».
Domanda: - Che pensare di coloro che tentano di fermare il cammino del progresso, e di far retrocedere
l’umanità?
Risposta: «Poveri esseri, che Dio punirà! Saranno rovesciati dal torrente a cui vogliono mettere una barriera».

Kardec: Poiché il progresso è una condizione della natura umana, nessuno gli può resistere. Esso è una forza viva, che cattive leggi possono ritardare, ma non soffocare, e che, quando queste gli divengono incompatibili, le infrange, e travolge tutti quelli che tentano di mantenerle. E così sarà fino a tanto che l’uomo non avrà
messo le sue leggi in armonia con la giustizia divina, che vuole il bene di tutti, e non leggi fatte per il forte in pregiudizio del debole.

782 - Non ci sono uomini, che inceppano in buona fede il progresso, credendo di favorirlo, perché lo vedono a modo loro, e spesso là, dove non è?
Risposta: «Piccole pietruzze messe sotto le ruote di un carrozzone che non gl’impediscono di avanzare».
783 - Il perfezionamento dell’umanità si effettua sempre in modo lento e progressivo?
Risposta: «Sì, è il progresso regolare, che risulta dalla forza delle cose; ma quando un popolo ritarda troppo, Iddio gli suscita una forza fisica e morale, che lo trasforma».

Kardec: L’uomo non può rimanere sempre nell’ignoranza, perché deve giungere alla mèta segnatagli dalla Provvidenza. Egli si istruisce per la forza delle cose. I rivolgimenti morali, come i sociali, s’infiltrano a poco a poco nelle idee, covano per lunghi secoli, e poi scoppiano ad un tratto, e scrollano il tarlato edificio del passato, che più non risponde ai bisogni nuovi ed alle nuove aspirazioni. L’uomo volgare in questi sommovimenti vede solo il disordine e la confusione momentanea che lo colpiscono nei suoi interessi materiali; ma colui, che eleva il suo pensiero al di sopra dei suoi interessi personali, ammira i disegni della Provvidenza, che dal male fa scaturire il bene. Sono la grandine e l’uragano, che purificano l’atmosfera dopo
averla sconvolta.

784 - La perversità dell’uomo è grande: non sembrerebbe che invece di progredire, egli cammini a ritroso, almeno dal lato morale?
Risposta: «Siete in inganno. Osservate bene l’insieme, e vedrete che egli progredisce, poiché comprende sempre meglio ciò che è male, e ogni giorno corregge alcuni abusi. Occorre l’eccesso del male per far conoscere la necessità del bene e delle riforme».
785 - Qual è il più grande ostacolo al progresso?
Risposta: «L’orgoglio e l’egoismo, se intendete parlare del progresso morale, poiché il progresso intellettuale cammina col progredire che essi fanno, ed anzi, a primo aspetto, sembra che dia loro un raddoppiamento di attività, fomentando l’ambizione e l’amore delle ricchezze, che a loro volta eccitano l’uomo alle ricerche, che ne rischiarano lo Spirito. In questo modo tutto si collega nel mondo morale, e nel mondo fisico, e dal male stesso può venire il bene. Ma un tale stato di cose farà il suo tempo, e cambierà, secondo che l’uomo comprenderà meglio che al di sopra delle gioie terrene c’è una felicità infinitamente maggiore e più durevole». (Vedi Capitolo 12 - “Egoismo”).

Kardec: Ci sono due specie di progresso, che si prestano mutuo appoggio, e perciò non camminano di fronte: l’intellettuale ed il morale. Presso i popoli inciviliti, il primo gode ai nostri giorni di tutti i desiderabili incoraggiamenti, e quindi ha raggiunto un grande sviluppo. All’opposto, il secondo è rimasto molto indietro; ma ciò nonostante, se si confrontano i costumi sociali odierni con quelli di pochi secoli fa, bisognerebbe essere ciechi per negare il progresso. Perché dunque il cammino progressivo, se non si arresta per il lato intellettuale, dovrebbe arrestarsi per il morale? Perché fra il secolo decimonono e il ventiquattresimo non ci dovrà essere tanta differenza quanta ce ne fu tra il quattordicesimo e il decimonono? Dubitarne sarebbe lo stesso che affermare che l’umanità sia giunta al massimo grado della sua perfezione, ciò che sarebbe assurdo, o che essa non sia moralmente perfettibile, ciò che è smentito dalla esperienza.

Fonte : Il Libro degli Spiriti ( Allan Kardec)

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