CONTATORE VISITE

♥-BENVENUTI IN CHAT-- CLICCATE SUL NIK CHE VI DA LA CHAT E INSERITE IL VOSTRO NOME , GRAZIE ♥

domenica 20 marzo 2011

CHE COSA BISOGNA INTENDERE PER POVERI DI SPIRITO


Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli! (San Matteo, Cap.
V, versetto 3).
2. L’incredulità si è divertita con questa massima: “Beati i poveri in spirito”,
come con molte altre cose, senza capirle. Per poveri in spirito, Gesù non intendeva gli
uomini di scarsa intelligenza, ma gli umili: egli dice che il regno dei cieli è loro e non
degli orgogliosi.
Quelli che, secondo il mondo, sono uomini di scienza e di spirito, hanno
un’opinione cosí alla di loro stessi e della loro superiorità che considerano le cose
divine come indegne della loro attenzione: i loro sguardi, concentrati sulla loro persona,
non possono elevarsi fino a Dio. Questa tendenza a giudicarsi al di sopra di tutto, troppo
spesso li porta a negare ciò che, essendo al di sopra di loro, potrebbe abbassarli, a
negare perfino la Divinità. O, se accettano di ammetterla, vogliono con-testare alla
Divinità una delle sue più belle attribuzioni, la sua azione provvidenziale sulle cose di
questo mondo, poiché sono persuasi che bastano loro a governarlo bene. Prendono la
loro intelligenza per la misura dell’intelligenza universale e si ritengono atti a capire
tutto, cosí non riescono a credere alla possibilità di ciò che non capiscono: quando è
pronunciato, il loro giudizio é senza appello.
Se si rifiutano d’ammettere il mondo invisibile e una potenza extraumana, non è
tuttavia che questo sia al di sopra della loro portata, ma é che il loro orgoglio si rivolta
all’idea di qualcosa al di sopra della quale non possono collocarsi e che li farebbe
discendere dal loro piedistallo. Ecco perché non hanno che sorrisi di disprezzo per tutto
ciò che non appartiene al mondo visibile e tangibile: si attribuiscono troppo intelletto e
troppa scienza per credere a cose che, secondo loro, valgono soltanto per le persone
semplici e giudicano coloro che le prendono sul serio come dei poveri di spirito.
Qualsiasi cosa ne dicano, ciononostante, dovranno pur entrare come tutti in
questo mondo invisibile che deridono: allora i loro occhi saranno aperti ed essi
riconosceranno il loro errore. Ma Dio, che é giusto, non può ricevere con eguale favore
colui che ha misconosciuto la sua potenza e colui che si è umilmente sottomesso alle
sue leggi, né può far loro lo stesso trattamento.
Dicendo che il regno dei cieli è per i semplici, Gesù vuol dire che nessuno vi
può essere ammesso senza la semp!icità del cuore e l’umiltà dello spirito; che
l’ignorante che possiede questa qualità sarà preferito al sapiente che crede più in se
stesso che in Dio. In ogni circostanza, Gesù pone l’umiltà nel novero di quelle virtù che
avvicinano a Dio e l’orgoglio fra i vizi che allontanano da Dio. E questo per una ragione
naturalissima: che l’umiltà é un atto di sottomissione a Dio, mentre l’orgoglio è una
ríbellione a lui. Per la felicità dell’uomo, dunque, è molto meglio essere poveri in
spirito, nel senso mondano, e ricchi in qualità morali.

IL VANGELO SECONDO LO SPIRITISMO (Allan Kardec)

Nessun commento:

Posta un commento