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domenica 8 gennaio 2012

GESU’ CAMMINA SULL’ACQUA



41 - Subito, Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a passare
all’altra riva prima di lui, mentre egli avrebbe rimandato la folla. - Dopo
averla rimandata, salì solo su una montagna per pregare, ed essendo venuta la sera, si ritrovò da solo in quel luogo.
Intanto la barca veniva sbattuta tra i flutti in mezzo al mare, perché il vento
era contrario. - Ma alla quarta ora della notte, Gesù venne a loro camminando sul mare (4).
(4) Il lago di Genezareth o di Tiberiade).
- Quando lo videro camminare così sul mare, rimasero turbati, e dissero: E’
un fantasma, e gridarono per lo spavento. Subito Gesù parlò loro e disse:
Rassicuratevi, sono io, non temete.
Pietro gli rispose: Signore, se sei tu, comandami di venire a te camminando
sulle acque. Gesù gli disse: Vieni. E Pietro, scendendo dalla barca, camminò
sull’acqua per raggiungere Gesù. Ma vedendo un gran vento, ne ebbe paura; e
incominciando ad affondare, gridò: Signore, salvami. Subito Gesù, tenendogli
la mano, lo prese e gli disse: Uomo di poca fede, perché hai dubitato? - E
quando fu risalito sulla barca, accostandosi a lui, lo adorarono dicendo:
Tu sei veramente il figlio di Dio (Matteo, cap. XIV, vs. 22, 23).
42 - Questo fenomeno trova la sua spiegazione naturale nei principi esposti
più sopra, nel capitolo 14, n. 43.
Esempi analoghi dimostrano che non è né impossibile né miracoloso, poiché
rientra nelle leggi della natura. Il fenomeno può essersi prodotto in due modi.
Gesù, sebbene vivente, poté apparire sull’acqua in una forma tangibile,
mentre il suo corpo carnale era altrove; questa è l’ipotesi più probabile. Si
possono addirittura riconoscere, nel racconto, certi segni caratteristici delle
apparizioni tangibili (cap. 14, nn. 35, 36, 37).
D’altro canto, il suo corpo avrebbe potuto essere sostenuto, e il suo peso
neutralizzato, dalla stessa forza fluidica che sorregge un tavolo nello spazio
senza alcun punto di appoggio. Lo stesso effetto si è prodotto parecchie volte
 anche su corpi umani.


LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI ( Allan Kardec )

giovedì 8 dicembre 2011

CHICO XAVIER


    "  Vivere è dire sempre agli altri che
        sono importanti. Che li amiamo,
       perché un giorno loro se ne andranno
       e resteremo con l'impressione di
        non averli amati a sufficienza
       (Chixo Xavier)  "              
                                                                                  


Piccola biografia di un apostolo del bene

La maggior parte degli uomini niente costruisce e vuole essere deificata. Francisco Cândido Xavier ha messo la sua vita a servizio delle nobili cause, e secondo Carlos A. Baccelli, nell’opera: “Chico Xavier, Medianità e Cuore”, dice di essere stato soltanto un granello di polvere. Indicato per il Premio Nobel della Pace e considerato, per i più di cento titoli di cittadinanza ricevuti, come cittadino del mondo, Chico intanto riconosce che niente siamo in Terra se non semplici depositari dei doni che Dio ci ha dato.

Nato il 2 aprile 1910 a Pedro Leopoldo - Stato di Minas Gerais, era un bambino povero e fino ad oggi la sua vita fu una sequenza di prove, che ha saputo affrontare con pazienza e rassegnazione proprie delle anime nobili. Nella introduzione della sua prima opera a scrittura psicografica, “Parnaso dopo la Morte”, dettata da Spiriti Diversi, lui così si esprime: “non vengo nel campo della pubblicità per farmi un nome, perché il dolore, molto tempo fa, mi ha già convinto dell’inutilità delle futili cose che ancora sono stimate in questo mondo”.

Le sue prove sono cominciate all’età di 5 anni, quando rimase orfano di madre, la signora Maria João de Deus, essendo obbligato a vivere con la madrina Rita, che lo picchia 3 volte al giorno, sempre alla stessa ora. Quando gli sorgono le prime visioni, questa stessa matrigna, su raccomandazione del prete locale, lo obbliga a pregare mille ave maria e a mettersi una pietra di 15 kg sulla testa durante le processioni, oltre ad alcune bottiglie come “premio di consolazione”, le cui cicatrici sono rimaste fino ad oggi. Tuttavia non si è mai sentito Chico lamentarsi contro la madrina. Il temperamento di lei era classificato da lui, come “benevolo”.

Contatto con Emmanuel

La prima esperienza di Chico nel campo della medianità fu la conversazione con lo Spirito di Maria João de Deus, che gli consigliò di avere molta pazienza per sopportare anche le sevizie che sarebbero venute, essendo ad esempio di ciò quella occasione in cui la madrina lo obbligò a leccare, durante il digiuno, una ferita che un altro suo figlio adottivo aveva sulla gamba. Dopo le tre settimane seguenti, Chico vide Maria collocare una polvere sulla ferita che poco tempo dopo guarì.

Dopo aver vissuto 2 anni con la madrina, suo padre João Cândido Xavier sposò una ragazza di nome Cidalia, che ha cercato di riunire sotto la sua custodia, i 9 figli del primo matrimonio di João. Furono 10 anni di pace di comprensione e di tenerezza. In questo contesto famigliare ha il primo contatto con Emmanuel, suo Spirito Guida; dopo altri contatti Chico viene a conoscere di più di lui, viene a sapere che fu Publio Lentulus, che si disincarnò a Pompei durante l’eruzione del vulcano Vesuvio, ed anni più tardi si reincarnò come Nestorio, schiavo romano cristiano gettato tra i leoni del Circo Massimo. La più recente incarnazione di Emmanuel fu come prete Maneul da Nobrega.

Fin dall’età di 8 anni, Chico Xavier lavora per aiutare e sostenere la famiglia. Fu operaio in una fabbrica di tessuti, inserviente in una filatura, aiutante in cucina, cassiere in un magazzino, e da ultimo ispettore agricolo. Oggi è funzionario pubblico in pensione, con uno stipendio irrisorio; siccome gli spiriti missionari non si reincarnano con l’ambizione del guadagnare grandi sostanze, per loro il denaro rimane soltanto uno strumento per ciò che è strettamente necessario.

Il proprio bene incarnato

Con una vita piena di tribolazioni, Chico non ha avuto l’opportunità di andare avanti con gli studi; non ha concluso neanche il 4° anno del corso delle elementari. Questo è uno degli aspetti che più attestano la veridicità delle comunicazioni medianiche che lui riceveva, attraverso la psicografia; molti di questi trasformati in libri con traduzioni in spagnolo, esperanto, francese, greco, inglese, giapponese, cecoslovacco e trascrizioni per il Braille, che ci trasmettono informazioni nelle più diverse aree della conoscenza umana, molte di queste sconosciute al medium.

Oltre alle attività medianiche, nel Gruppo Spiritista della Preghiera (Grupo Espírita da Prece), a Uberaba - Stato di Minas Gerais, Chico sviluppa anche un esteso lavoro nel campo della carità. A Uberaba distribuisce minestra ai poveri, generi alimentari e giocattoli durante il Natale alle famiglie e ai bambini bisognosi; visita tutto anno il “Lar da Caridade” e altri istituzioni assistenziali, a Uberaba e in altri stati brasiliani. Concede anche il suo nome per la realizzazione di spettacoli con finalità caritatevoli, oltre a donare totalmente i diritti di autore delle opere da lui psicografate ai soli fini assistenziali.

Nell’inizio dell’opera “Parnaso dopo la Morte”, Chico definisce con proprietà la sua estesa produzione medianica: ”Ho avuto tre periodi diversi nella mia vita medianica. Il primo, di completa incomprensione per me, è quelle dai 5 anni di età, quando vedevo mia madre proteggermi, fino ai 17 anni, quando la dottrina spiritica è penetrata nella nostra casa. Il secondo dal 1928 al 1931, in cui ho fatto la psicografia di centinaia di messaggi che i benefattori spirituali, più tardi, decisero fossero inutilizzati perché nella loro opinione erano soltanto abbozzi ed esercizi. Il terzo periodo comincia con la presenza del nostro abnegato Emmanuel, che dal 1931 ha assunto l’incarico di orientare tutte le attività medianiche fino ad ora.

Con 60 anni di medianità (1), completati l’8 luglio scorso, Francisco Cândido Xavier è l’esempio del proprio BENE incarnato, una personalità sempre a servizio del Più Alto e con volontà sottomessa alla Volontà Maggiore. Fino ad ora sono state già pubblicate 300 opere, ricevute attraverso la sua psicografia, essendo: opere di comunicazione famigliare: “Speranza ed Allegria”; opere di messaggi: “Abbi buon Animo” e “Tema della Vita”.

                Altamirando Carneiro

(1) Articolo estratto dalla rivista: Chico Xavier - 60 anni di medianità, 2ª edizione, ottobre-1991. Chico è morto nel 2002 con più di 400 opere pubblicate.


                                                      STORIE DI CHICO


1) SUICIDIO
Una signora cercò Chico con un bambino in braccio e gli disse:
- Chico, mio figlio è nato sordo, muto, cieco e senza le due braccia. Adesso ha una malattia nelle gambe e i medici vogliono amputarle entrambe per salvare la sua vita.
C’è una risposta per me nello Spiritismo?
Emmaunuel, lo Spirito Guida di Chico ha risposto:
- Chico, spiega alla nostra sorella che questo nostro fratello nelle sue braccia si è ucciso nelle dieci ultime incarnazioni e ha chiesto, prima di nascere, che gli fossero tolte tutte le possibilità di uccidersi nuovamente. Ma, adesso che ha più o meno cinque anni, cerca un fiume, un precipizio per gettarsi. Avvisa nostra sorella che gli amici medici hanno ragione.
Le sue due gambe saranno amputate, per il suo beneficio, affinché rimanga più tempo sulla Terra, per diminuire l'idea del suicidio.

2) E CONTINUÓ ACCUDENDO
Diciassette agosto 1985. Sono più o meno le due del mattino e la fila di persone sembra interminabile.
Un signore passa davanti a Chico, dice alcune parole nelle sue orecchie, dopo esce dicendo:
-Perdonami, Chico.Perdonami...Perdonami...
Alcune persone passano, e non resistono alla curiosità e domandano:
-Perché quell’uomo ti chiedeva perdono tante volte?
Chico ha abbassato il tono di voce e mi ha sussurrato:
-Lui ha detto che è venuto per uccidermi, ma non ha avuto il coraggio. Portava un revolver dentro la camicia.
Lo spavento e la sorpresa furono così grandi per me che a malapena ho potuto domandargli:
-E cosa tu hai detto a lui?
-Sia fatta la volontà di Dio.
E continuò accudendo la moltitudine come se niente fosse successo.

3) IL SERPENTE
Un giorno Chico stava andando al lavoro e trovò un serpente nel percorso che faceva. Tentò di sviare, ma il rettile strisciava, circondandolo.
La prima cosa che qualsiasi persona avrebbe fatto era cercare una pietra, un pezzo di legno per schiacciare il serpente. Ma Chico, no.
Il suo dialogo con esso è qualcosa che ci commuove.
-Guarda, mia sorella, sto andando al lavoro ed è necessario che tu mi lasci passare.
Il serpente lo guardò con meno aggressività, ma non uscì dal cammino.
-Guarda, mia sorella, ha ripetuto lui, sto andando più presto perché se io andassi in autobus il denaro mi mancherebbe alla fine del mese, poiché ho una famiglia numerosa che ha bisogno di aiuto. Presto l'autobus uscirà da Pedro Leopoldo e io starò ancora qui, perché il coraggio per ucciderti non ce l'ho. Dunque, tu sarai certamente schiacciato ed io non vorrei che ciò ti succedesse.
Il serpente lo guardò per un po’ di tempo e se ne andò nella boscaglia.
Chico ha potuto allora passare e arrivare in tempo al lavoro.

                                              Il culto del Vangelo nel focolare

Una coppia di amici di Chico cominciò a fare il culto del Vangelo nel focolare e fu informata che se avessero perseverato con fede, quando fossero passati sei anni, Gesù gli avrebbe inviato un regalo.

Quando si completò il sesto anno, erano ansiosi aspettando il regalo.

Finirono il culto e rimasero ad aspettare fino alla mezzanotte. Ma non succedeva niente.

Nel giorno seguente, quando si svegliarono, scoprirono che i ladri erano entrati nella loro casa, portando, tra le altre cose, un valorosissimo e storico diamante.

Un poco increduli e delusi, andarono a cercare Chico.

La risposta non poteva essere più lucida:

-Ma il regalo era esattamente questo. Il valore di quel diamante era incalcolabile e furono commessi tanti crimini e tanti suicidi per causa di esso, che voi stavate con quasi un centinaio di spiriti cattivi dentro al focolare. Molti furono addottrinati e illuminati con il culto, ma ventotto stavano induriti e l'unico modo di ritirarli dalla vostra casa, fu quello di fare in modo che il diamante andasse via e loro accompagnarono il gioiello.


                                    SUO NOME ERA AMORE (Chico Xavier)

Parlare di Francisco Cândido Xavier è un compito difficile e meraviglioso allo stesso tempo.

Biografie esistono in tanti siti, principalmente sui siti brasiliani, in lingua portoghese e in altre lingue.

L’ho conosciuto di persona e posso dirvi, come tante altre persone che l’hanno conosciuto, che era un uomo meraviglioso, allegro, semplice e umile.

Con tutti i suoi problemi di salute, aveva sempre una parola di ottimismo a chi si rivolgeva a lui, una voce dolce e tenera.

Ho avuto l’opportunità di parlare con lui alcune volte a Uberaba, San Paolo, Santos, Guarujá e altre città in belle pomeriggi di autografo e anche di visitare sua casa a Uberaba, oggi trasformata in museo dopo sua morte. E in quelle pomeriggi di autografo dei suoi libri, ricevuti attraverso la psicografia, pomeriggi che diventavano notti e albe di autografo, lui, nonostante la stanchezza, non lasciava di parlare con nessuno e offrire una rosa.

Chico ha dedicato sua vita alle persone bisognose fosse di aiuto materiale, che di aiuto spirituale. Donava tanto amore e semplicità che la voglia di tutti era rimanere insieme a lui per tutta la vita, a causa delle sue vibrazioni positive.

Emmanuel, suo Spirito Guida, gli ha chiesto, per il lavoro medianico che doveva fare, 3 richieste:disciplina, disciplina e disciplina e per questo e tanti altri motivi, Chico era il grande medium che tutti amavano.

Chico è morto a 30 giugno 2002, con 92 anni, dopo di 75 anni dedicati a medianità, principalmente a psicografia e più di 400 libri scritti, di cui ha mai ricevuto una moneta riguardo ai diritti di autore. E è morto come voleva: in un girono in cui il Brasile stesse molto felice e questo giorno, 30 giugno 2002 è stato il giorno in che la squadra brasiliana di calcio ha vinto la copa del mondo, un giorno felice per tutti.

Vi invito a leggere Duemila Anni Fa e altri libri di Chico che avrete l’opportunità di leggere, perché portano una conoscenza senza limiti.

Emmanuel, lo Spirito Guida di Chico Xavier, ha scritto tanti libri attraverso la sua medianità che parlino su tanti temi e altri libri in forma di romanzo come oltre Duemila Anni Fa, Cinquantanni Dopo, Rinuncia, Paolo e Stefano e Ave Cristo. Emmanuel, dopo la reincarnazione come Publio Lentulus a Duemila Anni Fa, come lo schiavo Nestório a Cinquatanni Dopo, come il Prete Damiano a Rinuncia, ha avuto una incarnazione dove era il Prete Manuel da Nobrega, il gesuita che fondò la città di San Paolo in Brasile, a 25 gennaio 1554.



(Orleide Felix de Matos)



                                                   TU MI CHIAMASTI ?

La vita di Chico fu sempre un sacrificio costante.
Quelli che lo cercavano perché soffrivano non sapevano quanto lui aveva sofferto.
Un giorno lui ci disse: lo spiritista piange nascosto, poi lava il viso e va ad accudire la moltitudine sorridendo.
E fu in un'epoca come quella in cui la sofferenza gli bussò più fortemente alle porte dell'anima che è accaduto quello di cui parleremo in seguito:
Dopo una giornata di lavoro, quando si preparava per dormire le sue due o quattro ore di sonno, gli apparve una figura diabolica e gli domandò:
-Tu mi chiamasti?
La voce faceva rabbrividire e quando Chico stava per rispondere, ascoltò lo Spirito Emmanuel dirgli:
-Non dire di no.
È rimasto a pensare cosa dire per un minuto, e i minuti davanti ad una creatura di quel tipo sembrano secoli, disse Chico.
-Tu mi chiamasti?
tornò a domandare la creatura.
-Chiamai, sì, signore, rispose Chico.
-E cosa tu vuoi?
-È che la vita è così difficile per me attualmente che io vorrei che Lei mi benedicesse in nome di Dio o in nome delle forze che Lei crede.
Lo spirito lo guardò in modo enigmatico e disse:
-Eh! Chico Xavier, con te è molto difficile. E sparì.

MESSAGGIO DI ANDE' LUIZ......



.PRIMA / PERO':

Tu chiedi di migliorare la salute

Prima, però, soccorri il malato in condizioni più gravi.

Tu chiedi in favore di tuo figlio.

Prima, però, proteggi il bambino altrui che ha necessità maggiore.

Tu chiedi provvidenza determinata.

Prima, però, allieva la preoccupazione delle altre persone,

in prova più contundente della tua.

Tu chiedi concorso fraterno contro l'ossessione che ti perseguita.

Prima, però, tendi le mani all'assediato che soffre senza gli aiuti di cui disponi tu.

Tu chiedi perdono per l'errore commesso.

Prima, però, scusa incondizionatamente quelli che ti hanno ferito il cuore.

Tu chiedi appoggio all'esistenza.

Prima, però, sia consolazione e rifugio per il fratello che piange nel suo cammino.

Tu chiedi felicità.

Prima, però, semina in un gesto semplice di amore l'allegria del prossimo.

Tu chiedi soluzione a questo o quel problema

Prima, però, cerca di sopprimere questa o quella piccola difficoltà dei tuoi simili.

Tu chiedi cooperazione.

Prima, però, collabora a beneficio di quelli che sudano e gemono nella retroguardia.

Tu chiedi l'assistenza dei buoni spiriti.

Prima, però, sia tu stesso uno spirito buono, aiutando gli altri.

Tutta sollecitazione si assomiglia, di alcun modo, all'ordine di pagamento, che, per essere accudita, reclama credito.

La casa non si equilibra senza fondamenta.

Una fonte aiuta altra.

Se vogliamo aiuto, impariamo ad aiutare.



ANDRÉ LUIZ

Messaggio ricevuto dal medium Francisco Cândido Xavier, estratta dal libro "Ideale Spiritista".

LO SPIRITISMO E LA DONNA



Si trovano eccellenti medium dei due sessi, tuttavia sembra che spettino alla
donna le più belle facoltà psichiche. Da questo deriva la parte che le tocca
nella diffusione del nuovo spiritualismo.
Malgrado le imperfezioni inerenti ad ogni essere umano, la donna, per chi la
studia imparzialmente, è oggetto di stupore e talvolta d’ammirazione. Non è
solamente dai suoi lineamenti che si realizzano nella natura e nell’arte, i tipi
della bellezza, della pietà, e della carità; ma sotto i rapporti dei poteri intimi
dell’intuizione e della divinazione, essa è stata sempre superiore all’uomo. Era
fra le figlie di Eva, che gli antichi avevano trovato le loro celebri veggenti e le
sibille. Questi poteri meravigliosi, questi doni dell’alto, la Chiesa ha creduto
di offuscarli e sopprimerli nel Medio Evo per mezzo dei processi di stregoneria.
Essi ritrovano al giorno d’oggi la loro applicazione, ed è specialmente per
mezzo della donna che si afferma la comunione con la vita invisibile.
Ancora una volta la donna si rivela nella sua parte sublime di mediatrice.
Essa è mediatrice in tutta la natura. Da lei viene la vita; ne è la sorgente stessa, la rigeneratrice della razza umana, che non sussiste e non si rinnova che con il suo amore e le sue tenere cure.
Questa parte preponderante che essa rappresenta nel campo della vita, essa
l’adempie anche nel campo della morte; ma noi sappiamo che la morte e la
vita sono una cosa sola, ossia le due forme alterne, i due aspetti dell’esistenza
che continua.
La donna è anche mediatrice nel campo della fede, essa ha sempre servito
d’intermediaria tra la fede nuova che sale e la fede antica che declina ed
impoverisce. Questa fu la parte sua nel passato, nei primi tempi del
Cristianesimo; e lo è anche nel presente.
Il cattolicesimo non ha compreso la donna, alla quale doveva pur tanto. I
monaci ed i preti vivendo nel celibato, lungi dalla famiglia, non potevano
apprezzare la grazia e la potenza di questo essere delicato, nel quale vedevano
piuttosto un pericolo.
L’antichità pagana ha avuto su noi la superiorità di conoscere e coltivare
l’anima femminile; le sue facoltà si svelavano liberamente nei misteri.
Sacerdotessa ai templi dei Veda, ed immischiata intimamente all’altare
domestico; in Egitto, in Grecia e nella Gallia, sempre partecipe alle cerimonie
del culto; dappertutto la donna era oggetto d’inizio e di insegnamento
speciale, che ne faceva quasi un essere divino, la fata protettrice, il genio del
focolare, la custode delle sorgenti della vita. E’ a questa comprensione del
compito della donna, personificante in lei la natura, con le sue intuizioni
profonde, le sue sottili sensazioni, e le sue misteriose divinazioni, che è dovuta
la bellezza, la forza e la grandezza epica delle razze greca e celtica.
Poiché, come è la donna, così è il bambino e tale sarà l’uomo. E’ la donna che
dalla culla forma l’anima delle generazioni. Fu lei a formare quegli eroi, quei
poeti e quegli artisti, le cui opere brillano attraverso i secoli. Fino ai suoi sette
anni, il bambino rimaneva nel ginecèo sotto la direzione della madre, e si sa
bene come erano le madri greche, romane e galliche. Ma per completare la
sacra missione dell’educazione, ci voleva l’iniziazione al grande mistero della
vita e del destino, la conoscenza della legge delle preesistenze e delle
reincarnazioni; poiché solo questa legge dà alla venuta dell’essere che viene
germogliando sotto l’ala materna il suo senso, tanto commovente e tanto
bello.
Questa influenza benefica della donna perfezionata, che irradiava nel mondo
antico come una dolce visione, fu distrutta dalla leggenda biblica della caduta
originale.
Secondo le Scritture, la donna è responsabile della decadenza dell’uomo, essa
fa cadere Adamo, e con lui tutta l’umanità; essa tradisce Sansone. Lo dichiara
un passo nell’Ecclesiastico: «Una cosa più amara della morte». «Che
coloro che hanno le spose, siano come coloro che non ne hanno»,
esclama San Paolo.
In questo punto, come in tanti altri, la tradizione e lo spirito giudaico hanno
predominato nella chiesa, sopra le idee di Cristo, che fu sempre benefico,
pietoso ed affettuoso verso la donna, in ogni circostanza. Egli la copre con la
sua protezione; ed indirizza ad essa le sue parabole più commoventi. Sempre
le tende la mano, quando è avvizzita, ed anche quando è caduta. Perciò le
donne riconoscenti gli formano una specie di corteo, e molte l’accompagnano
fino alla morte.
Per molti secoli la donna è stata relegata in secondo piano, abbassata, ed
esclusa dal sacerdozio. Con una educazione puerile, gretta e superstiziosa, è
stata circondata di vincoli; le sue più belle attitudini sono state represse, ed è
stato oscurato il suo genio.
La situazione della donna nella nostra civilizzazione è difficile, e talvolta
dolorosa. La donna non ha sempre in suo favore le leggi e i costumi; essa è
circondata da mille insidie, e, se essa si indebolisce e soccombe, raramente
una mano pietosa si stende verso di lei. Il rilassamento dei costumi ha fatto
della donna una vittima del secolo. La miseria, le lacrime, la prostituzione ed
il suicidio, ecco la sorte di un gran numero di povere creature nelle nostre
opulenti società.
Ma si produce una reazione. Sotto il nome di femminismo si accentua un
movimento, legittimo nel suo principio, ma esagerato nel suo scopo: perché
accanto alle giuste rivendicazioni, afferma delle idee che farebbero della
donna, non più una donna, ma una parodia dell’uomo. Il movimento
femminista misconosce la vera personalità della donna, e tende a mandarla
lontano dalla sua vita naturale e normale. L’uomo e la donna sono nati per
doveri diversi, ma complementari. Dal punto di vista dell’azione sociale, essi
sono equivalenti ed inseparabili. Lo spiritismo moderno con le sue pratiche e
le sue dottrine tutte d’ideale, di amore e di equità, giudica altrimenti la
questione, e la risolve senza sforzo e senza strepito. Esso rende alla donna il
suo vero posto nella famiglia e nell’opera sociale, mostrandole la parte
sublime che le spetta di rappresentare nell’educazione e nell’avanzamento
dell’umanità. Esso fa ancora di più, per esso la donna diviene il mediatore
predestinato, l’anello di congiunzione che riallaccia le società della terra a
quelle dello spazio.
La grande sensibilità della donna fa di lei un medium per eccellenza,
capace di esprimere e di tradurre i pensieri, le emozioni, le sofferenze delle anime ed i divini insegnamenti degli spiriti celesti. Nell’applicazione delle sue facoltà,essa vi trova gioie profonde ed una viva sorgente di consolazioni.
Il lato religioso dello spiritismo l’attira, e soddisfa le aspirazioni del suo cuore ed i suoi bisogni di tenerezza che si estendono al di là della tomba negli esseri
scomparsi. Lo scoglio per essa, come anche per l’uomo, è l’orgoglio del potere
acquistato e l’estrema suscettibilità. La gelosia suscitando rivalità fra i
medium diviene spesso la causa di disgregazione fra i gruppi. Da ciò deriva la
necessità di sviluppare nella donna, insieme ai suoi poteri intuitivi, anche le
sue ammirabili qualità morali, la dimenticanza di se stessa, e la gioia del
sacrificio: in una parola, il sentimento dei suoi doveri e delle responsabilità
unite alla sua missione mediatrice.
* * *
Il materialismo, non vedendo altro in noi che l’organismo fisico, fa della
donna un essere inferiore, a causa della sua debolezza, e la trascina verso la
sensualità. Con esso, questo fiore di poesia si curva sotto il peso della sua
parte di mediatrice, della sua pura aureola, e divenuta la schiava dei sensi,
essa non è altro che un essere istintivo, impulsivo ed aperto alle suggestioni di
un amore malsano. Il mutuo rispetto e le forti virtù domestiche spariscono, il
disaccordo e l’adulterio penetrano nel focolare domestico, la famiglia si
dissolve, la felicità sparisce. Una generazione giovane scettica e disillusa sorge
dal seno della società decadente.
Ma con lo spiritualismo la donna rialza la sua fronte ispirata. Essa si associa
strettamente all’opera dell’armonia sociale ed al movimento generale delle
idee. Il corpo non è che una forma impressa; l’essenza della vita è lo spirito, e
da questo punto di vista l’uomo e la donna hanno avuto un’eguale
partecipazione. Così lo spiritualismo moderno ritorna alle idee dei padri
nostri, dei Celti; stabilisce l’uguaglianza dei sessi, l’identicità dell’essere
umano. Esso offre alla donna uno spazio eguale nei gruppi di studio.
Con lo spiritualismo, la donna si libera dall’abisso dei sensi e risale verso la
vita superiore. L’anima sua si illumina di un raggio più puro, ed il suo cuore
diviene un focolare di teneri sentimenti e di nobili passioni. Essa riprende
nella vita domestica la sua missione, tutta di grazia, di pietà e di affetto,
la sua grande e divina parte di madre, di sorella, di educatrice, e di dolce consigliera.
Allora finisce la lotta dei due sessi. Le due metà dell’umanità si uniscono, si
equilibrano nell’amore, per cooperare insieme all’opera provvidenziale
dell’Intelligenza divina.

Dal Libro:NEL MONDO INVISIBILE (di Leon Denis)

mercoledì 7 dicembre 2011

LO SPIRITO E LA SUA FORMA



In ogni uomo vive uno spirito; per spirito bisogna intendere l’anima rivestita
del suo involucro fluidico; esso ha la forma del corpo mortale e partecipa
dell’immortalità dell’anima dalla quale è inseparabile.
Dell’essenza dell’anima non sappiamo altro che una cosa, che essendo
indivisibile è imperitura. L’anima si rivela dai suoi pensieri, ed anche dai suoi
atti; ma perché possa agire e toccare i nostri sensi fisici, le serve un
intermediario quasi materiale, senza di che la sua azione ci parrebbe
incomprensibile. E questo è il perispirito; nome dato al suo involucro fluidico,
invisibile ed impalpabile. E nella sua azione bisogna cercare il segreto dei
fenomeni spiritici.
Il corpo fluidico che ogni uomo possiede in sé, è il trasmettitore delle nostre
impressioni, delle nostre sensazioni e dei nostri ricordi. Preesistente alla vita
attuale e sopravvivente alla morte, esso è lo strumento ammirabile che
l’anima si costruisce e si forma da se stessa attraverso i tempi; è infine il
risultato del suo lungo passato. In lui si conservano gli istinti, si accumulano
le forze, si raggruppano le acquisizioni delle molteplici nostre esistenze, ed i
frutti della nostra lenta e penosa evoluzione.
La sostanza del perispirito è estremamente sottile; è la materia al suo stato di
quintessenza; essa è anche più rarefatta dell’etere; le sue vibrazioni ed i suoi
movimenti sorpassano in rapidità e penetrazione quelli delle sostanze più
attive. Da ciò deriva la facilità degli spiriti nel traversare i corpi opachi, gli
ostacoli materiali, e nel sorvolare distanze considerevoli con la rapidità del
pensiero.
Insensibile alle cause di disgregazione e di distruzione cui va soggetto il corpo
fisico, il perispirito assicura la stabilità della vita in mezzo al continuo
rinnovarsi delle cellule. Esso è il modello invisibile su cui passano e si
succedono le particelle organiche, seguendo linee di forza il cui assieme
costituisce questo disegno, questo piano immutabile conosciuto da Claudio
Bernard come necessario a mantenere la forza umana attraverso le
modificazioni costanti e il rinnovarsi degli atomi.
L’anima si svincola dal suo involucro carnale durante il sonno come dopo la
morte. La forma fluidica può allora essere percepita dai veggenti nel caso di
apparizione di defunti o di viventi esteriorizzati. Durante la vita normale
questa forma si rivela con le sue radiazioni, nei fenomeni in cui la sensibilità
e la motricità si esercitano a distanza. Nello stato di libertà durante il sonno, 
lo spirito agisce talvolta sulla materia, produce rumori e spostamento d’oggetti.
Infine si manifesta dopo la morte a gradi diversi di condensazione, nelle
materializzazioni parziali e totali, nelle fotografie e nei modellamenti, fino al
punto di riprodurre deformità.
Tutti questi fatti dimostrano che il perispirito è un organismo fluidico
completo; è esso che, durante l’esistenza terrena con il raggruppamento delle
cellule, e nell’al di là con l’aiuto della forza psichica improntata dai medium,
costituisce sopra un piano determinato le forme o passeggere o durevoli della
vita. E’ esso, e non già il corpo materiale, il tipo primordiale e persistente
della forma umana.
La forma umana, ci dicono gli invisibili, è quella di tutti gli spiriti incarnati o
disincarnati che vivono nell’universo. Ma questa forma rigida e compatta nel
corpo fisico, è flessibile e comprimibile, a seconda della volontà del
perispirito. Essa si presta in certa misura alle esigenze dello spirito e gli
permette nello spazio e secondo l’estensione del suo potere di rivestire le
apparenze ed i costumi che furono suoi nel passato, con i suoi propri attributi
che lo fanno riconoscere. Ciò si palesa spesso nei casi d’apparizione. L’azione
della volontà sui fluidi è considerevole. Lo spirito elevato può sottomettere
la materia sottile a moltissime metamorfosi.
Il perispirito è un focolare di potenze. La forza magnetica che taluni
proiettano in abbondanza e che può da vicino o da lontano influire, sollevare
e guarire, è una delle sue proprietà. La forza psichica indispensabile alla
produzione dei fenomeni spiritici ha in esso la sua sede.
Il corpo fluidico non è soltanto un ricettacolo di forze. E’ anche il registro
vivente in cui si imprimono le immagini ed i ricordi: sensazioni, impressioni,
e fatti, tutto si fissa, tutto si posa. Quando le condizioni d’intensità e di durata
sono troppo deboli, le impressioni non giungono fino nella nostra coscienza,
ma non restano però meno impresse nel perispirito dove rimangono latenti.
Avviene lo stesso nei fatti che si collegano nelle nostre vite interiori. L’essere
psichico messo nello stato di sonnambulismo, liberato in parte dal corpo può
riprenderne l’allacciamento. Così si spiega il fenomeno della memoria.
Le vibrazioni del perispirito diminuiscono sotto la carne; esse ritrovano
la loro ampiezza quando lo spirito si stacca dalla materia e riprende la sua
libertà; ed è sotto l’intensità di tali vibrazioni che le impressioni rinchiuse nel
perispirito riappaiono. Più lo sviluppo è completo, più il campo della memoria
si estende. Si svegliano i più lontani ricordi. Il soggetto può rivivere
la sua vita passata; così l’abbiamo constatato molte volte nei nostri esperimenti.
Molte persone spinte da un’influenza occulta nello stato di sonnambulismo,
riproducono i sentimenti, le idee e gli atti già dimenticati della loro vita
attuale e della prima gioventù. Esse rivivono pure qualche scena delle loro
vite anteriori, con la lingua, le attitudini e le opinioni dell’epoca e
dell’ambiente.
Sembra in quei casi che si mostri una personalità diversa e che si riveli
un’altra individualità. Questi fenomeni, mal osservati da alcuni
sperimentatori, hanno prodotto la teoria delle personalità molteplici
coesistenti in uno stesso involucro, ed avendo ognuna di esse il suo carattere
ed i suoi propri ricordi. A questa teoria abbiamo veduto innestarsi quella
della scienza sublimale, ossia dell’incosciente superiore. Infatti è sempre lo stesso
individuo che interviene sotto i diversi aspetti da esso rivestiti attraverso i
secoli, e che egli ricostituisce con tanta maggiore intensità, quanto è più
potente l’influsso magnetico che ha subito e quanto più sono rilassati i legami
corporei. Ciò è dimostrato da alcune esperienze, come per esempio, quelle del
Prof. Flournoy con la medium Elena Smith, che nello stato di sonnambulismo
lucido, si riporta ad una delle sue esistenze del dodicesimo secolo vissuta in
India, e quelle di Esteva Marata e di altri sperimentatori spagnoli con dei
medium in stato di lucido sonnambulismo.
Il grado di purezza della sua forma fluidica attesta la ricchezza o la povertà
dell’anima. Eterea, radiosa, può elevarsi fino alle divine sfere e partecipare
alle armonie più sublimi; ma opaca e tenebrosa ella ricade nelle regioni
inferiori e ci porta nei mondi della lotta e della sofferenza.
Con il suo perispirito l’uomo penetra nei bassifondi della natura mettendo le
sue radici anche negli esseri più bruti; con esso tende parimenti verso
i mondi della luce dove vivono le anime angeliche ed i puri spiriti.
Il nostro stato psichico è opera nostra. I gradi di percezione,
di comprensione,sono i frutti dei nostri lunghi sforzi, siamo quel che ci siamo
fatti da noi stessi,percorrendo il ciclo immenso delle nostre esistenze.
Il nostro involucro fluidico, grossolano o sottile, oscuro o raggiante,
rappresenta il valore esatto e la somma delle nostre acquisizioni. I nostri atti, i nostri persistenti pensieri,la tensione della volontà verso uno scopo, tutti i modi di volere
del nostro essere mentale, hanno una ripercussione sul perispirito,
 ed a seconda della loro natura elevata o bassa, generosa o sordida, ne dilatano ed affinano, oppure ne appesantiscono la sostanza. Ne risulta che con la costante orientazione delle nostre idee, delle nostre aspirazioni e dei nostri gusti, con le nostre azioni dirette in un senso o nell’altro, noi ci fabbrichiamo a poco a poco un
avvolgimento sottile, pieno di belle e nobili immagini, in grado di percepire le
più delicate sensazioni; oppure una tetra dimora, un’oscura prigione, dove,
dopo la morte, l’anima limitata nelle sue percezioni è sepolta come in una
tomba. Così l’uomo si crea da se stesso il proprio bene o il proprio male,
la sua gioia o il suo dolore. Gradatamente, di giorno in giorno edifica il suo destino.
L’opera sua è impressa in lui, visibile a tutti nell’altro mondo. Con questo
giuoco ammirabile di cose, semplice insieme e grandioso, si realizza nel
mondo e negli esseri la legge di causalità e conseguenza degli atti, che non è
altro che l’adempimento della giustizia.
E, con effetto delle cause stesse, fin da questa vita, l’uomo attira verso di lui
gli influssi dell’alto, i raggi eterei, oppure le grossolane influenze degli spiriti
della passione e del disordine. Questa è la regola delle manifestazioni
spiritiche; essa non è altro che la legge stessa delle attrazioni e delle affinità.
Secondo il grado di rarefazione del nostro involucro, e l’intensità dei suoi
raggi, nei momenti di liberazione, di estasi - oppure per alcuni anche nel
raccoglimento e nella meditazione - noi possiamo entrare in rapporto con il
mondo invisibile, percepire gli echi, ricevere le ispirazioni, ed intravvedere gli
splendori dei mondi celesti; oppure sentire l’influenza degli spiriti delle
tenebre.

Dal libro :Nel mondo invisibile di Leon Denis