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giovedì 17 marzo 2011

LA VITA UNIVERSALE



53 - Questa immortalità delle anime, di cui il sistema del mondo fisico
costituisce la base, è apparsa immaginaria a certi pensatori prevenuti, che
l’hanno qualificata ironicamente “immortalità viaggiante”, e non hanno
compreso che era l’unica vera, di fronte allo spettacolo della creazione.
Tuttavia è possibile farne comprendere tutta la grandezza, anzi quasi tutta la perfezione.
54 - Le opere di Dio sono create dal pensiero e dall’intelligenza; i mondi sono
dimora di esseri che li contemplano e che scoprono sotto il loro velo la
potenza e la saggezza di colui che li ha formati: per noi tutto questo non può
essere posto in dubbio; ma è importante sapere che le anime di cui sono popolate sono solidali.
55 - L’intelligenza umana, infatti, fatica a considerare i globi, radiosi che
scintillano nell’immensità come semplici masse di materia inerte e senza vita;
fatica a pensare che nelle regioni lontane vi sono crepuscoli magnifici e notti
splendide, soli fecondi e giorni pieni di luce, valli e montagne dove i molteplici
prodotti della natura hanno sviluppato tutta la loro pompa lussureggiante;
fatica a immaginare che lo spettacolo divino, in cui l’anima può ritemprarsi
come nella propria vita, sia spogliato dell’esistenza e privo di tutti gli esseri
pensanti che potrebbero conoscerlo.
56 - Ma a questa idea eminentemente giusta della creazione, bisogna
aggiungere quella dell’umanità solidale, ed è in questo che consiste il mistero dell’eternità futura.
Nell’universalità dei mondi è stata creata una medesima famiglia umana, ed i
legami di una fraternità che voi non sapete ancora valutare sono stati
assegnati appunto a questi mondi. Se quegli astri che si armonizzano
nei loro vasti sistemi sono abitati da intelligenze, non sono
popolati certo da esseri ignoti gli uni agli altri, ma da esseri segnati
in fronte dallo stesso destino, che devono incontrarsi
momentaneamente secondo le loro funzioni di vita, e ritrovarsi
secondo le reciproche simpatie; è la grande famiglia degli Spiriti che
popolano le terre celesti; è il grande splendore dello Spirito divino che
abbraccia l’immensità dei cieli e che rimane come tipo primitivo e finale della
perfezione spirituale.
57 - In seguito a quale strana aberrazione si è ritenuto di dover rifiutare
all’immortalità le vaste regioni dell’etere, quando la si circoscriveva entro un
limite inammissibile e nella dualità assoluta? Il vero sistema del mondo
doveva dunque precedere la vera dottrina dogmatica e la scienza doveva
precedere la teologia? Quest’ultima sbaglierà, fino a quando poggerà le sue
basi sulla metafisica? La risposta è facile, e ci mostra che la nuova filosofia
troneggerà trionfante sulle rovine di quella antica, perché la sua base si sarà
elevata vittoriosa sugli antichi errori.

LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI ( Allan Kardec) 

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