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giovedì 24 novembre 2011

MISTERI NASCOSTI AI DOTTI E AI SAPIENTI


 

In quel tempo Gesù prese a dire ancora: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli”. (San Matteo, Cap. XI, versetto25).

Può sembrare strano che Gesù ringrazi Iddio per aver rivelato queste cose ai piccoli, che sono i poveri in spirito, ed averle nascoste ai dotti ed ai sapienti, che, apparentemente, sono più adatti a comprenderle. Il fatto è che occorre capire queste parole, poiché egli intendeva, parlando dei piccoli, riferirsi agli umili che si umiliano davanti a Dio e non si credono superiori a tutti, e parlando degli altri voleva indicare gli orgogliosi, pieni di vanità per la loro scienza mondana, che si credono prudenti perché con la loro negazione trattano Dio da pari a pari, quando non lo rinnegano. Nell’antichità dotto era sinonimo di saggio, ed ecco perché Dio lascia a loro la ricerca dei segreti della terra e rivela i segreti del cielo ai semplici ed agli umili che s’inchinano davanti a lui. Lo stesso accade oggi con le grandi verità rivelate dallo spiritismo. Certi increduli si stupiscono che gli Spiriti facciano così pochi sforzi per convincerli ma gli Spiriti si occupano di coloro che cercano la luce in buona fede e in umiltà, piuttosto che di coloro che credono di possedere già tutta la luce e sembra pensino che Dio dovrebbe essere troppo contento di ricondurli a lui, provando loro che esiste.La presenza di Dio risplende nelle piccole cose come nelle più grandi: non nasconde la fiaccola sotto il moggio, perché diffonda la luce in ogni luogo: ciechi sono coloro che non la vedono. Dio non vuole aprir loro gli occhi a forza, poiché essi vogliono tenerli chiusi. Verrà anche la loro volta, ma bisogna che prima essi soffrano l’angoscia delle tenebre e riconoscano la mano di Dio e non quella del caso, nei colpi che abbattono il loro orgoglio. Per vincere l’incredulità egli usa i mezzi che più convengono ad ogni individuo. Non tocca all’incredulo prescrivergli ciò che deve fare o dirgli: “Se vuoi convincermi occorrerà agire in questo o quel modo, in questo momento piuttosto che in un altro, perché questo è il momento che mi conviene di più”. Dunque, che gli increduli non si stupiscano se Dio, e gli Spiriti, che sono gli agenti della sua volontà, non si assoggettano alle loro esigenze. Si domandino che cosa direbbero se l’ultimo dei loro servitori volesse imporsi ad essi. Dio impone delle condizioni e non ne subisce; ascolta con bontà quanti gli si rivolgono con umiltà, ma non coloro che si credono più di lui. Si dirà, ma Dio non potrebbe colpirli personalmente con segni strepitosi di fronte ai quali anche l’incredulo più ostinato dovrebbe inchinarsi? Certamente, potrebbe farlo, ma, allora, dove sarebbe il loro merito, e, d’altronde, a che cosa servirebbe? Non ne vediamo tutti i giorni rifiutarsi di accettare l’evidenza e perfino dire: Se anche lo vedessi non ci crederei perché so che è impossibile? Se non sono capaci di riconoscere le verità che rifiutano è perché il loro spirito non è ancora abbastanza maturo per capirle, né il loro cuore per sentirle. L’orgoglio è la cataratta che ottenebra la loro vista: a che può servire indicare la luce ad un cieco? E’ necessario, dunque, guarire per prima cosa la causa del male: ecco perché Dio, medico abile, castiga prima di tutto il loro orgoglio. Egli, dunque, non abbandona i suoi figli perduti: sa che presto o tardi i loro occhi si apriranno, ma vuole che questo accada per loro propria volontà, quando, vinti dai tormenti dell’incredulità, si getteranno da loro nelle sue braccia, e come il figliuol prodigo, gli chiederanno grazia!

IL VANGELO SECONDO GLI SPIRITI di Allan Kardec

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