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venerdì 2 novembre 2012

L'UOMO INTEGRALE – Divaldo Franco - Roma 02 Giugno 2002




– Divaldo Franco - Roma 02 Giugno 2002

La nostra intelligenza è stata classificata da circa cent’anni, e grazie ai test d'intelligenza sono stati stabiliti tre criteri: le persone erano “misurate” dal loro livello intellettuale, e alcune Università del mondo selezionarono gli allievi in base al loro quoziente di intelligenza (QI). Nel tempo si è potuto constatare che non tutti gli individui con un alto QI erano necessariamente esseri vincenti. Si è potuto verificare psicologicamente che individui con processi mentali normali diventavano eccellenti esecutori, e quelli che erano arrivati ad alti livelli non sempre raggiungevano l’esito sperato.

Si può constatare anche una cosa molto curiosa: gli individui con un alto indice intellettuale si sentivano molto angosciati e non partecipavano alla vita sociale, perché la maggior parte delle volte si isolavano per via della propensione che avevano a capire e comprendere le cose, con facilità si sentivano saturi.

A partire dagli anni ’90, uno psicologo americano, Daniel Goleman, facendo degli studi molto meticolosi sul cervello constatò che abbiamo un altro tipo di intelligenza: l’intelligenza emozionale o quoziente emozionale (QE). È stato possibile individuare nel cervello territori che corrispondono alla nostra emotività. È curioso notare che il progresso della scienza ci offre sempre delle sorprese. Meno di trecento anni fa si pensava che le persone ragionassero attraverso il fegato e amassero attraverso il cuore. E ancora oggi diciamo: “Ti amo con tutto il mio cuore”. In verità, tutte le nostre emozioni sono cerebrali e il fegato non è altro che una ghiandola.

Daniel Goleman ha capito che noi abbiamo un’alta percezione emotiva. È molto importante avere l’intelligenza, ma è ancora più importante avere le emozioni. Le persone con un basso livello intellettivo ma con un alto livello emozionale, trionfano con molta più facilità, perché i loro rapporti sono più felici e le loro attività hanno un esito. Il QE ha portato un grande contributo. Intorno all’anno 1998, la Dott.ssa …, laureata in Fisica ad Harward e oggi professoressa di Fisica Quantistica ad Oxford, studiando i nostri rapporti intellettuali, arrivò ad una conclusione ancora più sorprendente. Esperienze fatte all’Università della California dal Prof. Hammas Schandran, portarono ad una sorpresa molto piacevole. Persone sottoposte a EEG per misurare le attività cerebrali, dopo la somministrazione di radioisotopi, pronunciando la parola “Dio”, ma anche Maometto, Krishna, carità, Gesù, nella scintigrafia si illuminava un‘area cerebrale. Tutte queste parole sembrava che magnetizzassero il cervello, il quale appariva con un colore speciale. Quindi, gli scienziati stabilirono che nel nostro cervello esiste un punto di comunicazione con Dio. Ed è stata presentata una nuova intelligenza: l’intelligenza spirituale. Dunque, abbiamo l’intelligenza intellettuale, l’emozionale e la spirituale. La scienza pian piano si sta avvicinando allo spirito, attraverso delle osservazioni completamente al di fuori della religione.

Nel 1955, a Praga, un giovane psichiatra Ceco osservò che i suoi pazienti schizofrenici non guarivano, applicava comunque la terapia dell’epoca ma i malati rimanevano come prima. Da un laboratorio svizzero di Basilea, ricevette una nuova sostanza da essere testata su questi soggetti schizofrenici. Siccome si trattava di una sostanza molto delicata perché potente, il Dott. Stanislav Grow rimase preoccupato nell’utilizzarla e così decise di testarla su se stesso. Invitò diversi psicologi, psichiatri e medici di altre specializzazioni, e si iniettò la sostanza. Mentre la sostanza agiva all’interno del suo organismo, lui che era materialista, osservò un fenomeno curioso: sentiva la sua coscienza uscire dal cervello, si sentì fuori dal corpo e osservò che il suono aveva colori e che i colori avevano suono. In quello stato di coscienza alterata, capì che poteva penetrare nell’intelligenza delle persone. Riusciva a comprendere quello che ciascuno pensava e provava le loro emozioni. Ciò fu per lui di grande sorpresa, perché era materialista e credeva che il cervello fosse l’unica fonte di vita. Quando si riprese, avendo mantenuto i ricordi, cercò di spiegare agli altri ciò che gli era successo ed ebbe il piacere di constatare che aveva effettivamente captato i loro pensieri. Così, subito dopo, applicò la sostanza agli psicopatici. Riunì un piccolo gruppo e gli applicò l’acido lisergico numero 20. I pazienti entrarono in una fase di delirio e cominciarono a raccontare delle storie molto strane. Alcuni dicevano: “la mia malattia di oggi ha una causa interiore”, “io non mi chiamo così”. Altri raccontarono di aver commesso dei delitti e che si erano ammalati per questo; avevano il senso di colpa e adesso si trovavano in uno stato di schizofrenìa. Per i medici si trattava di un delirio schizofrenico, ma quell'esperienza si ripetè così tante volte che lo psichiatra decise di investigare e scoprì che alcuni dei pazienti raccontavano storie che risultarono poi storie vere, su persone che vissute in piccole città della Repubblica Ceca, avevano commesso dei delitti di cui nessuno sapeva; loro dicevano il proprio nome, il luogo dove erano nati e i delitti che avevano commesso. Siccome sulla Terra non erano stati giustiziati, una volta morti dovevano tornare in un corpo a soffrire le conseguenze dei loro atti del passato. Ciò causò un grande impatto sugli psichiatri, perché la loro formazione totalmente materialista non gli dava questa possibilità. In questo periodo, la Repubblica Ceca fu invasa dai Russi e il Dott. Grow si trasferì negli Stati Uniti. Era il periodo del movimento hippy, delle grandi trasformazioni sociali in cui anche la medicina americana passò per una grande trasformazione. Lui si unì ad un gruppo di psichiatri appoggiato da Abrahamaso, che aveva una idea molto speciale riguardo la vita.

Mentre succedeva tutto questo, qui in Italia una miriade di psicologi passarono per un grande conflitto. Infatti, Roberto Assagioli che era cattolico, come psicologo era materialista e visitava i pazienti dal punto di vista freudiano, prendeva in considerazione soltanto il loro cervello. Dal punto di vista spirituale però, aveva fede in Dio e credeva nell’immortalità dell’anima. Ed è stato questo conflitto a portare alla creazione di una nuova scienza: la Psicosintesi. Sono stati stabiliti diversi Io: l’Ego, la personalità, l’Io superiore e l’Io indistruttibile. La Psicosintesi di Roberto Assagioli è fondamentalmente spiritualista.

D’altra parte, negli Stati Uniti, un altro psichiatra materialista di origine ebraica, Dott. Bryon …, esaminando una paziente schizofrenica, a cui erano già state applicate tutte le terapie possibili senza successo, decise di ipnotizzarla. Appena ipnotizzata lei disse: “E’ arrivato qui un essere che dice di essere suo padre, ha il petto aperto come se avesse subito un intervento cardiaco, e dice che è morto sul tavolo operatorio”. Il medico si sorprese, perché nessuno era a conoscenza di questo avvenimento, e pensò che fosse telepatia. Ma lei continuò a parlare: ”Adesso è arrivato un bambino, ha circa otto anni, dice di essere suo figlio e la sua morte le ha causato un grande dolore”. Lui si sorprese ancora di più, perché era la verità. Risvegliò la paziente e questa non ricordava nulla.

Nei giorni successivi lui riprese a ipnotizzarla e venne a conoscenza che la schizofrenia della paziente non era di natura cerebrale perché cominciò a raccontare fatti di una vita precedente. Il modo in cui continuava a fare terapia la fece recuperare senza necessità di medicinali. Allora il Dott. Weiss scrisse il suo primo grande libro, che è stato tradotto in più di 80 lingue. Dopo quello, scrisse altri 9 libri, dimostrando che l’individuo non è soltanto parte di questa vita, ma anche di una vita prima di questa. E così nacque una nuova psicologia. Fino agli anni ’80 circa, la psicologia era divisa in tre scuole: la scuola umanista, la comportamentalista e la psicanalisi; la quarta forza nascente era la psicologia transpersonale.

Ma cosa sarebbe la psicologia transpersonale? È una psicologia con anima. Un grande numero di psicologi concluse che il cervello è molto importante, ma non è lui che conduce i pensieri. Il pensiero è il risultato della nostra mente, e la mente non è fisica. Questo è ha confermato le esperienze di un fisico inglese, il Dott. Virsow, che realizzò degli esperimenti di fisica quantica e disse: “Ho trovato lo spirito. Lo spirito per me è un essere in interazione universale simile all’elettricità e alla gravità, che pensa. Lo spirito è costituito da un'energia pensante, indipendente dalla materia, e la parola “mind” (mente) è costituita da particole viventi. Con questa definizione, il Dott. Virsow stabilì che esistono diversi principi nell’universo: la velocità, la gravità e lo spirito, quest’ultimo è costituito da energia pensante, e da questo essere dipende la materia.

Questa conquista della scienza contemporanea viene a confermare le teorie di Allan Kardec, quando presenta lo Spiritismo nel 1857. Nel “Il Libro degli Spiriti”, uno dei libri facente parte dell’opera basica, lui domanda: “Chi è lo spirito?”, e gli spiriti rispondono: “É il principio intelligente dell’universo, e gli spiriti abitano il mondo spirituale fuori dalla materia”. Con la presentazione dello Spiritismo, sorse una nuova onda di pensiero. Allan Kardec dice che lo Spiritismo è la scienza che studia lo spirito, la sua origine, la sua natura, il suo destino e il suo rapporto tra il mondo materiale e quello corporale. È una scienza, ma non è convenzionale. Se noi mescolassimo nella chimica le stesse sostanze, avremmo sempre lo stesso effetto, ma nello Spiritismo abbiamo a che fare con le menti, con lo psichismo, e queste menti che sono indipendenti, non rispondono ai nostri capricci e non sono disponibili e al nostro servizio quando lo vogliamo.

Questa scienza ha un carattere filosofico molto speciale: crede in Dio, nell’immortalità dell’anima, nella comunicabilità degli spiriti, nella reincarnazione, nella pluralità dei mondi abitati e anche nel Vangelo di Gesù. Gli spiriti sono venuti a dirci che il Vangelo di Gesù è il miglior trattato di Etica che l’umanità conosce. Ed è molto curioso notare che oggigiorno non è più una questione teologica, ma è una questione terapeutica. I grandi psicoterapeuti si stanno rivolgendo al Vangelo per trovare soluzioni per il nostro dramma esistenziale, noi abbiamo tutto e ancora non siamo felici. Viviamo in un periodo di comunità, la scienza e la tecnologia si sono sviluppate da una parte all'altra a grande velocità. Ma siamo una società di persone sole, persone che abitano da sole, e sono sole anche in mezzo alla moltitudine. È l’epoca del dramma esistenziale. Le persone si domandano: "Qual' è il senso della vita? Perché soffro? Perché esistono persone felici ed infelici?" Il significato della vita è scomparso perché siamo stati educati per trionfare, avere soldi, avere una bella casa, una bella macchina, cambiare amore, … e poi?

Nell’ufficio statale brasiliano in cui lavoravo, avevo una collega che mi diceva sempre: “Io sarò felice soltanto quando mi sposerò”. In quell’epoca il matrimonio non era cosa facile (oggi è ancora più difficile!) ed aveva stabilito che la felicità era sposarsi. E si sposò. Così, le chiesi: “Allora, sei felice adesso?” Lei rispose: “Quasi, perché abito da mia suocera, e abitare con la suocera non dà la felicità. Sarò felice quando avrò la mia casa”. E il marito che era molto buono, perché gli uomini sono sempre molto buoni, salvo eccezioni, comprò una casa. Allora le domandai: “Adesso hai marito e hai una casa. Sei felice?” Disse: “Quasi. Sarò felice quando avrò una macchina, perché abito molto distante”. Il marito le comprò un'automobile. Allora le chiesi nuovamente: “Sei felice? Sei sposata, hai una casa, hai una macchina.” “Sarò felice soltanto quando avrò due figli, una femmina e un maschietto”. Ebbe una bambina e dopo quattro anni un maschio, come programmato. E quindi, dopo dieci anni, le ho chiesto ancora: “Sei felice? Hai un marito che non ti ha ancora lasciata, hai una casa, una macchina, hai una figlia e un figlio. Sei felice?” “Quasi. Sarò felice solo quando avrò dei nipoti”. Questa è la così chiamata felicità condizionale: Sarò felice soltanto quando..., Sarò felice se..., ”Sarò felice li...”, etc.

Oggigiorno abbiamo un grande nemico, che è l’ansietà. Sono sicuro che alcune persone sono ansiose perché io finisca presto, ma non finirò subito. Solo fra tre ore! Viviamo in una vita di ansietà; chi è qui vuole essere lì, e chi sta lì vuole stare qui. Quindi, non ci siamo ancora incontrati con noi stessi. Abbiamo fatto qualche viaggio, siamo riusciti ad avere alcune cose, ma loro non hanno riempito il nostro vuoto esistenziale, perché la nostra condizione spirituale è secondaria. La maggior parte di noi ha una religione, abitudini. Quando la gente dice “sono nato così e così morirò”, dimostra molta ingenuità, perché si nasce nudi e si muore vestiti!

Sono stato due giorni a Oslo a parlare dell’amore, e mentre parlavo una giovane mi disse: “Ma lei che ha parlato tanto dell’amore, potrà trovare un ragazzo per me?” Le risposi: “Io non sono un buon esempio perché sono celibe, non sono ancora riuscito a trovare una ragazza per me.” La maggioranza di noi ha una religione per abitudine che tante volte è filosoficamente abbandonata, perdendo il contatto con il suo essere profondo, smettendo di chiederci chi siamo. Il Vangelo parla tanto dell'amore: amore che non è possesso, desiderio, sesso, ma è qualcosa di più grande e, perciò, terapeutico. Chi ama non si ammala, perché esteriorizza l'allegria di vivere e, così facendo, non produce tossine. Gli scienziati scoprirono che, nella misura in cui amiamo, perdoniamo, ci rallegriamo e il nostro cervello produce una sostanza, il foton, ma finché abbiamo un atteggiamento negativo, il nostro cervello produce electron che distrugge e ci fa perdere la salute.

È molto curioso notare che sono stati fatti degli esperimenti scientifici nell’Università di Los Angeles in California, dove hanno preso delle persone portatori di AIDS e dei malati di cancro, e hanno mostrato loro dei film di Madre Teresa di Calcutta. I malati han cominciato a ridere, commossi. Finita la seduta cinematografica, venne prelevata loro la saliva e si è trovata un’alta dose di una sostanza che produce salute. Hanno preso degli strumenti… alla fine hanno rimisurato la saliva e stavolta aveva le difese immunologiche abbassate. Gli esperimenti proseguirono e si creò una proposta terapeutica: sorridere! Chi sorride è più in salute e ha meno rughe sul viso. La persona che vive con il viso contratto avrà le rughe precocemente. Quando contraiamo il viso muoviamo ottanta muscoli, quando sorridiamo ne moviamo solo due, e così risparmiamo pure. Chi sorride ha più salute: “Sorriso è felicità”. Ma per sorridere bisogna sentire la felicità dentro di se, e per raggiungerla è necessario fare un viaggio interiore chiedendosi “Chi sono?”

Poco fa, guardando la TV, ho visto diverse immagini del passato paragonate al presente: grandi attori e attrici che vent’anni fa, a trent’anni di età, erano bellissimi, oggi sono brutti. Preferiscono essere fotografati di spalle per non mostrare la degenerazione dell’organismo che è inevitabile. Così si può immaginare le angosce che vivono oggi quando vedono i giovani. Alcuni hanno anche difficoltà economiche perché hanno vissuto soltanto per un momento, non hanno vissuto realmente; ora che la realtà si avvicina e il fantasma della morte li circonda, alcuni di loro si chiedono: “Cosa ho fatto della mia vita?” Perché il piacere è passato, il piacere non è felicità. Il piacere è come un incendio: finchè c’é combustibile, brucia, poi si spegne. La felicità è uno stato interiore il cui combustibile è l’allegria di vivere. E allora che cosa è una persona integrale? È quella persona che ha energia, che pensa, che ha un involucro semi materiale conosciuto col nome di “corpo astrale”, che Allan Kardec chiamò perispirito.

Lo Spiritismo è venuto a dimostrarci che la nostra vita ha un senso esistenziale. Non siamo sulla Terra soltanto per il piacere. Il piacere è un incidente di percorso, come la malattia, come una cosa o un'altra. Se andiamo alla ricerca del piacere costante, ci uccidiamo, perché basta una notte dormita male che il giorno dopo non siamo più la stessa persona. Lo Spiritismo viene a dirci che siamo sulla Terra per evolverci, per essere felici, che la felicità è possibile e che la felicità nasce da noi.

Un'altra rivelazione affascinante è che possiamo costruire la nostra felicità attraverso la nostra sofferenza e le nostre attitudini. Quindi, quello che facciamo è una semina. Dopo torniamo per raccogliere. Dunque, lo Spiritismo colloca l’uomo integrale nella reincarnazione e colloca la sua postura etica nella frase di Gesù: “Non fare agli altri quello che non desideri sia fatto a te”. Perdona sempre; è terapeutico. Chi non perdona è sempre malato di fegato. Chi perdona sta molto bene. Se qualcuno mi fa del male, il problema è suo, non mio. Ma se io contraccambio il male, il problema è di entrambi. Se faccio del male a qualcuno, chiedo scusa; se questo non mi scusa, il problema è suo. lo scuso, e se questo non lo merita, il fatto non cambia assolutamente, perché non permetterò che lui gestisca la mia vita con l'odio che ha verso di me.

Non sono passati molti giorni da quando ho tenuto una conferenza a Rio de Janeiro, dove c’era una gran folla, e una signora mi disse: ”Signor Franco, sono una psicologa e voglio dirle una cosa: lei non mi piace.” “Lei non è una buona psicologa - risposi - perché una buona psicologa non direbbe mai questo a nessuno”, e le ho sorriso. Lei continuò: “La trovo molto antipatico. Ogni volta che vengo a sentirla rimango a immaginare di litigare con lei a distanza”. Io le ho risposto “Grazie”. “Forse non le importa?” dice lei. “No, è lei a cui non piaccio. Non sono peggiorato, nè migliorato. Sono rimasto lo stesso. La sua antipatia non mi colpisce perché lei è in conflitto con se stessa”.

Reagiamo contro qualcuno soltanto quando non stiamo bene con noi stessi. Quando stiamo bene con noi stessi la vita è meravigliosa e persino i nemici diventano simpatici. Ma quando non stiamo bene, cerchiamo sempre di coinvolgere gli altri nei conflitti che abbiamo.

Sentite ora cosa ho detto a quella signora: “Lei mi sta così simpatica! Ci crede?” “Si, ci credo!” “Vorrei essere suo amico.” Lei disse: ”Mio Dio, pensandoci bene, anche lei mi è simpatico!” e solo perché ho cambiato la sua fascia di onda mentale. Ma in realtà è una signora simpatica che immaginava di me cose che non erano vere. Noi guardiamo una persona e immaginiamo tante cose che non sono vere: è una persona antipatica, mi sta guardando, ce l’ha con me e così via, perché in realtà viviamo interiormente.

Io abito nella città di Salvador, ma vado spesso a São Paulo. Tutti mi dicevano che São Paulo è una città nevrotica. Così, un giorno decisi di fare un test collettivo. Mi sono fermato all’angolo di una strada molto movimentata nel centro della città e mi sono messo in una postura molto simpatica: parlavo alle persone e le sorridevo. Ma ho avuto poca fortuna quando ho adocchiato un ragazzo, che si spaventò. Un ragazzo forte, muscoloso. Lui si avvicinò ed io continuavo a sorridergli; lui guardava con odio verso me. Io rimasi tranquillo e lui si avvicinò e mi disse: “Lei sta ridendo di me o a me?” “Nè l’uno e nè l’altro”. “E perché no?” “Perché non la vedo, sono cieco”. Il ragazzo ebbe uno shock. Passò la mano davanti ai miei occhi. “Lei è cieco? E cosa fa qui?” “Spero in un anima caritatevole che mi aiuti ad attraversare la strada”. E quel ragazzo, che era aggressivo, cambiò atteggiamento. Mi prese per il braccio e mi disse una cosa che però non mi è piaciuta: “Venga vecchietto, la aiuto ad attraversare la strada”. Arrivati dall’altro lato lo ringraziai e lui mi chiese se non volevo altro aiuto. “No, qui conosco molto bene”. Così, se ne andò.

Viviamo contratti, pieni di dispiaceri e rammarico e giù di morale, mentre invece dovremmo fare un viaggio interiore per trovare il senso della vita. Lo Spiritismo viene a dirci che la cosa peggiore che può succedere ad una persona è avere una malattia e la morte. Ma lo Spiritismo ha ucciso la morte perché nessuno muore, la vita continua! Questo è affascinante, perché allora ha un senso continuare a vivere. Nella misura in cui gli anni passano, ci rendiamo conto di come sono passati in fretta. Quando ero giovane vidi un uomo di trent’anni e mi sono detto che non sarei mai arrivato fin lì, che sarei morto giovane. Ma tutto ad un tratto avevo proprio trent’anni. E così mi dissi che non sarei mai arrivato ai cinquanta - mezzo secolo! Ma arrivai anche ai cinquanta. E così mi dissi che a settanta si è anziani e che non sarei mai diventato anziano. Oggi, incrociando un ottant'enne, lo saluto con un "Ciao, ragazzo!". Guardo indietro e vedo la mia scia di settantacinque anni e non ci posso credere! Non ci posso credere perché dentro di me sono giovane, dunque, per esserne sicuro della mia età, vado a riguardare le foto scattate in questo camminare. Le vecchie fotografie sono una cosa tremenda. Ma è la vita! Lo Spiritismo ci presenta una filosofia di vita che arricchisce: possiamo essere felici in questo pianeta e anche dopo, perché la morte non ci intacca!

A seguito delle mie esperienze già da quando ero bambino, ho deciso che la mia fede di vita era effettivamente deposta sulla Dottrina Spiritica. Il mio compito allora è stato lo studio della Dottrina e la sua diffusione in tutti gli angoli del pianeta. Da cinquantasei anni invito le persone a pensare alla loro realtà spirituale affermando che siamo esseri immortali, che la vita continua, che non vale la pena di essere amareggiati, risentiti, che dobbiamo essere persone integrali.

Vorrei farvi una piccola sintesi della mia vita: Sono nato in una famiglia molto numerosa, in Brasile. Sono il 13esimo figlio e la nostra casa non era una casa, ma un quartier generale! Sono “arrivato” nel momento in cui mia madre stava “andando in pensione”. Lei non se lo aspettava, ma io arrivai in fretta. Fra me e mio fratello c’è una differenza di cinque anni. Tutti noi eravamo molto cattolici. I miei genitori mi preparavano per fare il sacerdote cattolico. Avevo quattro anni e mezzo e stavo giocando nel salotto di casa quando arrivò una signora che mi chiese di chiamare mia madre. Andai in cucina e tornammo in sala, allora le dissi che quella signora voleva parlare con lei. Lei rimase sorpresa. Si lamentò, perché non c’era nessuna signora. Lei mi tirò l’orecchio e tornò in cucina. Io mi istranii e la signora disse: “Dici ad Anna che sono la sua Maria A., sono tua nonna”. Io non sapevo che cosa fosse nonna, perché quando sono nato i miei nonni erano tutti trapassati. Ho chiamato mia madre e le dissi che Maria A. la chiamava. Lei rimase sorpresa. Lei stessa non aveva conosciuto sua madre, perché quando nacque, la madre morì per infezione puerperale.

Allora mi disse: ”Non fare scherzi su tua nonna che è già morta”. Ma quando mi vide pallido lei si preoccupò e mi portò a casa della zia che l’aveva allevata, dicendole: ”Questo bambino è impazzito, perché dice che mia madre è in casa”. Mia zia mi chiese dove era, e le risposi che era rimasta in casa. Ma in quel momento vidi che quella signora si avvicinava. La zia mi domandò come era vestita. Per un bambino di quattro anni e mezzo era molto difficile rispondere, ma ho descritto più o meno come era, e lei disse: ”Infatti, è la nonna”. La conferma c’è stata, perché lei portava qualcosa sul collo che non sapevo cosa fosse, e la zia disse di averlo messo sul cadavere della madre. Non so cosa successe, ma da quel momento in poi divenni un bambino più o meno speciale. Vedevo gli spiriti e li sentivo. Mi portarono da un medico e costui disse che erano fantasie da bambini. Ma erano fantasie curiose, perché fornii nomi, date e dettagli che poi si confermarono. Quando ebbi quattordicianni, un mio fratello ebbe una morte violenta. Io lo trovai disteso per terra sulla strada. Aveva avuto la rottura di un aneurisma e morì asfissiato nel sangue. Quella scena mi impressionò molto. Corsi a casa per avvertire la mia famiglia e quando il feretro fu portato a casa per essere preparato per le pompe funebri, rimasi senza poter muovere gli arti inferiori. Fu uno shock per i miei genitori. Il medico disse che era dovuto al trauma emozionale e che probabilmente con un altro trauma emozionale mi sarei ripreso. Nel 1944 rimasi a letto da giugno a dicembre. Non c’era più speranza.

Ogni volta che cercavo di alzarmi, perdevo l’equilibrio e cadevo. Un giorno una mia cugina portò a casa nostra una donna che mi guardò e disse: “E’ questo il ragazzo che non si può muovere?” “Si!” “Ma lui non ha nulla!” Io le risposi che ero malato. “Non è vero”. “Cosa è allora?” “Sei ossessionato”. “Cosa vuol dire?” “Sei un medium e c’è uno spirito che ti impedisce di camminare”. Pensai che fosse matta. “Ma come fa a saperlo?” “Lo vedo. E’ tuo fratello, e siccome sei un medium, sei come una calamita, e allora tu hai attratto lo spirito che sta bloccando il tuo centro motorio, e quindi non ti puoi muovere”. “Ma come fa a sapere che è mio fratello?” Lo descrisse talmente bene che le chiesi se lo avesse conosciuto. “No, lo sto vedendo”. “Ma lei vede i morti?” “Si, certo che li vedo”. “Anche io li vedo!” Ed ero contento perché fino ad allora mi sentivo solo con questo dono, ma adesso avevo una compagna! “Li vedi perché sei medium. Ti riprenderai subito”. Pensavo che fosse un delirio. Mi chiese: ”Sai pregare?” “Si, certo”. “E allora preghiamo, perché ti applicherò la bioenergia; si chiama passe. Adesso allontanerò tuo fratello da te”. Non le credevo. Mi disse di chiudere gli occhi e pregare, ma non li chiusi del tutto per sbirciare. Con le mani fece dei movimenti rigidi, come se mi togliesse di dosso qualcosa di invisibile e sentivo una strana sensazione di aria fredda. Quando finì, disse: “Alzati!” “Non posso” le risposi. Mia madre mi guardò e ordinò di alzarmi. Spinsi i fianchi con le mani e quando i piedi toccarono terra avevo una sensazione di crampo. Lei mi ordinò di camminare, e sono in piedi fin'ora, dopo cinquantott’anni. Non ho più avuto problemi. “Ma che cosa misteriosa”, dissi. “Non c’è nessun mistero. Tu sei un medium ed entri in sintonia con gli spiriti, i buoni ti aiutano e i cattivi disturbano. E adesso tu devi andare ad una riunione medianica”. “Cosa è?” “È una seduta di spiritismo”. “Io lì? Mai!” “Perché no?” “Perché c’è il diavolo, il demonio che comunica con loro”. “Non è così! Tu hai bisogno di educare la tua paranormalità. Tutti noi abbiamo questa peculiarità, chi in maggiore e chi in minor grado. Se tu andassi saresti molto felice”. “Non ci vado!” Mia madre rispose: “Tu ci andrai!” E così andai. Arrivato lì, ebbi una gran sorpresa. C’erano tante persone della mia città. Mi sono detto: “Mio Dio, sono degli stregoni!” Ci sedemmo tutti, e quando cominciò la riunione, il dirigente fece una bella preghiera di carità. Io persi la coscienza. Al risveglio, mia madre mi disse: “Tuo fratello ha appena parlato con me”. Allora pensavo che fosse impazzita, perché non ricordavo nulla. Il giorno dopo mi andai a confessare. Quando il parroco mi vide camminare, mi chiese chi mi aveva guarito ed io gli risposi: “Il diavolo, in una seduta di spiritismo”. Lui, sorridendo, mi chiese di raccontargli come era andata. Gli raccontai tutto e, sorpreso, mi disse: “Guarda, vale la pena che tu ci vada, perché molte volte il demonio vuole portarci all’inferno e provoca tutti questi stratagemmi.

"Vai lì, non è peccato”. “Si che è peccato!” “Ma se tu pecchi il venerdì sera, io ti confesso il sabato pomeriggio e la domenica fai la comunione”. Detto, fatto! Comunque, quello che volevo raccontare al parroco era sulle persone che avevo visto alla riunione. Ma lui non me lo domandava. Non potevo raccontare perché era peccato. Mesi dopo ero in sacrestia e mi stavo confessando, quando sentì la sensazione di un ascensore che scende. Per un attimo persi il contatto con la realtà. Poi dissi: “Padre, il demonio sta arrivando”. Ero sorpreso perché il diavolo aveva il coraggio di entrare in sacrestia. E il parroco mi chiese come era il diavolo. “È una donna piccola con un pettine grande in testa, come quelli spagnoli, e con degli occhiali”. “E cosa ha sul viso?” “Una specie di verruca”. “Non è il diavolo. È mia madre”. Andai in trance. Tornato normale, il parrocco mi disse: ”Divaldo, mia madre è venuta a dirmi che la chiesa non condanna le comunicazioni medianiche. La chiesa soltanto non le raccomanda”. Da tre anni il Papa afferma che i fenomeni medianici sono reali. È stato pubblicato nell’Osservatorio Romano che i santi comunicano e che attraverso la medianità loro portano notizie dall’aldilà! E allora il sacerdote mi disse: ”Il tuo compito è nello Spiritismo. Vai a studiarlo e divulgarlo, e invita le persone a pensare sulla loro realtà spirituale”.

Da cinquantasei anni vengo identificato con la medianità, con lo Spiritismo, e a dire alle persone che noi siamo esseri immortali, che la vita continua, che non vale la pena tenere rancore e risentimenti, che dobbiamo essere persone integrali: lo spirito che pensa, plasma attraverso il corpo astrale e materializza nella vita fisica. Se qualcuno sta soffrendo oggi, questa è la sua raccolta. Semina, e più tardi riceverai i frutti della semina di oggi.

In questo incontro di oggi, vorrei concludere con un messaggio di amore, vero amore, che sono sicuro voi non dimenticherete: C'era un contadino che abitava nei pressi delle paludi in Scozia. Un certo giorno sentì le urla di un bambino. Corse nella sua direzione ed in mezzo alla nebbia intravide il bambino che annegava. Senza pensare al pericolo per la propria vita lo raggiunse, lo portò a casa, gli diede qualcosa di caldo da bere e lo coprì. Dopodiché, il bambino si alzò e fuggì. Il giorno dopo si fermò davanti alla porta di questo signore una Rolls Royce, dalla quale uscì un uomo accompagnato da quel bambino e domandò al contadino se fosse stato lui a salvare suo figlio. Il contadino confermò. “Sono Lord tal dei tali e sono venuto per ricompensarla per aver salvato la vita di mio figlio. Le regalo questa borsa con delle monete d’oro, perché la vita di mio figlio non ha prezzo! “Ma non l’ho fatto con alcun interesse. La ringrazio. Ho avuto piacere di aver potuto fare una cosa del genere” gli rispose. Il nobile gli disse: “Nella mia condizione di Lord posso farla un uomo molto felice. Queste terre sono sue?” “No, non sono mie”. “Allora le comprerò e le farò sue”. “Ma io non le voglio. Non voglio nulla. Quello che ho fatto qualunque persona lo avrebbe fatto”. In quel momento arrivò un bambino da dietro la casa. Ed il Lord gli chiese se fosse suo figlio. “Si è mio figlio”. “Lui studia?” “ No, perché la scuola è molto lontana”. “E da grande cosa farà?” “Anche lui sarà un contadino come me”. “Allora le faccio una proposta: ha salvato mio figlio, mi lasci salvare il suo. Io sono molto ricco. Porterò suo figlio a Londra, lo iscriverò allo stesso collegio del mio e lo seguirò fino all’Università”. “Ma io sono vedovo. E lui è il mio unico figlio”. “Ma lui verrà a trovarla nel periodo delle vacanze. Lei non ha il diritto di impedire che suo figlio sia felice”.

Il figlio del contadino andò a Londra e nei periodi di ferie tornava in Scozia. Divenne medico e si specializzò in malattie infettive. Dopo la seconda Guerra Mondiale, uno degli uomini più importanti del mondo stava morendo di polmonite. Ormai i medici dicevano che non c’era più niente da fare e il mondo intero pregava per lui, quando arrivò un medico che disse di avere nel suo laboratorio un nuovo prodotto che non era stato ancora sperimentato: la penicillina. Questa gli fu somministrata e dopo due settimane l’uomo guarì. Quest’uomo era Winston Churchill, primo ministro inglese, ed era quel bambino che stava annegando nelle paludi della Scozia. Lo scopritore della penicillina era Alexander Fleming, figlio del contadino che aveva salvato Winston Churchill. Dunque il bene, come un boomerang, torna a chi lo compie e la penicillina uscì da quel laboratorio per salvare migliaia di persone.

L'amore ed il bene si trovano in un punto centralizzato nel nostro cervello, chiamato il punto di Dio.

– Divaldo Franco - Roma 02 Giugno 2002

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