Domanda: In che modo l'anima, che non ha conseguito la perfezione durante la vita
corporea, può finire di purificarsi?
Risposta: Col subire nuove esistenze.
Domanda: Come compie l'anima queste nuove esistenze? Forse trasformandosi, ma
rimanendo sempre allo stato di Spirito?
Risposta: L'anima, purificandosi, soggiace senza dubbio a trasformazione; ma per
purificarsi le occorre la prova della vita corporea.
Domanda: Dunque l'anima ha più esistenze corporee?
Risposta: Sì: noi tutti abbiamo avuto parecchie esistenze. Coloro che dicono il
contrario, vogliono mantenervi nell'ignoranza, in cui sono essi stessi.
Domanda: Da questo principio sembra risultare che l'anima, dopo aver abbandonato
un corpo, ne prenda un altro: il che vuol dire che essa si reincarna in un nuovo corpo. E'
così che va inteso?
Risposta: Precisamente.
Domanda: Qual è lo scopo della reincarnazione?
Risposta: Espiazione e miglioramento progressivo dell'umanità; senza di che, dove
sarebbe la giustizia?
Domanda: Il numero delle esistenze corporee è limitato, o invece lo Spirito si reincarna
perpetuamente?
Risposta: Ad ogni nuova esistenza lo Spirito fa un passo nella via del progresso;
quando poi si è spogliato di tutte le sue imperfezioni, non ha più bisogno delle prove della
vita corporea.
Domanda: Il numero delle incarnazioni è lo stesso per tutti gli Spiriti?
Risposta: No: chi progredisce rapidamente, si risparmia nuove prove. In ogni modo
queste incarnazioni successive sono sempre numerosissime, poiché il progresso è quasi
infinito.
Domanda: Che diventa lo Spirito dopo la sua ultima incarnazione?
Risposta: Spirito beato, perché puro
Domanda: Conoscono gli Spiriti il tempo in cui si reincarneranno?
Risposta: Lo presentono, come il cieco sente il fuoco, a cui si avvicina. Sanno che
devono riprendere un corpo, come voi sapete che un giorno dovete morire, ma senza
conoscere quando ciò avverrà.
Domanda: Dunque la reincarnazione è una necessità della vita spiritica, come la morte
organizzato perché deve essere in grado di manifestare – dicemmo - un grado sempre maggiore di mente, o comunque, di vita individuale.
- Credo nella reincarnazione o trasmigrazione della individualità in corpi capaci di esprimere l'evoluzione conseguita, allo scopo di conseguire evoluzione.
della vita corporea?
Risposta: Proprio così.
Domanda: Si occupano tutti gli Spiriti della loro reincarnazione?
Risposta: Ce ne sono alcuni che non ci pensano, e ce ne sono altri che non la
comprendono: dipende dalla loro natura più o meno elevata. Per alcuni quella incertezza
del proprio avvenire è un castigo.
Domanda: Può lo Spirito affrettare, o ritardare il momento della sua reincarnazione?
Risposta: Può affrettarlo col desiderio, e può ritardarlo con l'indietreggiare dinanzi alla
prova, poiché anche tra gli Spiriti vi sono i vili e gli infingardi; ma di questa
infingardaggine e viltà paga il fio, poiché soffre come chi respinge un rimedio, che lo può
guarire.
Domanda: Lo Spirito ha la facoltà di scegliere anche il corpo nel quale entrerà, o
solamente il genere di vita che dovrà servirgli di prova?
Risposta: L'una cosa e l'altra, poiché le imperfezioni del corpo sono tanti mezzi per
progredire, quando si vincano gli ostacoli che si presentano.
Domanda: Potrebbe avvenire che un feto nascituro non trovi uno Spirito, che volesse
incarnarsi in lui?
Risposta: Il feto, ove debba nascere vitale, è sempre predestinato ad albergare
un'anima; nessuna cosa si crea senza ragione.
Domanda: Quando avviene l'unione dell'anima dal corpo?
Risposta: Essa incomincia alla concezione, ma non è perfetta che al momento della
nascita. Dall'istante della concezione, lo Spirito che abiterà quel corpo, vi è unito per un
legame fluidico, che diviene sempre più forte fino al punto nel quale il bambino vede la
luce. Il grido che allora sfugge al neonato annuncia che egli fa parte dei viventi e dei servi
di Dio.
Domanda: L'unione dello Spirito col corpo è indissolubile dal momento della
concezione? Durante il periodo di gestazione potrebbe lo Spirito rinunziare ad incarnarsi
in quel corpo?
Risposta: L'unione è indissolubile nel senso che nessun altro Spirito potrebbe
sostituirsi al designato. Siccome, però, i legami di questa unione sono debolissimi,
vengono facilmente rotti, anche per volontà dello Spirito stesso, il quale indietreggi
dinanzi alla prova che ha scelto: e allora il neonato cessa di vivere.
Domanda: Che fa lo Spirito, se il corpo da lui scelto muore prima di nascere?
Risposta: Ne sceglie un altro.
Domanda: Qual è l'utilità di queste morti premature?
Risposta: Per lo più nessuna, poiché sono determinate dalle imperfezioni della materia.
Domanda: Che vantaggio può trarre uno Spirito dalla sua incarnazione in un corpo che
muore pochi giorni dopo la nascita?
Risposta: Pochissimo o nessuno, poiché, non avendo egli ancora, può dirsi, coscienza
della vita, l'importanza della morte è quasi nulla per lui; mentre, come vi abbiamo detto,
questa spesso è una prova per i genitori.
Domanda: Conosce lo Spirito in precedenza che il corpo che sceglie non ha probabilità
di vita?
Risposta: Qualche volta sì; ma se lo sceglie per questa ragione, vuol dire che recede
dalla prova.
Domanda: Nell'intervallo che passa fra la concezione e la nascita, gode lo Spirito di
tutte le sue facoltà?
Risposta: Più o meno secondo il tempo, poiché egli non è ancora incarnato, ma solo
collegato al suo corpo. All'atto della concezione di questo, lo Spirito è colto dal
turbamento che lo avverte che è venuto il tempo di cominciare una nuova esistenza, e
questo turbamento va crescendo fino alla nascita, nel quale intervallo lo stato dello Spirito
è pressappoco quello di un incarnato durante il sonno del corpo. A mano a mano che
l'istante del nascere si avvicina, gli s'intorbidano sempre più le idee, e si cancellano le
memorie del passato, del quale, nato che sia alla vita terrena, non ha più coscienza, ma
che poi gli risovvengono a poco a poco alla mente, quando sia tornato nel mondo degli
Spiriti.
Domanda: Fra i bambini nati morti ce ne sono forse alcuni, che non erano destinati
all'incarnazione di uno Spirito?
Risposta: Sì, ce ne sono di quelli che non erano destinati all'incarnazione di uno
Spirito, e in questo caso la morte è una prova per i genitori.
Domanda: Un essere simile può nascere a tempo?
Risposta: Qualche volta sì; ma non vive mai.
Domanda: L'aborto procurato è un delitto in ogni tempo della gestazione?
Risposta: Sempre, poiché trasgredisce la legge di Dio chi impedisce a un'anima di
sopportare le prove di cui il corpo doveva essere lo strumento.
Domanda: Nel caso in cui la vita della madre corresse pericolo durante i travagli del
parto, è delitto sacrificare il bambino per salvare la madre?
Risposta: No: è meglio sacrificare l'essere che ancora non esiste, all'essere che esiste
già
Domanda: Perché lo Spirito, nell'incarnazione, perde la memoria del suo passato?
Risposta: L'uomo non può, né deve saper tutto: così vuole Iddio nella sua sapienza.
Senza il velo che gli copre certe cose, egli rimarrebbe abbagliato come chi passa
immediatamente dall'oscurità alla luce. Per la dimenticanza del passato diventa più
padrone di sé. ... Ad ogni nuova esistenza l'uomo intende di più, e sa meglio distinguere il
bene ed il male. Dove sarebbe il merito se egli ricordasse tutto il passato? Allorché lo
Spirito rientra nella sua vita normale1, gli si volge dinanzi tutto il suo passato: vede i falli
commessi, che sono stati la causa del suo soffrire, e ciò che lo avrebbe potuto salvare dal
commetterli e allora comprende la giustizia della sua condizione, e indaga in quale nuova
esistenza potrebbe riparare ai mali della precedente. Sceglie all'uopo prove analoghe a
quelle malamente subite, o le lotte, che crede valevoli a spingerlo innanzi nel bene,
chiede a Spiriti più di lui progrediti di aiutarlo in quel nuovo suo compito, poiché sa che lo
Spirito che gli sarà dato per guida nella nuova esistenza, cercherà di fargli riparare gli
errori commessi, dandogliene una specie d'intuizione, la quale consiste nella forza con la
quale quasi istintivamente si resiste ai cattivi pensieri, ai desideri illeciti, che spesso vi
assalgono, forza di resistenza che voi ordinariamente attribuite all'educazione ricevuta,
1 La vita "normale" è la "spiritica".
mentre è l'effetto della voce della coscienza, cioè della ricordanza del passato, che vi
avverte di non ricadere negli antichi falli. Ora lo Spirito, entrato nella nuova esistenza, se
sopporta le prove con coraggio, le supera, si eleva, e sale nella gerarchia (LdS).
Domanda: Gli uomini del nostro tempo sono una creazione nuova, o i perfezionati
discendenti degli esseri primitivi?
Risposta: Sono i medesimi Spiriti tornati a perfezionarsi in nuovi corpi, ma ancora
lontani dalla perfezione. Così la razza umana presente, che con il suo moltiplicarsi invade
tutta la terra, e sostituisce le razze che si estinguono, avrà a sua volta il periodo di
diminuzione, e sparirà, e allora la surrogheranno altre razze ancora più perfezionate, che
discenderanno dalla presente, come gli uomini inciviliti odierni discendono dagli esseri
bruti e selvaggi dei tempi primitivi
Domanda: La reincarnazione dell'anima in un mondo meno materiale è un premio?
Risposta: E' la conseguenza della sua purificazione, poiché, come gli spiriti si vanno
purificando, s'incarnano in mondi sempre più perfetti, fino a che non siano spogliati di
tutta la materia, e lavati di ogni sozzura per godere eternamente la felicità dei puri in
grembo a Dio.
Domanda: Vi sono alcuni la cui vita scorre in perfetta tranquillità, scevra della minima
cura. Sarebbe segno che non hanno più nulla da espiare?
Risposta: ... Sappiate altresì, che ciascuno dovrà rendere conto della volontaria inutilità
della sua esistenza terrena, sempre fatale al suo avvenire
Leggiamo sull'argomento uno stralcio dei Maestri che si sono manifestati presso
il cerchio Firenze 77.
La reincarnazione
Vi siete domandati perché i primi Cristiani misero a tacere la Verità della Reincarnazione. Temendo che il popolo tornasse al politeismo, così ha detto il fratello Kempis, così noi sottoscriviamo. Perché effettivamente la reincarnazione fu trascurata, divenne oggetto dell'insegnamento occulto dei Cristiani proprio per la ragione che prima vi ho detto; ma voi non avete saputo vedere un nesso logico in questa affermazione.Infatti, come giustamente avete poi osservato, dovete ricondurvi alla mentalità di allora, ricordare le convinzioni religiose di quei tempi per poter comprendere come fosse facile scivolare dalla reincarnazione nuovamente al politeismo; come del resto è stato facile dopo, quando l'umanità aveva fatto un piccolo passo avanti. Allora, figli cari, le Sette cristiane erano molte ed ognuno differiva dall'altra in qualche sfumatura ed ognuno, figli cari, asseriva di avere il vero insegnamento cristiano. Se la Verità della reincarnazione fosse stata proclamata a tutti e tramandata a tutti, col degenerare dell'insegnamento cristiano, molto facilmente sarebbe accaduto che le sette cristiane, per dare autorità a ciò che esse insegnavano, avrebbero detto che qualche loro esponente era uno degli Apostoli reincarnato. Del resto l'umanità, al punto di evoluzione al quale era, doveva imparare le regole di vita, il Sermone sul Monte; le altre Verità, circa la traiettoria dell'individuo, circa l'evoluzione individuale, viste da un punto un poco più elevato e per questo generale,sarebbero state meta dei tempi futuri, di questi tempi, figli cari.Questo è il motivo per cui anche coloro che avevano avuto, direi, quasi direttamente, per valore di autenticità, gli insegnamenti del Maestro, furono concordi nel trascurare la Verità sulla reincarnazione; come queste altre Verità, Verità le quali oggi sono rinnegate dalle varie Chiese Cristiane.
IL PROGRAMMA INCARNATIVO
Domanda: Nello stato erratico, prima d'intraprendere una nuova esistenza corporea, ha
lo Spirito coscienza e prescienza delle cose che gli accadranno nel corso della nuova
vita?
Risposta: Non è egli stesso che, facendo uso del libero arbitrio, sceglie il genere di
prove, a cui vuole sottoporsi?
Domanda: Dunque non è Dio, che gli impone i triboli della vita come castigo?
Risposta: Non accade nulla senza il permesso di Dio, poiché egli solo ha stabilito tutte
le leggi che reggono l'universo. Pretendereste forse di sapere perché ci abbia fatto una
legge, piuttosto che un'altra? Concedendo allo Spirito la libertà della scelta, gli lascia tutta
l'imputabilità delle sue azioni e delle loro conseguenze; al suo avvenire non si oppone
inciampo: la via del bene gli è aperta come quella del male. Ma se lo Spirito soccombe
alla prova, gli resta una consolazione: tutto non è finito per lui, e Dio nella sua bontà gli
permette di rifare bene ciò che ha fatto malamente. Del resto, bisogno distinguere ciò che
è opera della volontà di Dio, e ciò che è opera della volontà dell'uomo. Se un pericolo vi
minaccia, non siete voi che lo avete creato, ma Iddio. Voi lo affrontate volontariamente,
perché ci avete veduto un mezzo di avanzamento, e perché Dio ve lo ha permesso.
Domanda: Se lo Spirito ha la facoltà di scegliere il genere di prova che deve subire, ne
segue forse che tutte le tribolazioni della sua vita sono state prevedute e scelte da lui?
Risposta: Avere la facoltà di scegliere il genere di prova non vuol dire poter prevedere
tutto quanto ci accadrà nella vita sin nei piccoli particolari, poiché questi sono la
conseguenza della nostra condizione, e spesso dei nostri propri atti. Se lo Spirito,
poniamo il caso, ha voluto nascere tra malfattori, egli sapeva a quali tentazioni si
esponeva, ma non ciascuna delle azioni, che egli avrebbe compiuto, e che sarebbero gli
effetti della sua volontà o libero arbitrio. Lo Spirito sa che, scegliendo quella tale via, avrà
da subire quel dato genere di lotta: sa dunque la natura delle vicissitudini che incontrerà,
ma non sotto quale forma di casi gli si presenteranno. Gli accidenti particolari nascono
dalle circostanze e dalla forza delle cose. Solo i grandi avvenimenti, quelli che hanno
molto peso sul destino, sono preveduti dallo Spirito. Se prendete una strada irta
d'inciampi, sapete di dover usare grandi precauzioni, perché correte pericolo di cadere;
ma non sapete in quale luogo cadreste, e può darsi che non cadiate, se siete abbastanza
cauti. Se, passando per la via, vi cade una tegola sul capo, non crediate, come il volgo,
che era scritto.
Domanda: Come mai uno Spirito può voler nascere fra gente di malaffare?
Risposta: Bisogna bene che sia mandato in un ambiente, dove possa subire la prova
che ha chiesto. Dunque occorre una certa analogia: per lottare, ad esempio, contro
l'istinto del male, è necessario che egli si trovi fra gente dedita al male.
Domanda: Nelle prove che ha da subire allo scopo di perfezionarsi, deve lo Spirito
sperimentare ogni sorta di tentazioni, o, con altre parole, deve passare per tutte le
circostanze, che possono eccitare in lui l'orgoglio, l'invidia, l'avarizia, la sensualità, e
simili?
Risposta: No certamente, poiché sapete che ce ne sono di quelli che prendono sin da
principio una via che li esime da molte prove, e che soltanto chi si lascia trascinare sulla
cattiva strada corre tutti i pericoli che questa presenta. Uno Spirito, per esempio, può
chiedere ed ottenere la ricchezza: allora egli, secondo il suo carattere, potrà diventare
avaro o prodigo, egoista o generoso, o potrà darsi in braccio a tutti i piaceri della
sensualità; ma questo non vuol dire che egli debba passare necessariamente per la trafila
di tutte queste passioni.
Domanda: Come mai lo Spirito, che in origine è semplice, ignorante ed inesperto, può
scegliere con cognizione di causa una maniera di esistenza, ed essere tenuto a
rispondere della scelta?
Risposta: Iddio supplisce alla sua inesperienza, tracciandogli la strada che deve
seguire, come fate voi per un bambino dalla culla; ma, secondo che se ne svolge il libero
arbitrio, a poco a poco lo lascia padrone di scegliere. Allora avviene spesso che egli
devii, prendendo la falsa strada, se non ascolta i consigli dei buoni Spiriti: ecco ciò che
può dirsi la caduta dell'uomo.
Domanda: Gli Spiriti fanno la loro scelta immediatamente dopo la morte?
Risposta: No, poiché molti credono all'eternità delle pene, la qual cosa, come già fu
detto, è un castigo.
Domanda: Chi dirige lo Spirito nella scelta delle prove che vuole subire?
Risposta: Egli stesso sceglie quelle che possono essere un'espiazione, secondo la
natura dei suoi falli e possono farlo progredire più presto. Quindi alcuni s'impongono una
vita di miserie e di privazioni col proposito di sopportarla con coraggio; altri vogliono
sfidare le tentazioni della fortuna e della potenza, molto pericolose per l'abuso che se ne
può fare, e per le cattive passioni che suscitano; altri infine tendono a ritemprarsi con le
lotte, che l'uomo virtuoso deve combattere, se in contatto col vizio.
Domanda: Comprendiamo che alcuni Spiriti scelgano il contatto del vizio come prova;
ma non ve ne sono di quelli che lo scelgono mossi da simpatia e dal desiderio di vivere in
un ambiente conforme ai loro gusti, per potersi dare in braccio a soddisfazioni materiali?
Risposta: Purtroppo è così, e ce ne sono di quelli, il cui senso morale è ancora poco
sviluppato; ma la prova viene poi da se stessa, e dura lungamente.
Presto o tardi comprendono, tuttavia, che il soddisfacimento delle passioni brutali ha
conseguenze deplorevoli, a cui soggiaceranno per uno spazio di tempo che ad essi parrà
eterno; e Dio potrà lasciarli in tale stato, finché non abbiano compreso il proprio fallo, ed
essi stessi domandino di espiarlo con prove proficue.
Domanda: Non sembra naturale scegliere le prove meno penose?
Risposta: Per voi sì; per lo Spirito no. Quando è sciolto dalla materia, cessa l'illusione,
ed egli pensa in modo diverso.
Domanda: Finché lo Spirito non raggiunge il massimo grado di purezza, deve subire
continuamente delle prove?
Risposta: Sì, ma non quali le intendete voi, che chiamate prove le tribolazioni materiali.
Di questo lo Spirito, giunto ad un certo grado, senza essere perfetto, non ne ha più da
subire; invece gli incombono sempre dei doveri che lo aiutano a perfezionarsi senza
riuscirgli menomamente penosi, e fra questi doveri v'è pure quello di concorrere all'altrui
perfezionamento.
Domanda: Può lo Spirito ingannarsi nella scelta della prova?
Risposta: Può sceglierne una, che sia superiore alle sue forze, ed allora soccombe; e
può anche sceglierne una che non gli giovi affatto: tale sarebbe, per esempio, la scelta di
una vita oziosa ed inutile. Ma, rientrato che sia nel mondo degli Spiriti, se ne accorge, e
chiede di rimediare al tempo perduto.
Domanda: Da che derivano le vocazioni, e la volontà di seguire una carriera piuttosto
che un'altra?
Risposta: A questa domanda potete rispondere voi stessi. Non sono queste cose forse
la conseguenza di quanto abbiamo detto sulla scelta delle prove e sul progresso fatto
nelle esistenze anteriori?
Domanda: Dal momento che nello stato erratico lo Spirito studia le diverse condizioni
in cui potrà progredire, come mai ce ne sono di quelli, che pensano di conseguire quel
fine, nascendo, per esempio, tra gli antropofagi?
Risposta: Non sono Spiriti già progrediti quelli che nascono fra gli antropofagi, ma della
stessa natura di costoro, od ancora più bassi.
Domanda: Spiriti che vengono da un mondo inferiore alla terra, o da un popolo tra i più
barbari che sia sulla terra. come, ad esempio, dagli antropofagi, potrebbero incarnarsi fra
i nostri popoli inciviliti?
Risposta: Sì, ce ne sono alcuni che sviano col voler salire troppo in alto; ma allora si
trovano spostati fra voi, come quelli che hanno costumi ed istinti che cozzano coi vostri.
Domanda: Un uomo che avesse fatto parte di un popolo civile, potrebbe per espiazione
reincarnarsi in mezzo ad una razza selvaggia?
Risposta: Sì, ma secondo il genere di espiazione. Un padrone, che in una esistenza sia
stato crudele coi suoi schiavi, potrà in un altra essere schiavo a sua volta, e soffrire i
maltrattamenti che avrà fatto patire agli altri, come colui che abbia malamente comandato,
potrà essere costretto ad ubbidire a coloro che nella vita gli erano subordinati. Sono
espiazioni che Dio può imporre a chi abusa della sua potestà. Accade inoltre, talora, che
uno Spirito buono scelga un'esistenza fra quei barbari per muoverli e guidarli sulla via del
progresso: e allora è una missione (LdS).
Domanda: Quale può essere il compito di quelli che in terra sono volontariamente
inutili?
Risposta: Quelli che vivono soltanto per sé, e non si sanno rendere utile ad alcuna
cosa, sono poveri esseri da compiangere, perché espieranno crudelmente l'inutilità della
loro esistenza: il loro castigo incomincia spesso già sulla terra con la noia e il disgusto
della vita.
Domanda: Poiché ne avevano scelta, perché mai preferiscono una vita da cui non
avrebbero ricavato alcun vantaggio?
Risposta: Anche tra gli Spiriti ci sono gli infingardi, che recalcitrano davanti ad una vita
laboriosa. Iddio li lascia fare: comprenderanno più tardi, a proprie spese, i danni della loro
infingardaggine, e saranno i primi a chiedere di risarcire il tempo perduto. Forse anche
avevano scelto una vita più proficua; ma, postisi all'opera, indietreggiarono, e si
lasciarono trascinare dalle suggestioni di cattivi Spiriti, che li incoraggiarono a vivere
nell'ozio (1)
(1) Vediamo, in stralcio, che cosa hanno poi detto i Maestri che si sono espressi attraverso il cerchio
Firenze 77 riguardo al "programma incarnativo" dell'entità.
Il programma incarnativo
... Quanto al vedere quella che sarà la prossima incarnazione, la cosa riguarda solo coloro che sono ad un certo punto di evoluzione. Perché, naturalmente, coloro che sono all'inizio dell'evoluzione in forma umana non hanno questa possibilità di vedere. Essa è invece data agli esseri di media evoluzione, e da qui deriva l'errore, diffuso da un certo spiritismo, dell'entità che sceglie, fa un programma e via dicendo. Non è che "sceglie". Lasciandosi, abbandonandosi a quel desiderio di tornare, vede quella che sarà la sua prossima incarnazione; la vede in linea generale, naturalmente, non nei dettagli. E' una cosa automatica, direi. Come avviene il contatto con la nuova incarnazione? Da quel momento in cui ha avuto queste visioni che riguardano la sua prossima incarnazione, e che servono a sintonizzarlo con quella che sarà la sua condizione futura, nell'essere subentra uno stato di totale benessere ed abbandono, proprio una beatitudine
immensa, perché ha raggiunto la certezza che tornerà a vivere, che quel suo desiderio impellente sarà soddisfatto. E vi è quindi un senso di totale appagamento, quasi proprio un addormentarsi, un cullarsi in questo pensiero, un totale rilassamento. Ecco, è quello il momento in cui si comincia a tornare. Perché comincia tutto il lavoro di presa di contatto con quelli che saranno i nuovi corpi: il nuovo corpo mentale, il nuovo corpo astrale, il nuovo corpo fisico...
VITALIANO BILOTTA
ALLAN KARDEC
e la grande medianità successiva
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