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domenica 1 maggio 2011

RALLEGRARSI DEL PROSSIMO


Nella vita in societá, ogni uomo é invitato a condividere le esperienze dei suoi simili.

Nelle piú diverse situazioni, assiste allo spettacolo dei dolori e delle allegrie umane.

In modo curioso, é consuetudine che sia piú facile partecipare attivamente delle sconfitte anziché delle vittorie altrui.

Di fronte alla fame o alla malattia, normalmente si fa appello ai sentimenti piú elevati.

Loro incitano l'essere umano a muoversi in aiuto, in maniera automatica e rapida.

Senza dubbio, ogni aiuto che si offre a chi soffre é prezioso.

Nonostante tutto, é interessante non fermarsi ad una semplice analisi dei motivi che inducono ad agire.

Molti sono solidali nel dolore, assumendo cosi il ruolo di benefattori.

Con questa posizione di rilievo nei confronti del prossimo o della societá, si realizzano interiormente.

Tuttavia quando si trovano davanti a chi é nella prosperitá, non riescono a mantenere un buon livello nei sentimenti e nella condotta.

Se il prossimo si mette in evidenza, francamente vittorioso, si rodono di un'amarezza ingiustificata.

Si trasformano in fiscali impietosi e accusatori severi.

Cosí, semplicemente, non riescono a perdonare il successo altrui.

Si sentono come se questo, in qualche modo, li diminuísse.

Passano ad accumulare profondi e inspiegabili risentimenti.

Si riferiscono al buon esito dell'altro con amarezza e sarcasmo, vinti da turpe invídia.

Questa maniera di sentirsi ed agire rivela una certa infantilitá spirituale.

Si tratta di persone che vogliono essere sempre al centro delle attenzioni positive.

Riescono persino a convivere bene in societá, purché sia loro la posizione di rilievo.

Tendono la mano a chi soffre, ma non sono mossi da genuína misericordia.

Agiscono prima di tutto per mettersi in mostra, perché piace loro ergersi a vittoriosi e magnanimi.

Vogliono essere ammirati, ed é questo che motiva le loro azioni.

Proprio per ció, non sopportano quando l'ammirazione dev'essere naturalmente diretta agli altri.

Succede che le posizioni di distacco hanno sempre il loro prezzo.

Sono solitamente accompagnate da una serie di sconforti.

A volte sono le scheggie della maldicenza e della gelosia.

A volte nascono le persecuzioni sistematiche camuffate da sorrisi.

Inoltre l'assenza di veri amici riempie d'angustia le illusorie ore dorate dell'uomo importante.

Per questo assumi una posizione diversa.

Senza puntare a qualsiasi vantaggio personale, impara a rallegrarti del successo del prossimo.

Sii solidale nelle difficoltá dei tuoi fratelli, cosi come partecipe della loro allegria.

Abdica dal ruolo di fiscale gratuito di chi brilla.

In fin dei conti, anche essere felice dell'altrui felicitá é una forma di caritá.

Pensa a questo.



Redazione del Momento Spirita, basandosi sul cap.32 del libro Leis morais da vida, dello Spírito Joanna de Ângelis, psicografia di Divaldo Pereira Franco, ed. Leal.
Tradotto da Fabio Consoli.
Il 14.02.2011.

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