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mercoledì 23 marzo 2011

LA VITA SUPERIORE


Allorché l’anima virtuosa, vinte le passioni, abbandona il corpo miserabile che fu per essa strumento di dolore e di gloria, s’invola attraverso l’immensità per raggiungere le sue sorelle dello spazio, e percorre regioni di armonia e di splendore, spinta da un impulso irresistibile. La parola umana è troppo povera per esprimere ciò ch’essa vede: qual espansione, qual gioia deliziosa, rompere la pesante catena che ci lega alla terra, abbracciare i cieli, immergersi nello spazio senza limiti, e dominare da tale altezza l’orbita dei mondi!
Non più corpo infermo, meschino, pesante come una cappa di piombo, non più catene materiali trascinate penosamente! Sciolta dai suoi lacci, l’anima brilla, inebriata di spazio e di libertà.
Alla laidezza terrena, alla vecchiaia decrepita e rugosa, subentra un corpo fluido dalle forme squisite
-forme umane idealizzate - diafano e brillante. L’anima ritrova gli esseri amati che la precedettero
nella nuova vita; gli eletti della sua tenerezza, i suoi compagni di lavoro e di prova che sembrano attenderla,come dal ritorno di un lungo viaggio. Essa cammina liberamente con loro e le espansioni traboccano d’una felicità accresciuta dalla rimembranza dei tristi ricordi della terra, dal confronto dell’ora presente  col lacrimoso passato.
Altri spiriti, cari per i mali sofferti in comune in altri tempi e dimenticati dall’anima durante la sua ultima incarnazione, vengono ad unirsi ai primi: tutti coloro che divisero con essa i giorni buoni o tristi,
tutti coloro che con essa crebbero, lottarono, piansero e soffrirono, si affrettano a riceverla, e la sua
memoria si ridesta, provocando esplosioni di gioia, effusioni che la penna non sa descrivere.
Come riassumere le impressioni dello spirito nella vita radiosa che gli si apre davanti? Squarciata ad un tratto l’opaca veste e il pesante mantello che impacciavano i suoi sensi intimi, le sue percezioni si centuplicano: non più limite, l’infinito profondo luminoso, si spiega con le sue meraviglie abbaglianti coi suoi milioni di soli - focolari multicolori, zaffiri, smeraldi, gioielli enormi sparsi nell’azzurro, col loro magnifico corteggio di pianeti. Questi soli, che all’uomo appaiono come semplici scintille, si rivelano allo spirito nella loro reale e colossale grandezza, maggiori del sole che illumina il nostro meschino pianeta, e lo spirito comprende la forza di attrazione che li unisce, discerne, nelle lontane
profondità, gli astri formidabili che presiedono alla loro evoluzione. Egli vede tutte queste fiaccole
gigantesche agitarsi e gravitare nella loro corsa vagabonda, incrociantisi come globi di fuoco, lanciati nello spazio dalla mano di un invisibile giocoliere.
Noi, turbati senza posa dai rumori, dal ronzio confuso dell’alveare umano, non possiamo concepire la calma solenne, il maestoso silenzio degli spazi, che riempie l’anima di un sentimento augusto, di un’ammirazione che rasenta il terrore. Ma lo spirito buono e puro è inaccessibile allo spavento: l’infinito,silenzioso e freddo per gli spiriti inferiori, si anima ben tosto per fargli intendere la sua voce possente.
L’anima, sciolta dalla materia, percepisce a poco a poco le vibrazioni melodiose dell’etere, le delicate armonie che scendono dalle gerarchie celesti; ascolta il ritmo imponente delle sfere, questo canto dei mondi, questa voce dell’infinito, che risuona nel silenzio e la compenetra fino al rapimento. Raccolta,inebriata, compresa da un sentimento grave e religioso, da una ammirazione inesauribile, l’anima s’immerge nelle onde eteree, contempla le profondità siderali, le legioni di spiriti - ombre plastiche, leggere, che fluttuano e si agitano, avvolti nella luce. Essa assiste alla genesi dei mondi, vede il risveglio della vita che si effettua alla loro superficie, segue il progresso dell’umanità che li popola, e in questo grande spettacolo constata, che dovunque nell’universo, l’attività, il movimento, la vita, non si scompagnano dall’ordine.
Lo spirito che lascia la terra, qualunque sia il suo stato di progresso, non potrebbe aspirare a vivere indefinitamente di questa vita superiore:ancora legata alla reincarnazione, essa non è per lui che un tempo di riposo, una compensazione dovuta ai mali sofferti, un premio concesso al suoi meriti, che lo ritempra e lo fortifica per le lotte future. Ma,nell’avvenire che lo attende, lo spirito elevato non ritroverà più le angosce e le cure della vita terrestre:chiamato a rinascere in mondi migliori del nostro, la scala grandiosa di questi ha innumerevoli gradi che servono all’ascensione delle anime, gradi che ciascun spirito supera a sua volta.
Nei mondi superiori alla terra, la materia esercita una forza minore: i mali generati da essa, diminuiscono a misura che l’essere si eleva, finché spariscono completamente. Quivi l’uomo non striscia penosamente al suolo sotto il peso di un’atmosfera grave, ma si sposta colla massima facilità: i bisogni del corpo, i rudi lavori vi sono quasi sconosciuti; l’esistenza, più lunga della nostra, vi scorre fra lo studio e la partecipazione alle opere di una civiltà perfezionata, che ha per base la morale più pura, il rispetto dei diritti comuni, l’amicizia e la fratellanza. Ivi non regna l’orrore della guerra, dell’epidemia, dei flagelli, e i grossolani interessi, causa di tante convulsioni quaggiù, non turbano la concordia di quegli spiriti felici.
Questi dati sulle condizioni di abitabilità dei mondi, vengono confermati dalla scienza: essa, per mezzo dello spettroscopio, pervenne ad analizzarli nei loro elementi costitutivi, e a valutarne la massa in base alla potenzialità d’attrazione. L’astronomia ci dimostra che le stagioni variano di durata e di intensità secondo l’inclinazione dell’asse planetario: che Saturno ha la densità dell’acero, Giove quella dell’acqua, e che gli stessi corpi pesano, in Marte, la metà di quello che sulla terra. Ora, l’organizza-
zione degli esseri viventi, essendo il risultato delle forze in azione su ogni singolo pianeta, noi vediamo quale varietà di forme risultano da queste diverse condizioni, e quanti molteplici atteggiamenti la vita può prendere sui mondi innumerevoli dello spazio.
Lo spirito, dopo aver percorso il ciclo delle sue esistenze planetarie, dopo essersi purificato nelle sue reincarnazioni e nelle sue migrazioni attraverso i mondi, chiude la serie delle esistenze ed entra nella vita spirituale definitiva - la vera vita dell’anima, che non conosce il male, l’ombra, l’errore. Allora,
 anche le ultime influenze materiali svaniscono; la calma, la serenità la sicurezza profonda subentrano agli affanni,alle inquietitudini di prima: l’anima ha raggiunto il termine delle sue prove ed è certa di non più soffrire.
Con qual commozione essa ricorda allora i fatti della sua vita dispersa nei tempi, del suo lungo pellegrinaggio alla conquista del suoi meriti e del suo grado! Quanti insegnamenti lungo questa ascensione continua, durante la quale si costituisce e si afferma l’unità della sua natura e della sua personalità immortale! Dai ricordi lontani, dai tempi di apprensioni, di cure, di dolori, essa si riporta alla presente felicità che assapora con delizia. Quale ebbrezza vivere fra spiriti illuminati, pazienti e dolci,unirsi a loro con affetto imperturbato, condividere con essi le aspirazioni, i lavori, i desideri, sapersi compresi, sostenuti, amati, trionfatori del bisogno e della morte, giovani d’una giovinezza che non sente il morso dei secoli! Poi, studiare, ammirare, glorificare l’opera infinita e penetrarne più profondamente i divini misteri, riconoscere in ogni cosa la giustizia, la bellezza, la bontà celeste e identificarsi ad esse,abbeverarsene e nutrirsene, seguire i geni superiori nelle loro vie, accompagnarli nella loro missione, comprendere la possibilità di raggiungerli, di salire ancor più in alto, ove sempre nuove gioie, nuovi lavori, nuovi progressi ci attendono - tale è la vita eterna,magnifica, esuberante, la vita dello spirito purificato dal dolore.
Gli alti cieli sono la patria della bellezza ideale e perfetta a cui tutte le arti si inspirano: gli spiriti superiori possiedono, in grado eminente, il senso del bello che è la sorgente dei loro godimenti più puri, e sanno tradurlo in opere al cui cospetto impallidiscono tutti i capolavori dell’uomo.
Ogni volta che il genio si manifesta nel nostro mondo, ogni volta che l’arte si rivela nella sua forma
perfetta,si può credere che uno spirito dalle alte sfere sia disceso ad incarnarsi sulla terra per iniziare gli uomini agli splendori della bellezza eterna.
Per l’anima superiore, l’arte, sotto i suoi molteplici aspetti, è una preghiera,un omaggio reso al principio eterno.Lo spirito, essendo pur esso fluidico, agisce sui fluidi dello spazio; diretto da potente volontà, li unisce e li foggia a suo modo, e dà loro le tinte e le forme che rispondono al suo scopo. Con questi fluidi, si foggiano opere che sfidano ogni confronto e ogni analisi: quadri mobili, luminosi, riproduzioni delle vite umane.
Vite di fede e di sacrificio, dolorosi apostolati, drammi dell’infinito, come descrivere la vostra magnificenza,che gli spiriti stessi dichiarano di non poter esprimere con parole umane?
Le pompe delle feste spirituali si svolgono nella zona fluidica, dove gli spiriti puri, abbaglianti di luce, si uniscono in famiglie e lo splendore e la varietà dei loro involucri, dimostrano la loro elevatezza e definiscono i loro attributi. Cullati da soavi melodie, al cui confronto quelle della terra non sono che rumori discordi,
essi hanno per campo lo spazio infinito, per spettacolo la danza meravigliosa dei mondi roteanti
nell’immensità, che uniscono le loro note alle voci celesti, all’inno universale che si eleva a Dio.Questa moltitudine innumerevole di spiriti si conosce e si ama: i legami di famiglia che li univano nella vita terrena, spezzati dalla morte, si ristabiliscono per sempre. Essi vengono da diversi punti dello spazio e dei mondi superiori, si comunicano i risultati delle loro missioni, dei loro lavori, si rallegrano dei successi, e si aiutano nelle opere difficili. Nessun rimpianto, nessun sentimento di gelosia può entrare in queste anime sensibili: la confidenza e la sincerità, presiedono alle loro riunioni, in cui ricevono le
istruzioni dei messaggi divini e accettano nuovi mandati che contribuiscono a ulteriori elevazioni. Gli uni s’incaricano di vegliare al progresso e allo sviluppo delle nazioni e dei mondi; altri vi si incarnano per compiervi delle missioni di sacrificio, per istruire gli uomini nella morale e nella scienza; altri ancora -spiriti protettori e dirigenti si uniscono a qualche anima incarnata, la sostengono nell’aspro cammino dell’esistenza, l’accompagnano dalla nascita alla morte, e l’accolgono poi sulla soglia del mondo invisibile.
Lo spirito, a qualunque grado della gerarchia esso appartenga, ha il suo compito nell’opera immensa del progresso, e concorre all’esecuzione delle leggi superiori.
Più lo spirito si purifica, più intenso ed ardente diventa in esso il bisogno di amare, di attrarre a sé,
nella luce e nella felicità del soggiorno che non conosce dolore, tutto ciò che soffre, che lotta e si agita nelle profondità della vita immortale. Allorché qualche spirito adotta uno dei suoi minori fratelli e ne diventa il protettore e la guida, con quale sollecitudine affettuosa egli sostiene i suoi passi, con qual gioia sorveglia i suoi progressi, con quale amarezza assiste alle cadute che non può impedire! Come il bambino, uscito dalla culla tenta i primi passi sotto il tenero sguardo della madre, così lo spirito vegliato si prova ai combattimenti della vita sotto l’egida invisibile del suo padre spirituale.
Noi tutti abbiamo uno di questi geni tutelari, che ci ispira nelle ore difficili e ci dirige sulla retta via, da ciò la poetica leggenda cristiana dell’angelo custode. Qual dolce e consolante pensiero essere consci di un amico fedele, sempre disposto a soccorrerci e a dirigerci, da vicino e da lungi, ad assisterci nella prova,a consigliarci coll’ispirazione, a riscaldarci col suo amore: è questa una sorgente preziosa di energia morale.
Il pensiero che testimoni benevoli ed invisibili vedono tutte le nostre azioni e le seguono con interesse, ci induce a maggior saviezza e circospezione. Questa protezione occulta, fortifica i legami di solidarietà che uniscono il mondo celeste alla terra, lo spirito libero all’uomo prigioniero nella carne; da questa assistenza continua nascono le mutue simpatie intense, le amicizie durevoli e disinteressate, e l’amore che anima lo
spirito elevato si estende a tutti gli esseri, pur avendo un’unica meta - Dio, padre delle anime,
focolare di tutte le potenze affettive.

Abbiamo parlato di gerarchia: v’è realmente una gerarchia di spiriti, ma essa non si basa che sulla virtù,
e non esiste che per essa e per le qualità acquisite col lavoro e colla sofferenza. Noi sappiamo che nel loro principio tutti gli spiriti sono uguali, che tutti sono destinati a un medesimo fine, e differiscono soltanto dal punto di vista del maggiore o del minore sviluppo. I gradi della gerarchia spirituale incominciano nella profondità della vita inferiore e salgono ad altezze inaccessibili alla ragione umana: è un ascendere
inenarrabile di potenze, di luci, di virtù, che ingrandiscono dalla base alla sommità, se pur vi è una sommità;
è la spirale del progresso che si svolge all’infinito. Essa si divide in tre grandi zone: vita materiale,
vita spirituale, vita celeste, che si riflettono, reagiscono l’una sull’altra, e formano un tutto, che costituisce il campo di evoluzione degli esseri, la scala leggendaria di Giacobbe.
Su tutta l’immensa scala, un legame invisibile unisce essere ad essere, e ciascuno è retto e attratto dai più elevati. Le anime superiori che si manifestano a noi ci sembrano dotate di qualità sublimi, e nondimeno esse affermano l’esistenza di esseri tanto superiori, quanto esse lo sono relativamente a noi;per cui i gradi si succedono e si perdono in una profondità piena di mistero.
L’involucro fluidico dello spirito è come una veste tessuta coi meriti dello spirito stesso nel corso delle sue esistenze. Da esso quindi risulta la sua superiorità: tenebroso e denso nell’anima inferiore, aumenta di bianchezza, e si purifica sempre più, in proporzione dei progressi realizzati, e,già luminoso nello
spirito elevato, acquista nelle anime superiori uno splendore abbagliante.
Ogni spirito è un focolare di luce; luce profondamente velata, compressa, invisibile, che si sviluppa colla forza morale, si accresce gradatamente, aumenta di estensione e di intensità. Da prima è un fuoco nascosto sotto la cenere che si rivela con deboli bagliori, poi diventa fiammella timida e vacillante, finché un giorno divampa in aureola, in incendio, si estende ed infiamma tutto lo spirito che risplende come un sole o come quegli astri erranti che percorrono gli abissi celesti, lasciandosi dietro una traccia luminosa.
Questo grado di splendore è il risultato di un complesso di lavoro fecondo, di un cumulo tale di esistenze che, a noi uomini, potrebbe sembrare l’eternità.
Elevandosi sempre più verso le cime del pensiero, l’intuito giungerebbe a intravedere che cosa è Dio -
anima dell’Universo e centro prodigioso di luce. Ma la vista diretta di Dio non è possibile che ai più grandi spiriti: la luce divina compendia la gloria la potenza, la maestà dell’Eterno , è la visione della stessa verità; poche anime possono contemplarla senza veli, e per sopportarne lo schiacciante splendore,
bisogna essere di un’assoluta purezza.
La vita terrestre sospende le proprietà radianti dello spirito: durante il suo corso, la luce dell’anima, simile ad una fiaccola che brucia solitaria nel fondo di un sepolcro, è nascosta dalla carne. Nondimeno possiamo constatarne l’esistenza in noi; le nostre buone opere, i nostri generosi entusiasmi la mantengono,
la ravvivano e un’intera moltitudine può riscaldarsi al contatto comunicativo di un’anima entusiasta.
Nei momenti di espansione, di carità, di amore, noi sentiamo in noi stessi come una fiamma,
come un raggio che emana dal nostro essere; è questa luce interna che forma gli oratori, gli eroi, gli apostoli, che riscalda l’uditorio, trascina i popoli e li spinge a grandi cose. Le forze spirituali si rivelano allora allo sguardo di tutti, e mostrano ciò che è possibile ottenere dalle potenze dell’anima, mosse dall’amore del bene e del giusto. Superiore a tutte le forze materiali , la potenza dell’anima potrebbe
sollevare un mondo: questa potenza è una luce.
Piccolo focolare che covi nel nostro cuore, possa tu essere alimentato dalle nostre buone opere, che,ravvivando la tua fiamma, facciano di te un braciere che illumina e riscalda tutto ciò che
l’avvicina, un faro che dirige gli spiriti scettici, brancolanti nelle tenebre!
Noi abbiamo tentato di dare un’idea di ciò che è la vita celeste, definitiva, secondo l’insegnamento
degli spiriti: essa è la meta a cui tende l’evoluzione di tutte le anime, ove tutti i sogni del bene si realizzano,
ove le nobili aspirazioni si compiono, ove le speranze deluse, le affezioni respinte,
gli slanci compressi della vita materiale si espandono liberamente. Ivi le simpatie, le tenerezze, i puri amori si ritrovano,si uniscono e si fondono in un immenso amore che infiamma tutti gli esseri,
e li fa vivere in comunione perpetua nel seno della grande armonia.
Tuttavia, per raggiungere queste altezze quasi divine, bisogna lasciare sulle pendici che vi conducono,
gli appetiti, i desideri, le passioni, lacerandosi alle spine, purificandosi alle acque dei ghiacciai. Bisogna conquistare la dolcezza, la rassegnazione, la fede; imparare a soffrire senza lamento,
a piangere in silenzio,e,. sdegnando le ricchezze e le gioie effimere del mondo,
consacrare tutto il proprio cuore ai beni che non tramontano mai. Bisogna deporre nei cimiteri della terra molte spoglie sformate dal dolore, soffrire senza ira, l’inopia, l’umiliazione, il disprezzo, sentire i morsi del male,il peso della solitudine e della tristezza, bisogna vuotare molte volte il calice profondo e amaro.
Soltanto la sofferenza sviluppa le forze virili dell’anima, temperandola per la lotta e l’ascensione,
purificandola e maturandola alle altezze che le aprono le porte della vita felice.
Spirito immortale, spirito incarnato o libero, se tu vuoi percorrere rapidamente il ciclo magnifico dei mondi e conquistare le regioni eteree, getta lungi da te tutto ciò che aggrava i tuoi passi e intralcia le tue facoltà latenti. Rendi alla terra tutto ciò che viene dalla terra, e aspira ai tesori eterni; prega,lavora, consola,soccorri, ama fino all’immolazione, adempi il dovere a costo del sacrificio e della morte: sarà questo il
germe della tua felicità avvenire!

DOPO LA MORTE di Léon Denis

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