CONTATORE VISITE

♥-BENVENUTI IN CHAT-- CLICCATE SUL NIK CHE VI DA LA CHAT E INSERITE IL VOSTRO NOME , GRAZIE ♥

domenica 25 novembre 2012

ORIGINE DEI VANGELI





Da circa un secolo, dei lavori considerevoli,
intrapresi nei diversi paesi cristiani da
uomini aventi alte cariche sia nelle Chiese che nelle Università,
hanno permesso di ricostituire le vere origini e le fasi successive della tradizione evangelica.
E’ soprattutto nei centri di religione protestante
che si sono elaborati questi lavori,
così notevoli per la loro erudizione,
il loro carattere minuzioso, e che hanno gettato
luci vive sui primi tempi del cristianesimo, sul fondo,
la forma, la portata sociale delle dottrine del Vangelo (1).
(1) Questi lavori si trovano riassunti nella
Encyclopédie des Sciences religieuses,
di F. Lichtenberger, decano della Facoltà di teologia
protestante di Parigi! e li possono consultare con profitto
tutti coloro che s’interessano
agli studi d’esegesi e critica sacre.
 Inoltre, si può raccomandare loro l’
Histoire de la Théologie chrétienne au
siècle apostolique, di Edouard Reuss,
professore di teologia a Strasburgo (Paris,
Treuttel et Wûrtz, 1852); Harnack, lEssence du Christianisme,
tradotto da A.Bertrand (Paris, Fishbaker).

Sono i risultati di questi lavori che noi esporremo brevemente qui,
sotto una forma che ci sforzeremo di rendere più semplice di quella degli esegeti protestanti.
Cristo non ha scritto niente. Le sue parole, sparse lungo le vie,
sono state trasmesse di bocca in bocca, poi trascritte in epoche diverse,
 molto tempo dopo la sua morte.
Una tradizione religiosa popolare si è formata a poco a poco,
 tradizione che ha subito un’evoluzione costante fino al quarto secolo.
Nel corso di questo periodo di trecento anni, la tradizione cristiana
 non è mai rimasta stazionaria né simile a se stessa.
Allontanandosi dal suo punto di partenza, attraverso
i tempi e i luoghi, essa si è arricchita e diversificata.
Un potente lavoro d’immaginazione si è compiuto e,
 seguendo la loro origine ebraica o greca, si è potuto stabilire
con sicurezza l’ordine secondo il quale questa tradizione si è
sviluppata, fissare la data e il valore dei documenti
 che la rappresentano.
Durante quasi mezzo secolo dopo la morte di Gesù,
 la tradizione cristiana, orale e vivente,
 è come un’acqua corrente alla quale ognuno può attingere.
E’ propagata mediante la predicazione e l’insegnamento degli apostoli, 
uomini semplici, illetterati(2), ma che il pensiero del Maestro illumina.
E’ solo dall’anno 60 all’anno 80 che appaiono le prime relazioni scritte,
prima quella di Marco, che è la più antica; poi i primi racconti attribuiti a
Matteo e a Luca, tutti scritti frammentari e che via via si accrescono di aggiunte successive come tutte le opere popolari (3).
(2) Fatta eccezione per Paolo, esperto in lettere.
(3) A. Sabatier, direttore della sezione degli Studi superiori alla Sorbona,
LesEvangiles canoniques, p. 5.
La Chiesa ha sentito la difficoltà di ritrovare i veri
autori dei Vangeli. Da ciò, la formula da essa adottata:
Vangelo secondo...
E’ soltanto verso la fine del primo secolo, dall’80 al 98,
 che è nato il vangelo di Luca,
come anche quello di Matteo, il primitivo, attualmente perduto;
 infine, dal 98 al 110, comparve, a Efeso, il vangelo di Giovanni.
Oltre a questi vangeli, i soli riconosciuti in seguito dalla Chiesa,
un gran numero di altri comparvero. Se ne conoscono attualmente una ventina,
ma, nel terzo secolo,Origene ne citò un numero maggiore.
Luca vi fa allusione nel primo versetto dell’opera che porta il suo. nome.
Per quale ragione questi numerosi documenti sono stati dichiarati apocrifi e rifiutati?
Molto probabilmente perché erano diventati scomodi per coloro che,
 nel secondo e terzo secolo, impressero al cristianesimo una direzione che si sarebbe allontanatasempre più dalle sue forme primitive.
 Dopo aver respinto mille sistemi religiosi
qualificati come eresie, questa azione doveva sfociare
 nella creazione di tre grandireligioni nelle quali il pensiero del Cristo
restò nascosto, sepolto sotto i dogmi e le pratiche, come in una tomba 

I primi apostoli si limitavano a insegnare la paternità di Dio e la paternità umana.
 Essi dimostrarono la necessità della penitenza, cioè della riparazione
 dei nostri errori.
Questa purificazione era simbolizzata dal battesimo, pratica adottata
 dagli Esseni, iniziatori di Gesù, dai quali gli apostoli prendevano ancora
 in prestito la credenza nell’immortalità e nella resurrezione,
 cioè nel ritorno dell’anima alla vita spirituale, alla vita dello spazio.
Di qui, una morale e un insegnamento che attiravano numerosi proseliti
 attorno ai discepoli di Cristo, poiché essi non contenevano niente
che non potesse allearsi a certe dottrine ebree predicate nel
 Tempio e nelle sinagoghe.
Con Paolo e dopo di lui, correnti nuove si stabiliscono, e sorgono dottrine
 confuse nel seno delle comunità cristiane. Successivamente,
la predestinazione e la grazia, la divinità del Cristo,
la caduta e la redenzione, la credenza in Satana e nell’inferno,
saranno inculcate negli spiriti e altereranno la purezza
e la semplicità del figlio di Maria.
Questo stato di cose continua e si aggrava,
 e allo stesso tempo le convulsioni
politiche e sociali agiteranno l’infanzia del mondo cristiano.
I primi Vangeli ci riportano all’epoca turbata in cui la Giudea,
 sollevata contro i
Romani, vide la rovina di Gerusalemme e la dispersione del popolo ebreo
(anno 70).
E’ in mezzo al sangue e alle lacrime che essi sono stati scritti
e le speranze che esprimono sembrano sbocciare da un abisso di dolori,
quando, nelle anime rattristate,
si sveglia il nuovo ideale, l’ispirazione verso un mondo migliore
chiamato «regno deicieli», nel quale saranno corrette tutte le ingiustizie presenti.
A quell’epoca, tutti gli apostoli, eccettuati Giovanni e Filippo, erano morti;
il legame che univa i cristiani era ancora molto debole.
Questi ultimi formavano dei gruppi isolati gli uni dagli altri e
che portavano il nome di chiese (ecclesia, assemblea),
diretti ognuno da un vescovo o sorvegliante eletto.
Ogni chiesa era lasciata alle sue proprie ispirazioni;
 essa non aveva per dirigersi che una tradizione incerta,
fissata in qualche manoscritto, che riassumeva più o meno
fedelmente gli atti e le parole di Gesù e che ogni vescovo interpretava
 a suo modo.
Aggiungiamo a queste difficoltà così grandi quelle che provenivano
dalla fragilità delle pergamene in un’epoca in cui la stampa era sconosciuta,
la difficoltà di comprensione da parte di certi copisti, tutti i mali che può
far nascere l’assenza di una direzione e di un controllo,
e comprenderemo facilmente come l’unità di dottrina e di
fede non abbia potuto essere mantenuta in tempi così tormentati.
I tre Vangeli sinottici (5) sono fortemente impregnati del pensiero
giudeo-cristiano degli apostoli, ma già il vangelo di Giovanni si ispira a
un altro influsso.
Ci si trovaun riflesso della filosofia greca,
rinnovata dalle dottrine della scuola di Alessandria.
(5) Si designano così quelli di Marco, Luca e Matteo.
Verso la fine del primo secolo, i discepoli dei grandi filosofi greci
avevano aperto delle scuole in tutte le città importanti dell’Oriente.
Trovandosi i cristiani a contatto con loro, ne nascevano frequenti
discussioni fra i partigiani delle diverse dottrine.
Reclutati fra i ranghi inferiori della popolazione,
in maggioranza poco letterati, icristiani erano mal preparati
a queste lotte del pensiero. Da parte loro, i teorici greci
furono colpiti dalla grandezza e dall’elevazione morale del cristianesimo.
Di qui unavvicinamento, una penetrazione delle dottrine
che si produsse su alcuni punti.
Ilcristianesimo nascente subiva a poco a poco l’influenza greca,
che lo portava a faredel Cristo, il Verbo, il Logos di Platone.


Tratto dal Libro   CRISTIANESIMO E SPIRITISMO di Léon Denis

Nessun commento:

Posta un commento